Anche le moto sembrano destinate a ripartire con l’arrivo dell’estate ed il primo campionato a prendere il via potrebbe essere il CIV. Qualche giorno fa, durante l’intervista a Enzo Chiapello vi avevamo anticipato la volontà di un auspicabile inizio del campionato italiano a fine giugno e così è stato confermato anche dalla Federazione. Sempre nell’intervista a Chiapello, patron della Nuova M2 Racing, abbiamo anche parlato dei protagonisti che il team porterà in pista ed uno dei nomi più interessanti è sicuramente quello di Eddi La Marra.
“Nel 2019 ho vinto il National Trophy praticamente senza rivali – ci ha detto Eddi nel corso di una intervista – Nel 2020, invece, vorrei fare bene nel CIV e utilizzare magari il National per recuperare qualche chilometro. Dopo il mio infortunio ho perso tanto tempo fuori dalla pista ed ora non sono ancora dove vorrei essere, ma sto lavorando per arrivarci”.
Qual è il tuo obiettivo per questo 2020 di CIV?
“Mi piacerebbe stare nei primi cinque, ma so che sarà complicato perché ci sono delle Ducati molto forti in griglia e la RSV4 è una moto un po' datata ma comunque vincente. Oltre alla questione tecnica sento di avere qualche arretrato rispetto ad altri piloti, devo ancora recuperare qualcosa per arrivare al loro livello”.
Hai detto della RSV4, forse si è arrivati al massimo dello sviluppo di una moto così “anziana”?
“Ne abbiamo avuto la prova lo scorso anno con Lorenzo Savadori, lui è molto forte e conosce la moto ma ha comunque perso contro Pirro e la Panigale V4. Io non posso dire cosa deve fare Aprilia, la RSV4 non ha nulla da invidiare a nessuna moto e io devo solo ringraziare la Casa e Nuova M2 per il supporto che mi hanno dato nel National, ma ovviamente se ci sarà un rinnovo io sarò felicissimo”.
Eddi il 2020 potrebbe essere l’anno del tuo ritorno tra i “big” del CIV, qual è il tuo sogno nel cassetto?
“So di essere vecchio, ed è inutile prendersi in giro da solo. Il mio sogno non è rientrare nel mondiale, anche se un certo Troy Bayliss è arrivato nella SBK a 31 anni, ma di gente come lui ne nasce poca. Vorrei fare una Wild Card, questo al momento è il mio sogno”.
Dopo il tuo terribile incidente cosa ti fa risalire in sella ogni volta?
“Andare in moto è l’unica cosa che mi fa sentire vivo. So che se per caso dovessi dare una botta alla testa, anche solo la metà di quella che ho dato nel mio incidente, potrei morire. Pero non mi interessa, salire sulla moto è la cosa che mi da forza per continuare ad andare avanti. Il giorno che inizierò a mollare il gas per paura, vorrà dire che sarà finita la mia carriera”.
Segui il mondiale SBK da casa? Cosa ne pensi? Ti diverte ancora?
“Purtroppo il mondiale SBK non è più quello di un tempo, per vari motivi. Una volta c’erano grandi personaggi, nel 2000 sono andato a Monza ed ero alla variante, dove Bayliss fece il quadruplo sorpasso. Ora è cambiato tutto a causa dei cambi regolamentari, della proprietà e per il dominio di Rea”.