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MotoGP, Beirer (KTM): "Le corse si fanno in pista, no agli ingegneri in remoto"

"Non dobbiamo prendere la direzione della Formula1, la gente guarda la MotoGP per lo spettacolo non per sapere chi siano gli ingegneri più intelligenti"

MotoGP: Beirer (KTM):

In Formula1 la “stanza dei bottoni” è una ormai una consuetudine: un secondo team di ingegneri che, da casa, analizzano i dati che arrivano dal circuito, danno simulazioni al computer e poi dicono cosa fare alle loro controparti al box, tutto in tempo reale. Un’estremizzazione del lavoro dietro le quinte nelle corse a cui la MotoGP, finora, è rimasta immune.

Ora, però, con la diminuzione del personale in pista, qualche Casa potrebbe pensare di utilizzare gli ingegneri rimasti in azienda a questo scopo. Una deriva che Pit Beirer, direttore della divisione motorsport di KTM, vuole assolutamente evitare.

Per mantenere il nostro sport in salute per il futuro non dobbiamo andare nella direzione della F1 e avere 80 o più ingegneri seduti a casa che forniscono dati a quelli in pista - ha dichiarato a crash.net Naturalmente sarebbe utile, ma penso che non sia assolutamente necessario per fare quello che vogliamo: correre con le moto in pista e rendere felice il pubblico con questo spettacolo”.

Beirer non vuole assolutamente certe estremizzazioni, con il rischio che le corse vedano come protagonisti gli ingegneri e non i piloti.

Credo che le persone non verrebbero mai in circuito o accenderebbero la TV per scoprire chi sono i 100 ingegneri più intelligenti seduti nei loro uffici - ha aggiunto - Piangerei per ogni euro che dovessi spendere in questa direzione. Voglio veramente mantenere lo spirito delle corse esattamente com’è e quando dico che mi mancano intendo in pista e non in ufficio”.


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