Squadre e piloti sono pronti a tornare in pista e lo stesso discorso vale per Pirelli, che come ben sappiamo è il fornitore unico nelle derivate. Si preannuncia un round incandescente in Spagna per la Casa della P lunga, che dovrà fare i conti con le alte temperature del tracciato.
Per maggiori informazioni chiedere ai colleghi della MotoGP. Eppure dal volto di Giorgio Barbier sembra trapelare grande fiducia e consapevolezza, soprattutto dopo gli ultimi due test svolti tra Misano e Barcellona.
Per l’occasione non mancheranno però delle novità a disposizione in vista del weekend iberico.
“Arriviamo a questo appuntamento dopo i test di Misano e Barcellona che hanno dato indicazioni positive – ha esordito il responsabile dell’attività in pista Pirelli – in quelle due occasioni abbiamo preferito non portare particolari novità, dato che la priorità dei piloti era quella di tornare in sella alla moto, senza avere lo stress di pensare agli pneumatici”.
Cosa dobbiamo aspettarci da Pirelli per il prossimo fine settimana?
“Misano e Barcellona ci hanno dato un’ulteriore conferma riguardo quale fosse la fiducia e il consumo delle gomme, tanto che i piloti ci hanno dato un esito positivo. A Jerez e Portimao avremo quindi una gomma anteriore e posteriore nuova, in modo da capire quale sarà la situazione. In seguito per Aragon vediamo come comportarci. Siamo consapevoli che in Spagna troveremo alte temperature, ma questo non ci spaventa"
Giorgio, cosa pensi di quanto mostrato da Redding in queste uscite del 2020? Sembra abbia già in mano la moto e si trovi a proprio agio con le gomme.
“Nel BSB Scott ha potuto conoscere e capire i nostri pneumatici, arrivando pronto in questo Campionato. Lui ha mostrato di adattarsi velocemente a queste gomme, così come alla moto. Rispetto a Chaz credo che Scott abbia uno stile di guida diverso, soprattutto per quanto riguarda la velocità in percorrenza, come faceva Bautista lo scorso anno. Credo quindi che Redding riesca a sfruttare le gomme come faceva Alvaro. Penso che il merito sia anche dell’esperienza maturata in MotoGP, dove sei abituato a circuiti con curve ampie e tanta percorrenza. Personalmente lo giudico un combattente, che non si fa influenzare dal nulla”.
Davies invece sembra patire la gomma da qualifica.
“Chaz lo conosciamo bene, a volte è un po’ altalenate, anche se devo dire che ha mostrato una crescita importante nella seconda fase della passata stagione. Per lui non è stato facile trovare in squadra un pilota che ti mette a dura prova”.
C’è poi la Honda con Bautista, che pare debbano ancora ricercare la giusta strada da seguire.
“La Honda è un team di stampo MotoGP e questo è il loro approccio metodico in ambito lavorativo. È giusto che si prendano tutto il tempo necessario per migliorare, anche perché stiamo parlando di una realtà come la HRC. Sono convinto che presto vedremo importanti risultati da parte loro”.
Giorgio, il Campionato riparte da Jerez, ma Pirelli già pensa al 2021.
“Esatto. Tutte queste gare estive potranno darci risposte utili per l’estate 2021, in particolare su che tipo di materiale soffermarci. Entro novembre dovremo iniziare a lavorare per l’Australia e poi capire quello che sarà il calendario del prossimo anno, dato che è su quello che Pirelli indirizzerà il proprio sviluppo. La nostra base è comunque solida e questo aspetto mi dà grande consapevolezza”.
Domanda scontata che ti fanno tutte le volte: quando andrà Pirelli in MotoGP?
“Pirelli non si pone mai obiettivi a breve termine, ma guarda semmai in prospettiva e credo sia questo il segreto dei nostri successi in Superbike e Formula 1. A volte sento parlare di MotoGP, ma noi abbiamo già la Formula 1”.
Che legame c’è tra Formula 1 e Superbike.
“La metodologia di lavoro e anche i materiali su cui facciamo affidamento, che per certi versi definirei esotici. Penso sia questa la correlazione”.