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MotoGP, GP Jerez: il Bello, il Brutto e il Cattivo

Marquez incanta prima di finire la gara in infermeria. Il Diablo Quartararo vai paradiso, Rossi litiga con le gomme ma festeggia grazie a Marini

MotoGP: GP Jerez: il Bello, il Brutto e il Cattivo

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L’ascesa e la caduta di Marc Marquez e della Honda a Jerez, un’opera in due parti a cui è mancato il lieto fine. L’extraterrestre di Cervera ha mostrato tutto il suo migliore repertorio, fra salvataggi e sorpassi. Al punto più alto dell’acuto, le stecca fatale che gli costerà (sicuramente) un’operazione e (forse) qualche gara di stop.

Senza il suo dittatore, i rivoluzionari della Yamaha hanno messo in atto il colpo di stato, con Quartararo a guidare la rivolta e Vinales suo sodale. Ride anche Dovizioso, che ha portato la sua Ducati su un podio che a Jerez è sempre stato un miraggio, con Miller e Bagnaia che hanno confermato i progressi della Rossa.

Sventola il tricolore in Moto2 con Luca Marini e Tony Arbolino è andato vicino a issarlo in Moto3. Fra pochi giorni si ricomincia, stessa pista e stesso caldo.

IL BELLO – L’abbraccio tra Luca Marini e Valentino Rossi è piaciuto a tutti, tifosi, mamme e nonne. Però adesso basta parlare di lui ricordando sempre le parentele. Luca ha dimostrato di camminare perfettamente sulle sue gambe, ha vinto con intelligenza e maturità e ci risulta che il polso destro che ha usato sia il suo. Forse non troverà un posto in MotoGP il prossimo anno, ma se continua così è solo questione di tempo prima che ci arrivi.

IL BRUTTO – Le lacrime di Marc Marquez non erano di gioia, eppure se le sarebbe meritate. Il salvataggio e la rimonta sono stata roba rara, da fenomeno venuto dallo spazio, ma la caduta lo ha scaraventato sulla terra. Facile fare i soloni e spiegargli come si gestisce una gara, (quasi) nessuno ha i titoli per farlo. Marc è così, prendere o lasciare, e piace proprio per questo.

IL CATTIVO – Non si pretende che i tempi della giustizia siano simili a quelli di Quartararo in qualifica ma a tutto c’è un limite, che è stato abbondantemente superato. Andrea Iannone non c’era a Jerez ma soprattutto non si sa quando e se ritornerà. I mesi passano e tutto quello il TAS ha fatto sono state poche righe per dire che sanno dell’esistenza del pilota Aprilia. Non è chiaro se bisogni esserne rincuorati.

LA DELUSIONE – Non è bello scoprirsi l’anello debole dello squadrone Yamaha. Tre M1 nei primi 5, con doppietta sul podio, ma Valentino non c’era e non c’è mai stato per tutto un fine settimana passato a litigare con la gomma posteriore. Che il problema sia suo (come candidamente ammesso) lo ha detto la pista, che abbia le capacità di risolverlo è un attestato di fiducia che merita. Rossi continuerà a correre, ma non può farlo così.

LA CONFERMA  –  Dopo la presa della Bastiglia, i francesi hanno festeggiato la presa di Jerez, impresa fatta da un solo uomo. Fabio Quartararo è il nuovo eroe nazionale e si merita tutti gli elogi. L’anno scorso aveva entusiasmato, ieri ha convinto e non era scontato. Ha regalato a Petronas la prima vittoria, che ha fatto il paio con quella di Hamilton in Ungheria, così è eroe nazionale anche in Malesia.

L’ERRORE – Settimane passate a ripetere che il diavolo nel 2020 sarebbero stati gli errori, ma in questi giorni i medici avranno più lavoro dei meccanici in MotoGP. Prima Rins, poi Crutchlow e infine Marquez, per un’infermeria di stelle cadute. Fra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, ma soprattutto l’asfalto di Jerez.

LA SORPRESA – La KTM non aveva mai convinto troppo, né per le scelte dei piloti né per quelle tecniche. I tempi in prova sembravano il classico fuoco di paglia, invece c’è brace sotto la carena. Forse in Austria rimpiangono già Pol Espargarò, e chissà che il sentimento non sia reciproco. Lo spagnolo è arrivato a una manciata di decimi dal podio, Binder da debuttante è sicuramente promosso. Una rondine non fa primavera, ma un buon risultato fa morale.

IL SORPASSO – Non solo uno ma tanti e tutti semplicemente imbarazzanti per chi li ha subiti. La rimonta di Marquez è stata una lezione di guida a quelli che ha fatto sembrare semplici amatori trovatisi per caso in una gara vera. L’unico che ha cercato di resistergli è stato Miller, gloria a lui per l’impegno.

LA CURIOSITA’ –   Dopo un po’ tempo si torna a parlare del Giappone non solo per la nazionalità delle moto in pista. Dal Sol Levante stanno tornando ad arrivare i piloti. Nagashima è al comando del Mondiale Moto2, Ogura 2° in quello Moto3. Banzai!

IO L’AVEVO DETTO – Mi classifico in prima fila, parto bene e impongo il mio ritmo” i tre punti della strategia di Maverick Vinales, annunciata e messa in pratica. Si è però dimenticato una fase, la più importante: scegliere la gomma giusta.

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