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Moto2, Bezzecchi: "Il treno MotoGP passa una volta sola, non voglio bruciarmi"

INTERVISTA - "Ho faticato troppo al debutto in Moto2, col senno di poi sarei rimasto un altro anno in Moto3. Ma non ho rimpianti, ora mi sento più forte"

Moto2: Bezzecchi: "Il treno MotoGP passa una volta sola, non voglio bruciarmi"

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Non sempre le cose vanno come si immaginano,  è una lezione che ha imparato Marco Bezzecchi. Dopo avere lottato per il titolo in Moto3 nel 2018, l’anno scorso aveva accettato la sfida in Moto2 con KTM e il team Tech3. Non è stato un buon anno per lui e, come se non bastasse, la Casa austriaca a metà stagione aveva anche annunciato il ritiro dalla classe intermedia. Invece di prendere il primo volo per Lourdes, il Bez ha trovato un posto in famiglia, nel team Sky, diretta emanazione della VR46  Riders Academy di cui fa parte.

È nel posto giusto per ripartire, anche se dovrà farlo passo dopo passo.

Marco, quale aspettative hai per quest’anno dopo un debutto difficile in Moto2?

La scorsa stagione ho faticato, non è stata sola colpa della moto. Sono mancati risultati, ho anche avuto tanta sfortuna. Non dò la colpa alla KTM, Binder ha vinto con quella moto”.

Le difficoltà del passaggio da Moto3 a Moto2 ti hanno sorpreso?

Me lo aspettavo difficile, ma non di metterci così tanto tempo ad abituarmi. Non sono stato molto contento di me stesso, ci ho messo troppo, ma quando ho iniziato a carburare mi sentivo veloce ma ci sono stati degli episodi sfortunati: mi hanno fatto cadere, sono caduto da solo, la moto si rompeva. Potevo comunque essere abbastanza competitivo”.

Che effetto ti ha fatto vedere piloti con cui lottavi in Moto3, come Bastianini e Di Giannantonio, essere più competitivi?

È stato quello che mi ha messo più in difficoltà, fino all’anno prima mi giocavo le gare con loro e mi sono ritrovato a prendere la paga da loro.  Però le cose sono migliorate alla fine e quando ho provato la Kalex del team Sky sono stato il più veloce nei test di Jerez”.

Anche Bagnaia, dopo avere vinto il titolo in Moto2, ha fatto molta fatica nel suo primo anno in MotoGP.

C’è chi si adatta più velocemente, come Quartararo, chi più lentamente, come me e Pecco. L’importante è non mollare e di uscire dai momenti di difficoltà. Adesso voglio affrontare serenamente questa stagione, ma è importante porsi degli obiettivi. Il primo, per me, sarà quello di essere in forma a Jerez, il secondo sarà quello di lottare per le prime 5 posizioni in gara, il terzo lottare per il podio e poi la vittoria (ride)”.

Hai già l’ansia di volere passare in MotoGP il prima possibile?

No, a me la Moto2 piace, quindi perché privarmene? La MotoGP sicuramente mi piacerà di più, ma finché non la proverò non potrò saperlo. Non voglio avere la fretta di bruciare le tappe, preferisco arrivare pronto, se dovrò aspettare un anno in più lo farò. Il passaggio in MotoGP è cruciale per la carriera di un pilota, è un treno che passa una volta sola, piuttosto di andare in un team che non mi convince preferirei aspettare”.

Hai mai pensato di rimanere un altro anno in Moto3 per vincere il titolo?

“Se tornassi indietro, piuttosto di fare un anno come lo scorso sarei rimasto in Moto3. Però mi sentivo pronto e avevo voglio di cambiare, inoltre le promesse erano state molto diverse. Non sono arrabbiato della mia scelta, sono stato comunque contento di avere fatto quella stagione in Moto2 perché sono diventato più forte, non ho rimpianti. I momenti difficili sono quelli che ti insegnano di più. Ma, ad averlo saputo, avrei fatto un anno in più in Moto3, non tanto per lottare per il titolo ma per non soffrire in quel modo".

Ora è il momento di ripensare alle gare.

Un po’ tutti abbiamo sofferto questa pausa, a me è dispiaciuto tanto iniziare il campionato e poi doverci fermare. È stato molto bello tornare in moto ad allenarsi al Ranch o a Misano”.

Cosa pensi di questo calendario?

È di emergenza ma è stato fatto un buon lavoro, ci sono dei round doppi ma in delle piste che a me piacciono.  Sono contento e mi va bene, anche se so che sarà stressante, è un calendario molto fitto, con le gare tutte attaccate, senza la possibilità di tornare a casa né di uscire dal circuito, sarà un anno, anzi un mezzo anno, difficile.

Molti piloti storcono il naso per la doppia gara sullo stesso circuito.

“Mi sembra un’ottima soluzione e non penso che ci fossero grandissime alternative. Comunque mi piace, ci sono piste a cui sei affezionato e ci corri solo una volta, ti piacerebbe tornarci e abbiamo la fortuna di poterlo fare questa volta”.

Bisognerà affrontare questo campionato in un modo diverso?

Fisicamente siamo allenati, sarà più difficile mentalmente. Con tante gare ravvicinate, non potendo staccare dopo la gara, sarà più tosta. Sarà figo mettersi alla prova, ma non penso che i valori in campo cambieranno”.

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