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SBK, SSP: Cappelletti: "Sono dispiaciuto e sorpreso della scelta di Randy"

CASO KRUMMENACHER - Il capotecnico dello svizzero: "Ho appreso la cosa tramite i media, mi dissocio dalle sue parole riguardo i rischi per la sua incolumità"

SBK: SSP: Cappelletti:

Il caso Krummenacher continua a tenere banco, e come il più classico dei gialli la soluzione dell’intrigo sembra ancora lontana. Esatto perché i punti da capire restano diversi, anche per chi con il pilota svizzero ha lavorato e vinto: parliamo ad esempio di Manuel Cappelletti, che nelle vesti di capotecnico ha vinto con Krummenacher il titolo Supersport l’anno scorso, per poi seguirlo quest’anno nell’avventura (già finita?) rappresentata dal team MV Agusta Reparto Corse.

“Sono dispiaciuto e in parte sorpreso - apre Manuel - della decisione di Randy, con il quale non ho potuto parlare in questi giorni vista la disputa legale in corso, di sospendere la collaborazione con il team. Dispiaciuto perché, malgrado il rapporto di fiducia  che ci ha legato finora dal punto di vista non solo sportivo, ho appreso come tutti la notizia dai media. Sorpreso perché, in seguito al confronto avvenuto dopo i test di Misano, nel quale erano emersi dei problemi, stavamo organizzando un piano per prepararci al meglio in vista della ripresa del campionato”.

E’ strano che un pilota non si consulti nemmeno con il suo capotecnico prima di una scelta del genere, non credi?

“Assolutamente, ed il fatto di non poterci parlare rende il tutto ancora più difficile. Quello che voglio chiarire è proprio che, dato che molti pensano ci possa essere io dietro questa scelta, la decisione è stata di Randy, e non mi sento responsabile della cosa. Non voglio prendere le parti di nessuno, sono esattamente nel mezzo e non ce l’ho né con il team né con il pilota”.

Quando pensi sia iniziata a balenare l’idea di fermarsi nella mente di Randy?

“La situazione Covid non ha aiutato, dato che non è stato possibile svolgere test fino a Misano ed il nervosismo è aumentato. È innegabile poi che in quei test abbiamo avuto dei problemi: di conseguenza è stata svolta una riunione, al termine della quale sembrava comune l’obiettivo di restare insieme per trovare delle soluzioni, quindi non mi aspettavo tale scelta. In questi giorni tra l’altro il team sarà a Cremona per dei test, ai quali avrebbe dovuto partecipare anche Randy, segno che la volontà di lavorare non mancava”.

Nel primo comunicato emesso Randy ha usato parole dure, parlando di messa a rischio della sua incolumità. Da capotecnico come hai preso queste dichiarazioni?

“Su questo punto mi dissocio totalmente, dato che è sempre stata mia premura e dei meccanici fornire a Randy un mezzo sicuro: nei test di Misano abbiamo girato poco proprio perché volevamo risolvere i problemi prima di scendere di nuovo in pista, non volevamo certo rischiare che si facesse male. Tra l’altro la moto in Australia non si è mai fermata e, tempi alla mano, è stata molto veloce”.

Un altro punto saliente è quello riguardante i presunti illeciti tecnici messi in atto dal team, un’accusa molto pesante.

“Sinceramente saprà lui a cosa si riferisce nel dettaglio. A questo punto non resta che aspettare il giudizio degli organi competenti ai quali Randy si è rivolto”.

Forse anche in questo caso, come in molti altri, tutto si può ricondurre ad una situazione economica precaria del team.

“La situazione globale ha intaccato tutti i team, ma il piano era di ottenere il meglio con quello che si aveva, e c’era anche un accenno di progettualità in vista della prossima stagione”.

A questo punto quale pensi sarà il futuro tuo e di tutta la squadra che lavorava con Randy?

“Io ho un accordo con MVRC, avendo seguito Randy in questa avventura. Venendo a mancare lui non so cosa farà il team, se cercherà di sistemare le cose con Randy, andrà avanti con due moto o cercherà un pilota al suo posto, quindi tutto il nucleo di lavoro di Randy deve rimanere in attesa che il contenzioso si risolva. Prima di Jerez avremo novità sulla situazione”.

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