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Zero incentivi su moto e scooter, il governo si dimentica del settore

Delusione di ANCMA, che si vede rifiutare le richieste, finalizzate soprattutto a sostenere le vendite degli Euro 4. Ora resta la (concreta) speranza che i termini per l’Euro 5 vengano spostati a livello europeo

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Demoralizzante. Che si guardi alle auto, alle moto o agli scooter, insomma a qualsiasi mezzo dotato di un motore alimentato a benzina o gasolio, il governo non ha fatto nulla per sostenerne il mercato. Pensare che si tratta della principale voce che costituisce il PIL ed il gettito dell’erario. Avete idea di quanti soldi tra Iva, accise sui carburanti, tasse di possesso, tasse versate dalle imprese coinvolte, incassi lo Stato italiano? In cambio il nulla. Questo non è un problema che nasce oggi, ma in quello che stiamo vivendo aveva senso immaginarsi un minimo di lucidità e qualche misura concreta a sostegno di un settore così importante.

Noi, da inguaribili ottimisti, avevamo ipotizzato l’abolizione del superbollo, un piccolo passo, che tra l’altro avrebbe evitato di continuare a gettare al vento almeno 140 milioni all’anno, sull’altare della questione di principio per cui sarebbe una “tassa sui ricchi”. Il decreto “Rilancio” invece ci riporta purtroppo con i piedi per terra, che significa confrontarsi con una politica che per principio o per ignoranza (nel senso “buono” di non conoscenza delle tematiche trattate) se ne infischia di tutto ciò che puzza di benzina e di gasolio.

Ed alcune cose erano già fatte e fattibili, per inciso. Parliamo ad esempio di quanto auspicato da parte di tutti i produttori, cioè un incentivo per sostenere un mercato che rischia di chiudere il 2020 con un saldo in perdita del 35-40%, almeno. La misura per incentivare la vendita di moto e scooter Euro 4 era già fatta e si sarebbe pagata da sola. Una riduzione del 20% sul prezzo d’acquisto (con un massimale di 3 mila euro), che sarebbe stata compensata da tasse ed indotto, ma soprattutto che avrebbe consentito di tenere alto (o meno basso, a seconda del punto di vista), un mercato che quest’anno finirà, comunque, con le ossa rotte.

#usaledueruote, la campagna per incentivare l’uso delle moto e degli scooter, utile a contenere il rischio contagio in questo momento, pare interessi solo nei confronti di biciclette e monopattini, unici mezzi che possono contare su un incentivo. Pochi hanno colto che però anche lì le cose si potevano fare meglio. Volete davvero comprane uno (tra l’altro l’utilizzo è strettamente vincolato al fatto di vivere in una grande città)? Pensate di pagarlo meno al netto dell’incentivo, che ha un valore massimo di 500 euro? Sbagliate, perché verrà erogato sotto forma di bonus elettronico , quindi pagate ora (tutto), rivedrete (forse) il vostro incentivo in futuro. A patto di aver modo di spenderlo.

Per il settore moto, per la “questione” Euro 4, che anche Andrea Colombi (al vertice di Yamaha Italia) ci aveva indicato come principale preoccupazione in questo momento, toccherà sperare in una decisione a livello europeo, che porti allo slittamento della fine del ciclo di vita delle moto e degli scooter di vecchia omologazione non più al 31 dicembre 2020, ma forse un anno dopo.

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