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MotoGP, Mahé: "Se Quartararo batterà Marquez, sarà per sempre italiano"

VIDEO - Il manager del francese scherza sul suo futuro nel team di Valentino. "Abbiamo avuto contatti con Ducati, ma nulla di concreto. Le qualità di Fabio? La precisione e riesce a capire il limite"

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Fabio Quartararo è stato ospite di una nostra diretta (potete vedere il video qui sopra e leggere l’articolo QUI) in cui ha risposto a tante domande degli appassionati. Insieme a lui c’era anche Eric Mahé, il suo manager, “ma per me è un vero amico, il nostro non è solo un rapporto di lavoro” ha sottolineato il pilota francese.

Mahé ha raccontato il rapporto con Fabio e ha anche scherzato sul modo in cui i tifosi italiani lo accoglieranno quando, il prossimo anno, prenderà il posto di Valentino nel team ufficiale Yamaha.

Se batterà Marquez, diventerà per sempre italiano” ha detto sorridente.

Il manager ha anche spiegato come sono andate le trattative con Iwata.

La strategia è stata quella di aspettare perché Fabio stava crescendo, sarebbe stato stupido firmare un accordo lo scorso settembre - ha svelato - All’inizio ho spinto con Yamaha per avere una moto ufficiale già nel 2020 perché avevamo capito di averne bisogno per lottare per la vittoria. Siamo stati pazienti e abbiamo raggiunto questo accordo insieme a quello di passare nel team ufficiale per il 2021 e il 2022 dopo due mesi di duro lavoro.Non volevamo cambiare moto, ma aspettare il momento giusto per decidere. Siamo molto contenti del risultato”.

Quartararo è stato anche nel mirino di altre Case.

“Abbiamo parlato con Ducati ma non c’è stato nulla di concreto - ha confermato Mahé - Secondo me un pilota deve seguire una progressione naturale: primo anno con una moto satellite con un team satellite, secondo anno con una moto ufficiale nella stessa squadra e poi un biennale con lo stesso staff tecnico. Penso che sia una progressione lineare e rende le cose più facili al pilota anche dal punto di vista psicologico”.

Eric ora è uno dei manager più invidiati del paddock avendo l’enfant prodige nella sua scuderia, ma questo non lo rende nervoso.

Non sento nessuna pressione perché ci fidiamo l’uno dell’altro - ha assicurato - Sono molto contento e sto mettendo tutte le mie energie. Ci eravamo visti la prima volta in Qatar quando aveva debuttato nel Mondiale Moto3, ma solo per un saluto. Poi, l’anno successivo, Fabio era nei guai con il suo manager e suo padre venne da me per un aiuto, era aprile e abbiamo iniziato a conoscerci meglio, poi ad agosto abbiamo deciso di lavorare insieme, è stato qualcosa di naturale. Questo non è un lavoro come gli altri, devi capirti l’uno l’altro, serve complicità, non si tratta solo di affari, ci sono dei piloti con cui non potrei lavorare”.

Cosa l’ha colpito di Quartararo?

Dal punto di vista dello stile di guida, non ho mai visto un pilota con la sua precisione, guida al millimetro - la sua risposta - Inoltre non cade molto, significa che percepisce il limite e riesce a tenersi quello 0,5% di margine che gli permette di avere un buon passo senza cadere. Mentalmente ha una grande stabilità ed è sempre sorridente, per un pilota è una grande qualità. A volte può capitare un fine settimana storto, c’è dello stress, ma dopo 5 minuti da quello che è successo riusciamo a scherzare. In una stagione con 20 gare è importante non portare con sé le frustrazioni”.

E i punti deboli?

Zero. Non ne ho visti e spero di non vederne mai” ha concluso ridendo.

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