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Video prova Triumph Rocket 3: la moto dei record (221 Nm, 2.5 litri)

LA PROVA – tutta nuova, si mette a dieta e perde 40 kg, offrendo prestazioni ancora più esagerate e sorprendendo tra le curve. Un moto pazzesca e forse "non indispensabile", ma che conquista ed ha un fascino unico

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Lei è la moto dei record. Ne ha almeno tre, per la cilindrata del suo tre cilindri di quasi 2.500 cc, per la coppia di ben 221 Nm e per l’accelerazione nella classica misura anglosassone, lo 0-60 miglia, bruciata in 2.73 secondi. Attenzione che però la Rocket 3 non è solo questo, perché nella prova su strada ha saputo sorprenderci non poco. Pur salendo in cilindrata il motore perde ben 18 kg, con una dieta che complessivamente fa segnare sulla bilancia un “-40”. Il peso infatti scende sotto quota 300 (sono 291 a secco per questa versione R). Cambia un po’ tutto, compreso il look, ora decisamente molto accattivante, debutta il quadro strumenti TFT di seconda generazione, che interagisce anche con smartphone e Gopro, all’occorrenza.

MUSCOLI E STILE, MA CHE FINITURE!

Nasce per sorprendere in movimento, ma certo la Rocket 3 non lascia indifferenti nemmeno da ferma. Nel look fa un passo in avanti molto importante rispetto alla precedente generazione, grazie ad un aspetto che mescola sapientemente i muscoli, ostentati non solo con il suo motore unico, ma anche con una gommatura dedicata e (ovviamente) esagerata, con soluzioni raffinate ed un livello qualitativo che lascia ben poco spazio alle critiche. ll design della parte frontale ruota intorno ai doppi fari circolari a LED, con un piccolo cupolino a coprire la strumentazione, che è il moderno TFT di nuova generazione, che ha debuttato lo scorso anno sulle Scrambler 1200. Oltre a “snocciolare” tutte le informazioni con una grafica personalizzabile, comunica con Smartphone e action cam via Bluetooth. L’avantreno non può che essere “massiccio”, con una forcella a steli rovesciati con gambali neri, piastre dalle dimensioni importanti e una gomma “cicciotta” dalla inusuale sezione di 150 come larghezza.

Oltre alla componentistica al top, sono tutti i dettagli a convincere sulla qualità generale. Anche il design, la scelta dei materiali e dei colori, tutto è assolutamente ben studiato e nulla viene lasciato al caso. Si tratta di una moto che ostenta, indubbiamente, con stile e gusto. Il motore tre cilindri è posto “per il lungo”, con una soluzione inusuale dettata dalle sue dimensioni fuori da comune, che lascia i tre giganteschi collettori di scarico sul lato destro. Più d’uno, vendendola ferma, ci ha infatti chiesto se si trattasse in un “V6”, osservando questo lato dell’innovativo sistema di scarico. Il 3 in 1 in 3 lascia un terminale sul lato sinistro (basso e quasi completamente nascosto dalla meccanica) e due sul lato destro, decisamente più visibili e tagliati a fetta di salame, corti al punto di lasciare totalmente in vista il cerchio posteriore in alluminio pressofuso ed a 20 razze.

Questo grazie all’adozione del monobraccio per la sospensione posteriore, che è sul lato opposto ed integra l’enorme cardano con cui i 221 Nm arrivano alla gomma da 240. Un piccolo capolavoro sono poi le pedane del passeggero a scomparsa, con doppio snodo. All’inizio vanno cercate, per quanto siano integrate del design quando sono chiuse. Il guidatore ha davanti a se il largo serbatoio, mentre sull’altare del design il codino è decisamente piccolo e tronco, con uno spazio ridotto per la sella del passeggero.

