E’ difficile parlare di lati positivi quando si tratta della situazione che sta attualmente avvolgendo gran parte del mondo, ma nel caso di Nicolò Antonelli lo si può timidamente fare. Il cattolichino infatti è stato costretto a saltare la prima gara dell’anno per il riacutizzarsi dei problemi alla spalla, che sembrava lo potessero tenere ai box fino alla gara di Le Mans, ma lo stop forzato del campionato ha mischiato le carte in tavola.
“Sto impiegando leggermente più tempo del normale per recuperare a causa della situazione – racconta Nicco - dato che ad esempio non ho potuto andare in palestra, ma non c’era motivo di accelerare i tempi. Ad oggi potrei correre, anche se non al top, ma per la probabile ripartenza del campionato sarò tranquillamente del tutto in forma”.
Un passo importante lo hai già fatto, sei tornato in sella.
“Esatto, la scorsa settimana. Ho iniziato con la MiniGP per riprendere gradualmente, e mi sono sentito subito fluido in sella. Dopo qualche giro ho avvertito alcuni piccoli dolori ma è normale, dato che alcuni muscoli sono stati coinvolti dall’operazione e devono tornare in perfetta forma. Mi piacerebbe essere diventato immune al dolore, ma purtroppo ancora non è così (ride ndr)”.
I problemi alla spalla sono tornati senza che cadessi o avessi incidenti, una cosa certamente particolare
“Assolutamente. Ho avuto problemi alla spalla negli anni passati, ma in inverno era tutto sotto controllo. Nei primi test di Jerez ho iniziato a sentire dolore, e lo stesso durante il secondo giorno di test in Qatar, sempre senza cadute o imbarcate: a quel punto ho capito che tornare a casa ed operarmi era la cosa migliore da fare”.
Come hai passato la lunga quarantena?
“In primis ho proseguito con la riabilitazione. A parte ciò mi sono costruito una stanza per videogiocare, e sono stato molto da solo con me stesso, ne avevo bisogno: l’infortunio mi aveva buttato giù moralmente, ma riflettendo ho riacquistato la giusta carica e le giuste energie. Nel complesso stare a casa non mi è pesato, sono stato bene”.
Hai guardato la gara in Qatar? O la rabbia era troppa?
“All’inizio non volevo guardarla, ma alla fine l’ho fatto. Avevo molta rabbia ma alla fine il gusto del guardare una gara ha prevalso, mi ha fatto non pensare al dolore per un po’, mi ha divertito anche se ero a casa”.
Visto il contesto molto particolare, che tipo di stagione ti aspetti?
“Sinceramente non ho ancora capito che stagione sarà, ma il fatto che correremo molte gare in Europa alzerà notevolmente il livello, dato che tutti conosceranno più o meno bene le piste. A Jerez per esempio abbiamo fatto i test, quindi nelle due gare su quel circuito saranno in tanti ad essere veloci. Tra l’altro in tutti i test pre stagione qualcuno ha battuto il record della pista, quindi già in quel momento il livello era alto”.
Chiudiamo pensando al futuro. Il fatto di correre meno gare credi possa inibire un tuo possibile salto in Moto2?
“Dipende da quante gare correremo. Se facessimo poche gare sarebbe giusto se un team riconfermasse un pilota a prescindere, e dunque il mercato sarebbe pressochè chiuso, ma in caso contrario tutto sarebbe come sempre. Il mio obiettivo rimane compiere il salto in Moto2, ma viste le esperienze passate è meglio non pormi particolari obiettivi di questo tipo”.