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SBK, Rea: “Il caldo di Jerez? Aver corso 4 ore di seguito a Suzuka aiuterà”

“Sabato la chiave sarà non forzare nei primi giri per evitare di rimanere senza gomme. Redding e Bautista sono veloci”

SBK: Rea: “Il caldo di Jerez? Aver corso 4 ore di seguito a Suzuka aiuterà”

Cosa aspettarsi dalla prima gara post lockdown? È l’interrogativo che tiene sotto scacco anche Rea. Nonostante il secondo posto al termine del venerdì Johnny è già proiettato al sabato, dove sarà chiamato a fare i conti con caldo, gomme e resistenza. Tante incognite che troveranno risposta soltanto allo scoccare delle ore 14.

Eppure il pilota della Kawasaki cerca di tenere il morale alto e mostrare fiducia.   

“Oggi abbiamo avuto un po’ di lavoro da fare – ha esordito il cinque volte iridato – ho provato le varie soluzioni di gomme e ci siamo concentrati sulle sensazioni in sella alla moto. Ho avuto modo di confrontare tra l’altro l’assetto dei test con quello utilizzato qua a Jerez in modo da avere un quadro generale della situazione. Non avevo la necessità di fare un giro secco, per me era più importante capire bene il comportamento della moto per essere pronto domani”.

A questo punto cosa ti aspetti da Gara 1?

“Oggi pomeriggio la temperatura era davvero notevole e questo sarà un aspetto chiave per il pomeriggio. Per la Superpole non ho molto da inventarmi, per la gara invece bisogna valutare bene la scelta dello pneumatico con queste condizioni torride. Abbiamo tante scelte a disposizione, ma poco tempo per prendere la giusta strada”.

Rossi, la scorsa settimana, ha detto che quella di Jerez è stata la gara più difficile di tutta la sua carriera.

“Sarà durissima, ma a Suzuka ho corso per quattro ore (scherza), questo mi aiuterà. Però siamo qua per correre ed è quello che dobbiamo fare”.

Sul passo gara sembra una sfida a quattro con Redding, Bautista e Davies.

“Non ho ancora guardato il mio passo gara. Ho visto che Scott e Alvaro sono davvero veloci. Vedremo quindi quello che accadrà domani.  Non posso permettermi di spingere e attaccare fin dall’inizio, perché poi il rischio è quello di rimanere a piedi. Ma allo stesso tempo non immagino nemmeno una gara stile Phillip Island, dato che qua a Jerez non è facile sfruttare la scia come in Australia”.    

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