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Prova MV Agusta Turismo Veloce Rosso 2020: meno cinque mila (euro)!

LA PROVA – La “TV” della Gamma Rosso rinuncia alla sospensioni elettroniche e ad una manciata di accessori, ma resta bella ed affilata come poche sul misto e scende sotto quota 14 mila euro

Moto - Test: Prova MV Agusta Turismo Veloce Rosso 2020: meno cinque mila (euro)!

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Non chiamatela economica, perché una MV non può esserlo, sarebbe una bestemmia. Lei infatti mantiene un’estetica e delle finiture che le concorrenti possono solo invidiarle, ma con il 2020 guadagna una nuova versione, più abbordabile dal punto di vista economico, ma che offre un compromesso decisamente molto interessante. La novità in casa MV, che rende alcuni dei cui modelli alla portata di una platea di clienti più ampia, si chiama Gamma Rosso e non tocca solo la Turismo Veloce, ma anche le due sorelle con il tre cilindri da 800 cc, la Brutale e la Dragster. Per tutte la colorazione è dedicata, mentre per queste ultime due il risparmio rispetto alle versioni RR è leggermente inferiore (4 mila euro), con la principale differenza costituita dal motore, che passa dal 140 cv con doppio iniettore per cilindro al 110 cv.

Per la Turismo Veloce invece nessuna differenza per il cuore tre cilindri, ma rispetto alla “Lusso” perde le sospensioni elettroniche (ma quelle adottate sono comunque una soluzione tutt’altro che di ripiego) e le due borse rigide non sono fornite di serie. Per il resto solo differenze più marginali, come l’assenza del cavalletto centrale, del GPS e delle manopole riscaldate. Tutt’altro che marginale il “conto”, perché dai 18.990 euro di una Turismo Veloce Lusso (che sono addirittura due mila in più se scelta con la frizione “automatica” SCS), si scende a quota 13.990. Saprà essere all’altezza anche in questa configurazione più “economica” (si fa per dire)? Lo abbiamo scoperto con una prova su strada approfondita e dopo aver provato la sorella Lusso SCS da non molto.

QUALCHE FRONZOLO IN MENO, MA RESTA UN’OPERA D’ARTE

La notizia del debutto della Gamma Rosso è passata un po’ inosservata. Forse perché inizialmente prezzi e dettagli non sono stati svelati, ma anche perché l’uscita di un nuovo modello attira attenzione, la nascita di un nuovo allestimento meno. Invece qui la novità è di quelle che fanno la differenza, così, quando la Turismo Veloce Rosso è scesa dal furgone che ce l’ha portata, la curiosità era molta, diciamo proporzionata alla differenza di prezzo con la sorella Lusso. Ho guidato proprio una Lusso SCS (dotata di un sistema meccanico che interagisce con l’elettronica che consente di non utilizzare la leva della frizione nemmeno a moto ferma) solo pochi mesi fa e la moto la conosco piuttosto bene. In pochi istanti di “radiografia” alla “Rosso” non vedo tutte queste differenze. La colorazione è dedicata, ma non per questo è un passo indietro, con la parte superiore della moto nel colore che ne definisce il nome, mentre un taglio orizzontale separa la parte inferiore nera, incluso il parafango anteriore.

Sul serbatoio l’adesivo con cui tutte le MV quest’anno festeggiano i 75 anni del marchio, mentre il nome “Rosso” è solo su un adesivo sulla parte bassa del cupolino. Esteticamente è sostanzialmente invariata e si conferma la crossover oggettivamente più bella e meglio rifinita sul mercato. L’approccio della Casa di Schiranna è unico, al di là dei gusti, con dettagli che ancora oggi, a distanza di alcuni anni dal suo debutto, non levano il classico “effetto wow”. Uno tra tutti i dettagli, quel foro passante sotto la sella del passeggero, ma anche lo scarico tronco, con tre terminali cortissimi a lasciare in bella vista la ruota posteriore sul lato opposto a quello del forcellone monobraccio. La componentistica e le finiture restano al top e ciò che manca lo si nota solo ad andarlo a cercare. Parliamo di fatto delle valigie rigide (che possono essere comunque acquistate separatamente) che si integrano perfettamente dell’estetica raffinata della moto e del cavalletto centrale. Il resto non si vede, perché GPS, manopole riscaldate e sospensioni elettroniche non sono dettagli in bella vista.

