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SBK VS MotoGP: tende, app, media e niente tamponi, così si riparte

Contro il coronavirus un protocollo sanitario diverso rispetto a quello del motomondiale, regole meno stringenti e affidamento al buon senso

SBK: SBK VS MotoGP: tende, app, media e niente tamponi, così si riparte

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Pronti, partenza, via! Dopo l’abbuffata che ci ha regalato il Motomondiale è ora il momento della Superbike, che torna di nuovo in azione dopo un digiuno durato ben cinque mesi. Ci siamo lasciati lo scorso febbraio a Phillip Island e ci ritroviamo ora a Jerez dopo oltre 150 giorni.

150 giorni in cui il mondo è cambiato e ha conosciuto il COVID-19, il quale ha condizionato e stravolto allo stesso tempo le nostre abitudini. Eppure i motori non si sono spenti, anzi sono tornati nuovamente ad accendersi, prima con la Formula 1, poi con il Motomondiale e ora con le derivate.

Come già sappiamo la ripartenza post lockdown vedrà nuove dinamiche all’interno del paddock con cui saranno chiamati a confrontarsi gli addetti ai lavori e che mai avrebbero immaginato prima d’ora. Andiamo quindi per ordine, accompagnandovi all’entrata del paddock.

MOTOGP VS SUPERBIKE - UN DOPPIO PROTOCOLLO

Rispetto al Motomondiale, il Circus delle derivate fa affidamento su un diverso protocollo da seguire. Nel Motomondiale, infatti, coloro che sono stati ammessi da Dorna a mettere piede nel paddock, devono fare pervenire all’Organizzatore il risultato negativo del tampone e del test sierologico , attraverso un’apposita applicazione. In seguito la Dorna rilascia un codice che ciascun operatore dovrà mostrare all’ingresso del circuito sul proprio dispositivo mobile. Ovviamente, prima di entrare in circuito, ogni persona verrà sottoposta alla misurazione corporea. Qualora questa fosse superiore i 37,5 gradi, l’accesso verrà negato.

Discorso diverso invece per quanto riguarda la Superbike. Già, perché in questo caso, gli addetti ai lavori che hanno avuto il benestare da parte di Dorna dovranno presentarsi ai cancelli con una semplice autocertificazione che confermi l’idoneità legata alle proprie condizioni di salute. Tale autocertificazione è stata inviata ad ogni operatore esattamente due settimane prima del round di Jerez, in seguito deve essere rimandata per via telematica controfirmata. In questo caso, non è quindi richiesto obbligatoriamente il tampone, così come il test sierologico prima della partenza come i colleghe della MotoGP. 

MEDIA SI’, MA NON TUTTI

C’è poi il capitolo legato agli organi di informazione. Come già sappiamo, nel Motomondiale gli unici organi di stampa ammessi sono le televisioni che hanno acquistato i diritti televisivi. Pertanto accesso negato ai media cartacei e web.

In Superbike, invece, la Dorna ha selezionato un ristretto cerchio di giornalisti che potranno mettere piede in circuito. Il numero è inferiore alle 10 unità. Noi della redazione di GPOne siamo stati tra quelli scelti per seguire sul campo il weekend di gara.

Spontanea sorge la domanda: perché in MotoGP i giornalisti non possono andare alle gare e in Superbike sì? Iniziamo col dire che la Dorna non ha voluto fare certo uno sgarro. La risposta, infatti, è semplice: in Superbike l’unica tv presente sul campo è Eurosport, che vede impegnate non più di cinque-sei persone tra inviati e tecnici. Altre tv infatti non sono presenti, come accade invece nel Motomondiale, dove i media televisivi raggiungono un numero attorno alle 40 unità di persone sul campo, cifra massima predisposta dall’Organizzatore per accedere alla sala stampa. Per questo motivo, in Superbike, Dorna ha consentito l’accesso anche ai giornalisti di carta stampata e tv.

Rimanendo sempre sulla questione legata ai media, in giornata ci sarà un incontro tra uffici stampa e organi di informazione, dove verrà deciso come pianificare le interviste di fine giornata. Al momento non ci sono ancora conferme, anche se la sensazione è che si seguirà la linea MotoGP, ovvero tutto attraverso zoom.   

ADDIO HOSPITALITY, BENTORNATE TENDE

Tra i punti della ripartenza c’è infine quello legato alla somministrazione dei pasti per quanto riguarda i vari team. Come già sappiamo la Superbike post lockdown ripartirà senza le classiche hospitality che domineranno il paddock. Queste saranno infatti sostituite dalle tende come ci spiega Serafino Foti di Ducati: “Secondo il protocollo Dorna, soltanto i team Factory possono portare nel paddock il proprio bilico cucina - ci ha detto – noi monteremo una tenda vicino al box, dove solo i membri del team potranno entrare per consumare il proprio pasto, mantenendo ovviamente le distanze di sicurezza richiesta”.

Una delle novità è senza dubbio legata alla somministrazione dei pasti: “ Ai ragazzi verrà quindi consegnato un lunch box, si tratta di una scatola apribile in cui ci sono riposti dentro antipasto, primo, secondo, dolce e bibita. La peculiarità del lunch box è che entro il giorno prima, ogni membro dovrà fare richiesta attraverso una applicazione di cosa vuole trovare nel proprio menù l’indomani per pranzo e cena. Questo, perché nel momento in cui ogni membro del team si presenterà davanti alla tenda della squadra, avrà già tutto pronto. Non ci sarà quindi più il tradizionale buffet come eravamo abituati fino ad ora, ma queste confezioni con all’interno quanto ordinato. Il nostro servizio è per tutti i membri del nostro team e anche per le altre squadre Ducati, qualora queste fossero interessate”.

Questi i punti chiave della ripartenza della Superbike, senza dimenticarci che all’interno del box sarà richiesto obbligatoriamente l’utilizzo delle mascherine. Di sicuro non sarà cosa semplice convivere con il caldo che arriverà a toccare i 40 gradi, ma la salute viene prima di qualunque altra cosa.

Insomma, come detto sarà un Mondiale che ripartirà all’insegna del rigore, delle limitazioni e del distanziamento sociali. Per vincere questa sfida servirà il buon senso da parte di tutti.

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