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L'Italia riapre dal 3 giugno. Chiuse le frontiere europee esterne

Si comincia a vedere la luce alla fine del tunnel anche per lo sport. Ci si aspetta che l'Europa segua, ma sarà l’Agenzia Ue per le malattie a decidere. Le regioni avranno possibilità di deroga. Le indicazioni utili per prepararsi

News: L'Italia riapre dal 3 giugno. Chiuse le frontiere europee esterne

Due giorni fa la Formula 1 ha reso noto un calendario molto ottimista. La Dorna resta invece per il momento ancora in finestra, ma la situazione dovuta alla pandemia da Covid-19 è in evoluzione.

A partire dal 18 maggio 2020, in Italia gli spostamenti delle persone all'interno del territorio della stessa regione non saranno soggetti ad alcuna limitazione. E' quanto prevede il dl approvato nella notte con le misure anti coronavirus che entreranno in vigore da lunedì.

"Lo Stato o le Regioni, in base a quanto previsto dal decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, potranno adottare o reiterare misure limitative della circolazione all'interno del territorio regionale relativamente a specifiche aree interessate da un particolare aggravamento della situazione epidemiologica", si legge nel decreto.

Fino al 2 giugno 2020 restano comunque vietati gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, così come quelli da e per l'estero, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza.

A decorrere dal 3 giugno 2020, gli spostamenti tra regioni diverse potranno essere limitati solo con provvedimenti statali adottati ai sensi dell'articolo 2 del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree.

Tali norme varranno anche per gli spostamenti da e per l'estero, che potranno essere limitati solo con provvedimenti statali anche in relazione a specifici Stati e territori, secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico e nel rispetto dei vincoli derivanti dall'ordinamento dell'Unione europea e degli obblighi internazionali.

Saranno comunque consentiti gli spostamenti tra la Città del Vaticano o la Repubblica di San Marino e le regioni confinanti.

Le regioni avranno la possibilità di derogare a queste indicazioni

Le regioni comunque avranno la possibilità di derogare a queste indicazioni. De Luca (Campania) ha per esempio detto di voler “mantenere l’impedimento di entrare in Campania da parte di chi vive nelle regioni del nord, se non per motivi di lavoro e salute”. Zaia (Veneto) afferma che “l’approccio a macchia di leopardo non è scandaloso”.

Come si può leggere ancora non c’è uniformità, e del resto è inevitabile. Siamo in una fase di riapertura, che però non è totale e, soprattutto, non è reciproca. Questo vale per l’Italia ed anche se è indubbiamente un passo in avanti non è detto che gli altri Stati adotteranno le stesse misure.

L’Italia si prepara dunque a riaprire le frontiere con il resto d’Europa e dal 3 giugno si potrà entrare in Italia dai Paesi dell’Unione europea, dell’area Schengen compresi Svizzera e Monaco.

Per chi varcherà i confini non sarà più prevista inoltre la quarantena obbligatoria con isolamento di 14 giorni.

D’altra parte però la stessa Commissione europea sta coordinando la riapertura dei confini di tutti i partner dell’Unione. Sarà l’Ecdc, l’Agenzia Ue per le malattie, a mappare il territorio europeo e a bloccare il flusso di viaggiatori tra aree con una alta densità del contagio.

Si aspetta che anche gli altri partner europei il 3 giugno aprano le frontiere in conseguenza delle raccomandazioni di Bruxelles.

Restano chiuse almeno fino al 15 giugno tutte le frontiere europee esterne

Restano invece chiuse almeno fino al 15 giugno tutte le frontiere europee esterne, ovvero con il resto del mondo. A metà del prossimo mese la Commissione europea deciderà se levare il blocco o se prolungarlo.

Per il motociclismo che prevede l’arrivo di uomini e donne da ogni parte del mondo maggiori difficoltà

Cosa significa questo per lo sport, ed in particolare per il nostro sport? Tutto e niente, perché la cosa più importante saranno le regole che dovranno essere applicate per lo svolgimento dei singoli sport. E se per il calcio - che pure ne discute ancora senza un accordo - parrebbe relativamente semplice, per il motociclismo che prevede l’arrivo di uomini e donne da ogni parte del mondo l’operazione si presenta un po’ più complicata. Vedremo, è troppo presto per cantare vittoria e credere, come sta facendo la F.1, ad un campionato completamente libero e fuori Europa. Ma un po’ di ottimismo si può avere.

Qualche indicazione utile per le varie attività...

La prossima settimana potranno riaprire i battenti ristoranti, bar, negozi, spiagge, palestre: scende a un metro la distanza minima da rispettare e la prenotazione sarà obbligatoria per parrucchieri e saloni bellezza.

La distanza interpersonale minima obbligatoria nella ristorazione scende a 1 metro e occorre privilegiare l'accesso tramite prenotazione, mantenendo l'elenco delle prenotazioni per un periodo di 14 giorni. I tavoli devono essere disposti in modo che le sedute garantiscano il distanziamento interpersonale.

La distanza può essere ridotta solo ricorrendo a barriere fisiche tra i diversi tavoli adeguate a prevenire il contagio.Nei bar l'ingresso deve essere contingentato e limitato a un numero di clienti che possa garantire la distanza interpersonale di almeno 1 metro

Ospiti e personale devono indossare mascherine.

Nei negozi di abbigliamento dovranno essere messi a disposizione della clientela guanti monouso da utilizzare obbligatoriamente per scegliere in autonomia la merce. I clienti devono sempre indossare la mascherina, cosi come i lavoratori in tutte le occasioni di interazione con i clienti.

Per le palestre la distanza minima da mantenere sale a 2 metri.

Per quanto riguarda balneazione e spiagge invece le linee guida concordate prevedono un distanziamento tra gli ombrelloni in modo da garantire una superficie di almeno 10 metri quadri per ogni ombrellone. Quando non posizionate nel posto ombrellone, tra le sdraio deve essere garantita una distanza di almeno 1.5 metri. Le attrezzature come lettini, sedie a sdraio, ombrelloni etc. vanno disinfettati ad ogni cambio di persona o nucleo famigliare. In ogni caso la sanificazione deve essere garantita ad ogni fine giornata.

Per quanto riguarda le spiagge libere infine, si ribadisce l'importanza dell'informazione e della responsabilizzazione individuale da parte degli avventori.

 


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