CONFERMATO IL 3 CILINDRI CON UN RAFFINATO PACCHETTO ELETTRONICA

Il cuore della Turismo Veloce Rosso è il 3 cilindri da 798 cc, conforme alle norme Euro 4 (dal 2018) ed affinato della sua gestione elettronica, proprio all’ultimo aggiornamento avvenuto un paio di anni fa. Rispetto alla unità che troviamo sulle versioni RR di Dragster e Brutale (che eroga 140 cv), la versione da 110 cavalli ha un iniettore singolo per cilindro, ma per la Turismo Veloce è stata anche rivista la mappatura, per ottenere una erogazione più piena ai medi (+20% di coppia circa) e maggiormente lineare, più idonea per una moto che nasce per fare del turismo, anche se “veloce”. Rinuncia a poco però della nota sportività del 3 in linea, tant’è che se utilizzata in Sport e sfruttata nella porzione alta del contagiri ha una risposta aggressiva, sia per il sound che per prestazioni, con un “on off” piuttosto importante dell’acceleratore, che si smorza invece passando alla modalità Touring.

Il motore è più rotondo e smussato rispetto ad una Brutale RR, ma sotto i 4-5 mila giri resta un po’ pigro, perché il meglio di se lo regala in quegli ultimi 4 mila giri circa. Oltre quota 6 mila la spinta è davvero esaltante e allunga ben oltre quota 10 mila. Se si guida in modo più tranquillo è comunque regolare e non strappa, ma quando si desidera una risposta rapida al comando del gas occorre scalare marcia. La scheda tecnica è da moto sportiva, perché i 110 cavalli arrivano a quota 10.150 giri, con la coppia massima di 80 Nm a 7.100 giri. La nota positiva è che il 90% di questi 80 Nm sono sempre disponibili tra 3.500 e 10.300 giri. Invariato sulla Turismo Veloce anche il pacchetto elettronica decisamente raffinato, che vede 4 differenti riding mode, il traction control su 8 livelli, l’ABS disinseribile e, addirittura, la possibilità di modificare la risposta del freno motore. Diventa optional solo il sistema quick shifter bidirezionale EAS, che l’esemplare da noi provato montava.

PERDE LE SOSPENSIONI ELETTRONICHE, MA LAMENTARSI SAREBBE FUORILUOGO

La Turismo Veloce è spinta verso la sportività, ben oltre quello che fanno le rivali di segmento. Difficile infatti trovare una crossover di media cilindrata che adotti, ad esempio, un impianto frenante con dischi da 320 mm all’anteriore, abbinati a pinze radiali Brembo a 4 pistoncini, con ABS Bosch 9 Plus con RLM (Rear wheel Lift-up Mitigation). Anche sul fronte sospensioni adotta delle soluzioni raffinate, anche se la “Rosso” rinuncia alle semi-attive a controllo elettronico. All’anteriore troviamo infatti una forcella Marzocchi rovesciata con steli da 43 mm, al posteriore un mono Sachs a gestire il movimento del forcellone monobraccio in alluminio. Entrambi sono completamente regolabili e, lo vedremo durante la prova, si comportano in modo egregio. Lo scheletro nella moto resta il telaio tubolare a traliccio di acciaio ALS (ad alta resistenza), appositamente sviluppato per lei ed al centro di un progetto unico. La Turismo Veloce è infatti un compromesso unico, in grado di affrontare lunghi viaggi (offre anche il cruise control), ma nata per essere affilata come le migliori MV nel misto, dove offre una maneggevolezza ed una rapidità nei cambi di direzione che la concorrenza può solo invidiarle. Non per nulla la gommatura è unica nella categoria, con le Pirelli Scorpion Trail II che adottano una “190” al posteriore.