IL PIÙ GRANDE AL MONDO, MA NON SOLO

La Rocket 3 è tutta nuova e dal cospicuo aggiornamento non poteva esimersi (ovviamente) il motore. Sale in cilindrata (era un 2.300), è già omologato Euro 5, ma soprattutto guadagna una curva di erogazione nettamente migliorata ai medi. Offre una potenza che sale di circa l’11%, sono infatti 167 i cavalli erogati a 6 mila giri, ma soprattutto 221 Nm di coppia a 4 mila, circa il 70% in più delle migliori concorrenti. Come detto, il nuovo propulsore è anche più leggero di ben 18 kg (dei 40 che perde la moto nel complesso). L’elettronica offre 4 modalità di guida (Sport, Road, Rain e Rider), oltre che l’Hill Hold di serie per tenere il veicolo fermo nelle ripartenze in salita. Nuova è la frizione idraulica "Torque Assist", fornisce un'azione leggera, riducendo lo sforzo della leva.

CICLISTICA RAFFINATA PER RENDERE IL “MOSTRO” PIACEVOLE DA GUIDARE

La Rocket 3 non è solo motore ed estetica, assolutamente. Intorno ad un propulsore esagerato è stata infatti una moto estremamente raffinata, con componentistica di livello assoluto, in grado di rendere questo “mostro” perfettamente guidabile e perfino appagante nel misto stretto. Il nuovo telaio in alluminio contribuisce al risparmio di peso complessivo della Rocket 3, mentre all’anteriore la ciclistica prevede una forcella Showa regolabile con steli da 47 mm ed un coreografico monobraccio al posteriore, con ammortizzatore sempre Showa e regolabile. L’impianto frenante prevede invece le pinze freno Brembo Stylema monoblocco a quattro pistoncini con dischi da 320 mm, abbinate alla pompa radiale RCS (sempre Brembo). Questa volta ad impressionare è però anche il sistema frenante al posteriore con misure e caratteristiche degne dell’anteriore di una sportiva. Il disco è infatti da ben 300 mm ed è morso da una pinza Brembo M4.32 monoblocco a 4 pistoncini! Il tutto ferma egregiamente la moto, anche grazie alla presenza del Cornering ABS, che sfrutta la piattaforma inerziale IMU a cinque assi (rollio, beccheggio, imbardata, angolo di inclinazione e velocità di accelerazione) di Continental.

PARTENZE DA STRACCIARE L’ASFALTO, MA È “GUSTOSA” IN OGNI CONTESTO

La precedente generazione era già una sorpresa, perché non disdegnava affatto le curve ed offriva prestazioni senza paragoni. Ora però la moto è tutta nuova e segna un passo in avanti davvero epocale. Tutta nuova è anche la posizione in sella, che è più classica. La vecchia Rocket sembrava nascere intorno all’enorme motore ed obbligava ad una postura particolare, con le pedane molto alte. Ora invece la triangolazione è più ottimale. La sella è a 773 mm da terra (750 per la GT), le braccia sono leggermente protese in avanti ad impugnare un manubrio molto largo, con una postura che però non affatica troppo nemmeno viaggiando. Le gomme Avon Cobra Chrome, sviluppate appositamente per la nuova Rocket 3, sono delle enormi 240 al posteriore (su cerchio da 16) e 150 all’anteriore (17”). Unendo una gommatura così abbondante ad un interasse chilometrico (di 1.667 mm) si potrebbe pensare che la Rocket possa essere impacciata in curva, invece far scintille limando le pedane non potrebbe essere cosa più semplice. La abbiamo guidata anche sul misto stretto ed è una sorpresa enorme. Lei danza da una curva all’altra e nemmeno i freni vanno mai in difficoltà. Si guida meglio in modo tondo piuttosto che cattivo, perché una guida fisica con lei diventa quasi una lotta impari, dati i numeri in gioco.

Il motore è un portento, ha un gusto unico, spinge bene già da poco più del regime del minimo, ha un tiro incredibile e da dragster tra 2 e 4 mila giri, oltre è semplicemente esagerato. Allunga fino a quota 7 mila, ma tra i 4 ed i 7 mila giri è consigliato sfruttarlo solo sporadicamente, per quello che già sotto la Rocket è in grado di offrire. A 130 km/h si viaggia a circa 3 mila giri, senza vibrazioni e con le gambe piuttosto protette, ma il busto e la testa esposti all’aria. Con le sue prestazioni la Rocket 3 potrebbe arrivare a velocità degne di una sportiva, ma per sicurezza la sua velocità massima è limitata a circa 220 km/h. Gli scarichi, come detto, sono divisi due a destra ed uno a sinistra. A scaldare sono soprattutto i collettori però, che sono sul lato destro, a pochi centimetri dalla gamba. Sorprendentemente, dati i numeri e le dimensioni in gioco, non sono mai troppo fastidiosi e il calore si fa sentire sotto i 60 km/h, senza diventare un problema. Ci sono moto che non hanno dei collettori enormi come questi, ma scaldano di più, perché non così ben isolati.

