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MotoGP, Il giorno del giudizio: piloti e Red Bull Ring sotto accusa

Oggi gli Steward decideranno le eventuali colpe di Zarco, ma non solo. L'obiettivo è migliorare la sicurezza, ma anche la pista ha i suoi limiti

MotoGP: Il giorno del giudizio: piloti e Red Bull Ring sotto accusa

Oggi lo Stewards Panel della FIM farà gli straordinari. Finalmente, viene da dire. L’organo di controllo della Federazione, composto da Bill Cumbow, Freddie Spencer e Ralph Bohnhorst, ha infatti convocato svariati piloti per discutere su eventuali responsabilità dopo quanto successo lo scorso fine settimana al Red Bull Ring.

Sono tre le udienze in programma oggi, a partire da quella che vedrà protagonisti Zarco e Morbidelli dopo l’incidente che ha monopolizzato l’attenzione per giorni. Saranno però anche chiamati Pol Espargarò e Oliveira, caduti in gara, oltre a Danilo Petrucci e Aleix Espargarò, protagonisti di un diverbio nelle qualifiche.

Che ci sia il bisogno di intervenire sui comportamenti fuori e dentro la pista di piloti non c’è dubbio, perché la situazione è sfuggita di mano. Sì è iniziato con il litigio fra Danilo e Aleix: l’italiano si era sentito ostacolato dallo spagnolo, lo aveva aspettato in corsia box per esprimere il  disappunto con un eloquente gesto, poi il litigio era continuato su Twitter, con (più o meno velati) insulti reciproci.

Anche fra Miguel e Pol, erano state scintille e il portoghese aveva accusato senza mezzi termini il suo compagno di marca sulla responsabilità dell’incidente.

La punta dell’iceberg, è stato però il contatto tra Zarco e Morbidelli. A caldo, erano volate parole grosse: “un mezzo assassino” aveva detto Franco, “lo ha fatto apposta” aveva accusato Valentino. Certe dichiarazioni erano state anche figlie dello scampato pericolo e, col passare dei giorni, le posizioni dei due piloti si sono raffreddate, pur continuando a ritenere entrambi che Johann debba pagare per il suo errore, benché involontario.

La palla, quindi, ora passa agli Steward che dovranno riportare la situazione alla normalità. Su cosa rischino i piloti le ipotesi sono tutte valide, perché non esiste un ‘listino delle penalità’ ma tutto è lasciato alla discrezionalità dei commissari sportivi, che hanno massima libertà.

Logicamente, la priorità sarà quella di riportare un po’ di calma tra i piloti, senza buttare benzina sul fuoco, anche perché si è aspettato fin troppo prima di intervenire sull’incendio. Soprattutto se si pensa che gli Steward si pronunceranno anche su fatti (la diatriba Petrucci-Epsargarò) risalenti addirittura a sabato. Forse sarebbe stato meglio mettere una pietra sopra a tutto quello che è successo già domenica sera, invece di continuare a fare montare la polemica per giorni. In questo caso, si dice meglio tardi che mai.

Però non sono solo i piloti a essere sotto accusa, ma anche il Red Bull Ring e, per questo, bisognerà aspettare. Cal Crutchlow, la scorsa settimana, aveva fatto notare che “tutti i muri a bordo pista dovrebbero essere spostati, non penso che i soldi siano il problema”.

Anche Dovizioso, Mir e Miller, nella conferenza stampa post gara, avevano puntato il dito contro un punto ritenuto pericoloso, la curva 3, quella dell’incidente fra Zarco e Morbidelli. I piloti erano stati concordi nel dire che il muro a sinistra è troppo vicino.

Non è poi un mistero che il disegno del tracciato sia pensato più per le Formula1 che per le moto, con molti tornanti in fondo a rettilinei in cui si  raggiungono velocità superiori ai 300 Km/h. Questo tipo di curve sono potenzialmente pericolose per le moto, che possono, in caso di caduta, facilmente tagliare la pista.

Ancora, le vie di fuga asfaltate (altra cosa che piace alle auto) non sono la migliore soluzione per i motociclisti, che preferiscono la ghiaia per fermare eventuali scivolate loro e delle moto. La cosa, poi, diventa ancora peggiore in caso di pioggia, perché le vie di fuga si trasformano in scivoli.

Sempre in caso di bagnato, la conformazione del Red Bull Ring ha le sue pecche. Sempre Crutchlow, aveva notato le tante pozzanghere che si formano sul tracciato, con l’acqua che arriva “all’altezza della caviglia”. In passato, in caso di pioggia, le cadute erano state tante.

Su questo però, non si può fare molto in una settimana. I piloti dovranno fare buon viso a cattivo gioco e sperare che i loro avvertimenti siano ascoltati in futuro.

Domani inizierà il GP di Stiria e l’osservato speciale sarà (anche) il Red Bull Ring.

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