TURISMO VELOCE E SPORTIVO

Del carattere del motore abbiamo già accennato. La Turismo Veloce non ama particolarmente una guida troppo riposata, anche se l’erogazione è comunque lineare fin dai bassi regimi. Fino a 4-5 mila giri però la risposta è piuttosto tranquilla, poi inizia a sentirsi la giusta voce ed il tre cilindri mostra il suo lato migliore. Dai 6 ai 10 mila giri è impossibile non restarne affascinati, anche se per una moto “da turismo” significa guidare un po’ con il coltello tra i denti. In alto si percepiscono anche le sue tipiche vibrazioni, ma sono accompagnate dalla sonorità molto gradevole del tre cilindri MV. La posizione in sella è di compromesso, risulta molto comoda in autostrada, dove spalle e braccia sono scariche ed il busto eretto non fa sentire mai la stanchezza, ma nella guida sportiva si caricano parecchio le spalle e la posizione è quasi strana. Il parere è soggettivo, sicuramente, perché al di là della statura, ad alcuni la sua impostazione piace molto, ad altri meno. Quello che invece convince tutti, oltre ad una sella morbida e ben imbottita, è la sua ciclistica svelta, che ama i cambi di direzione repentini sullo stretto, dove la Turismo Veloce è quasi imbattibile.

Aggressiva la frenata, con una potenza eccellente a disposizione ed un attacco che richiede la giusta sensibilità per non frenare oltre al necessario, in alcuni casi. Resta da lode anche la dotazione, malgrado qualche rinuncia della versione Rosso. Curioso che nel ricco menù della strumentazione, si trovino ancora i loghi di ciò che manca (manople riscaldabili e sospensioni semi-attive), ma ciò che offre la Turismo Veloce Rosso resta da ammiraglia. Impossibile poi non perdersi ad ammirare i suoi tanti dettagli quando la si osserva da vicino. Ha una linea classica e moderna ad tempo stesso, con mille particolari unici. Oltre al codone con il foro passante sotto alla sella del passeggero, ci sono gli attacchi delle valigie nascosti nella parte rivolta verso la ruota, oppure il portatarga che integra le frecce posteriori. Promossa anche in quanto a praticità, che per una crossover è dote importante, con tante attenzioni, come il parabrezza regolabile in altezza, che si può utilizzare anche in movimento con una sola mano, oltre a due prese USB ed altrettanti piccoli portaoggetti nella zona sotto al manubrio.

IL PREZZO ED I CONSUMI

La Turismo Veloce, oltre che regalare non poche soddisfazioni, è pronta a viaggiare, anche grazie al suo generoso serbatoio, da ben 21.5 litri e consumi decisamente interessanti ad andature autostradali. Si possono percorrere anche 20 km/l ad andature da codice, addirittura meglio rispetto al dato dichiarato di 5.8 litri ogni 100 km. Un’autonomia che può superare quindi i 400 km, che scende ovviamente se si inizia a sfruttare il tre cilindri dove lui regala le migliori sensazioni.

Il prezzo è il suo asso nella manica, soprattutto se l’avete sempre sognata, ma i circa 19 mila euro della Turismo Veloce Lusso vi spaventavano. Qui ci si ferma a 13.990 euro, senza nemmeno rinunciare a troppo. Attenzione però a volere recuperare parte di quanto la “Rosso” abbia perso, perché gli optional non hanno prezzi popolari. Ad esempio, se le borse con i loro 1.367 euro potrebbero essere una necessità, il cambio EAS che ne costa mille tondi, a nostro avviso si potrebbe evitare. Le sospensioni semi-attive non lasciano invece spazio alla scelta, perché non sono disponibili come optional.

Qualcuno ricorderà che al suo debutto nel 2015, la Turismo Veloce era offerta in una versione “base” (poi scomparsa dai listini), oltre che in quella Lusso. Ebbene, le differenze erano molto similari a quelle che oggi separano la Rosso dalla Lusso (assenza delle sospensioni semi-attive a controllo elettronico, delle manopole riscaldate, del GPS e del cavalletto centrale) ma la Turismo Veloce “base” nel 2015 costava solo 2 mila euro in meno della Lusso, non 5 mila come la Rosso di oggi.

PIACE - Estetica, comportamento nel misto, dotazione

NON PIACE - Erogazione sotto i 4-5 mila giri, posizione in sella che deve piacere

ABBIGLIAMENTO UTILIZZATO

Casco: X-Lite X-903

Giacca: Alpinestars Crazy Eight

Guanti: Alpinestars Rayburn V2

Jeans: Alpinestars Copper V2

Scarpe: Alpinestars J-6 Waterproof

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