In compenso la Rocket 3 scoppietta e borbotta in rilascio regalando un bel sorriso a chi la guida. Le partenze possono diventare una droga, sono perfettamente gestite dal controllo di trazione, ma se lo si spegne il gusto sale a livelli irraggiungibili. Si tratta di una cosa consigliata solo a chi abbia un po’ di esperienza, perché i 221 Nm sono qualcosa di assolutamente pazzesco, sembrano quasi torcere il telaio quando si lascia la frizione ed occorre trovare un luogo isolato (meglio ancora chiuso al traffico) per provare a gestirli con il polso destro.

Le nuove Avon Cobra Chrome, insieme alla Rocket 3 funzionano alla perfezione, offrendo un grip così elevato che la moto (a differenza della vecchia generazione), oltre a far fumare il posteriore da 240, riesce ad impennare (a controllo di trazione spento), malgrado la lunghezza complessiva e quella del forcellone. Come tutte le cose esagerate la Rocket 3 deve piacere, nulla dei suoi record potrà sembrare necessario, ma dopo averla provata il gusto che riesce a regalare alla guida la farà desiderare a tanti. La qualità generale e delle finiture è poi eccellente. Da lode anche la dotazione, che prevede anche il sistema keyless, il cruise control, una USB sotto alla sella e le manopole riscaldate.

IL PREZZO ED I CONSUMI

Omologata Euro 5, la Rocket promette consumi di 6,82 l / 100 km, un dato vicino alla media di 14-15 km/l che abbiamo rilevato, con punte di 18-19 in autostrada. Si viaggia quindi senza grossi problemi grazie al serbatoio da 18 litri. Se si esagera si scende ovviamente con i consumi, ma è difficile farlo a lungo, perché tanta irruenza rischia di stancarvi le braccia e non solo, oltre che mettere a dura prova l’asfalto.

Quanto al prezzo, le nuove Triumph Rocket 3 sono a listino a 22.500 euro nella versione R da noi provata, 23.300 per la GT. Quest’ultima rispolvera la vocazione turistica, che da sempre ha contraddistinto la Rocket, con una configurazione che prevede lo schienalino per il passeggero, un parabrezza, la sella comfort ribassata, ma anche le pedane avanzate ed una lavorazione a macchina per i cerchi (con la porzione delle razze che è portata a metallo rimuovendo la vernice). Per comprarla c’è da mettersi il lista però, perché pare che tutti gli esemplari previsti per l’Italia siano già stati venduti. Un gran successo se pensate cosa è successo negli scorsi mesi.

L’unica rivale che si possa immaginare per lei è la Diavel (e la Diavel X), ma di fatto sono prodotti così diversi da finire per essere entrambi unici e non paragonabili. La Diavel “liscia” è più tagliente sul misto, all’altezza degli migliori naked, ma la Rocket di contro è imparagonabile in tante altre cose. In assoluto è la moto più esagerata che si possa guidare, folle da alcuni punti di vista, ma proprio per questo sarebbe bello vivere in un mondo in cui invece degli scooter ci fossero tante Rocket 3!

PIACE - Estetica, guidabilità superiore alle attese, senza paragoni per motore e prestazioni

NON PIACE - Esagerata, quasi folle da alcuni punti di vista (ma è un difetto?)

ABBIGLIAMENTO UTILIZZATO

Casco: X-Lite X-903

Giacca: Alpinestars Crazy Eight

Guanti: Alpinestars Rayburn V2

Jeans: Alpinestars Copper V2

Scarpe: Alpinestars J-6 Waterproof

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