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SBK, La Superbike scalda i motori: cercasi l’anti Rea

Redding ha una strategia chiara per battere Johnny e in Australia ha giocato a carte coperte, per Razgatlioglu è l'ora della maturità

SBK: La Superbike scalda i motori: cercasi l’anti Rea

Ci siamo lasciati a Phillip Island lo scorso febbraio, con un weekend che ci ha regalato emozioni e colpi di scena. D’altronde in Australia solitamente funziona così. Già, perché il tracciato di Victoria tende a mescolare i valori in campo riducendo il vero gap tra i piloti. Ecco quindi un weekend con tre vincitori diversi e gare decise soltanto all’ultimo metro.

Non ci dispiacerebbe affatto qualora il copione si ripetesse anche alla ripresa del Mondiale, ma già sappiamo che rimarrà una flebile speranza. In Europa, infatti, i valori tendono ad emergere sulla lunga distanza e alla fine il copione è praticamente scritto come accade da cinque anni a questa parte con il solito Rea a fare il bello e cattivo tempo.

Nel momento in cui ripartirà il Campionato, il Cannibale della Kawasaki si ritroverà però ad inseguire il proprio compagno di squadra, leader a sorpresa del Campionato con ben 19 lunghezze di vantaggio sul nordirlandese. Non è stata certo una bella sorpresa per Johnny dover ritrovarsi a fare i conti con uno come Alex Lowes, che al debutto sulla Kawasaki ha fatto centro. Dal conta suo, per Alex non sarà così scontato confrontarsi con colui che si trova dall'altra parte del box, nonostante il britannico abbia nulla da perdere. Ricordiamo infatti che Lowes ha da poco rinnovato con KRT il proprio contratto e questo gli consentirà di affrontare le restanti gare con la mente sgombra da pensieri.

Intanto però la concorrenza è aumentata e Johnny lo sa bene. Tra le principali insidie nella rincorsa al titolo c’è senza dubbio Scott Redding, che in Australia ha pensato bene di non scoprire più di tanto le proprie carte. Phillip Island rappresentava infatti la sua prima gara in Superbike, non conosceva le gomme e di conseguenza meglio massimizzare il risultato anziché cercare rischi inutile. È quello che ha fatto il portacolori Aruba, capace di archiviare il weekend con tre terzi posti consecutivi. Scott l’ha capito: per battere Johnny l’unica soluzione è essere regolari, senza mai commettere errori e cercare di portare l’avversario al limite. Ovvio che non sarà cosa semplice, dal momento che negli ultimi cinque anni Rea ha sbagliato solo tre volte, ma questa sembra essere l’unica strada da percorrere per tentare di mettere i bastoni tra le ruote al rivale della Kawasaki.

Riavvolgendo per un attimo il nastro allo scorso febbraio, uno dei protagonisti si è rivelato Toprak Razgatlioglu, che al debutto con la Yamaha ha messo tutti quanti in riga in occasione di Gara 1. Il giovane turco ha bisogno di ben poche presentazioni e allo stesso tempo il talento non gli manca. Più volte abbiamo detto che il 2020 dovrà essere l’anno della verità e toccherà a lui confermarlo. Se la Yamaha ha puntato forte su di Razgatlioglu è perché in Giappone l’obiettivo è portare a casa il titolo iridato.

Dovrà lavorare sulla costanza Toprak, ovvero un aspetto che in parte gli è mancato in questi anni in Superbike. Già, in parte, dal momento che nella seconda parte della scorsa stagione ha saputo portare a casa la bellezza di ben undici podi. Probabilmente non basteranno per battere uno come Rea, ma di sicuro questa è la chiave per compiere quel salto di qualità che tutti si attendono. Avrà sei round a disposizione (il numero esatto lo scopriremo questa settimana) e di conseguenza sarà ancora più complicata la sua missione. Un Mondiale con così poche gare non permette infatti seconde chance in caso di errore.

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