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MotoGP, Suppo: "Al posto di Puig avrei impedito a Lorenzo di andare in Yamaha"

"Non so se lo hanno pagato in parte o niente. Per me era da evitare. Come velocità pura Casey e Marquez sono sullo stesso piano. Sepang 2015? Ognuno resterà per sempre sulle proprie idee"

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Livio Suppo è stato l'ospite della nostra diretta quotidiana ed assieme a lui i nostri Paolo Scalera e Matteo Aglio hanno affrontato tantissimi argomenti, parlando del periodo passato in Ducati ed anche della splendida avventura in Honda prima con Casey Stoner e poi con Marc Marquez. Il manager ha un'esperienza enorme in MotoGP ma dopo oltre venti anni di paddock nel motomondiale ha deciso di intraprendere la carriera di imprenditore dando vita alla Thok, azienda che produce E-MTBike di alto livello. 

Nella lunga chiacchierata, Suppo non si è sottratto ovviamente neanche alle domande più pepate degli utenti, che volevano conoscere tanti dettagli inediti ed hanno avuto realmente pane per i propri denti, perché il buon Livio ha svelato moltissimi retroscena legati a tanti episodi più o meno controversi che ha vissuto in prima linea, passando da Sepang 2015 al momentaneo passaggio di Troy Bayliss in Honda in MotoGP, fino anche a valutare le scelte di Yamaha che di fatto hanno messo fuori squadra Valentino Rossi forse prima del tempo.

La nostra chiacchierata parte dalla proposta di Marc Marquez di confermare i contratti del 2020 anche per il 2021. Che ne pensi?

"In effetti se non si corre, il 2020 è un anno che non è esistito. Potrebbe essere un’idea quella di Marc. Di certo, per quelli che hanno firmato già per il 2021 ed anche per il 2022 non è il massimo. Cosa fa Quartararo, che ha già un contratto in tasca? E Valentino Rossi, che ancora non ha deciso? Non è facile gestire questa situazione, neanche per chi deve fare i contratti".

Suppo: "Il contratto di 4 anni di Marquez è anomalo, ma lui è un pilota anomalo"

Parlando di contratti, quest'anno è stato firmato un contratto particolarmente lungo. Che ne pensi dell'accordo di 4 anni tra Marquez e Honda?

"E' un contratto anomalo, di solito si fanno di due anni, a volte anche con opzione a favore dell’azienda. Chiaro che con un pilota anomalo come Marc, ci sta. Perché Marc è talmente competitivo da essere anomalo e la Honda lo vuole per tutta la sua carriera. Un contratto così comporta dei rischi divisi 50 e 50 tra pilota e Costruttore. Un pilota come Marc nel giro di 5 anni , ovvero l'orizzonte temporale del contratto, non avrà un calo di prestazioni. D’altra parte la Honda fa sempre moto competitive. In questo caso sono entrambi sicuri di quello a cui vanno incontro".

Cosa ne pensi invece della coppia di fratelli in Honda?

"Bisogna capire in che situazione si sono trovati. Jorge ha dichiarato a Valencia che si sarebbe ritirato. Chi era libero tra i piloti da mettere su quella moto? C’era Zarco o dovevi magari prendere Nakagami, o Cal. Avrebbero creato una serie di casini alla LCR però. Il campione del mondo Moto2 era libero, o almeno prendibile in quel momento. Hanno fatto bene, poi chiaro che se questo pilota fa Marquez di cognome sembra diversa, ma in realtà è andata così". 

Restando in tema contratti, ma come lo hai visto il passaggio di Lorenzo da Honda a tester Yamaha. Non avresti messo una qualche clausola per evitarlo?

"Faccio l’antipatico e dico assolutamente di si. Non so se il contratto tra Honda e Jorge sia terminato senza il pagamento di un compenso per il 2020. Non so se lo hanno pagato in parte o niente quanto era inizialmente previsto. Certo è strano che una Casa abbia consentito questo ad un pilota che aveva dichiarato di volersi ritirare. Per me era da evitare".

Suppo: "Fossi stato in Honda, avrei impedito a Lorenzo di tornare da tester in Yamaha"

C'è stato un altro pilota che ha lasciato Honda in modo inaspettato, seppure a fine carriera. Secondo te come mai Pedrosa non è rimasto un uomo immagine di Honda dopo tutta una carriere con loro?

"Potrei essere cattivo, ma evito. In Honda è arrivato qualcuno con cui Dani Pedrosa non andava d’accordo o magari qualcuno che non gli ha neanche offerto di fare da collaudatore. Puig ha creato Dani, l'ha realmente fatto crescere come pilota a sua immagine e somiglianza. Poi di colpo Pedrosa non ha più voluto lavorare con lui. Puig, che è un tipo giusto un poco rancoroso, credo che se la sia portata dietro. Dani nell’ultimo anno ha performato molto male rispetto a quando c'ero io nei box, l’ambiente evidentemente non era più buono e un pilota risente molto di queste cose". 

Sempre restando sul tema contratti, che idea ti sei fatto dell'ipotesi che Rossi nel 2021 corra con i colori Petronas? Fossi stato nei panni di Lin Jarvis avresti fatto la stessa scelta?

"Sinceramente non l’avrei messo in Petronas. Io credo che la sua carriera con Yamaha sia tale per cui avrei aspettato di rinnovare Maverick, perché Vinales è lì da qualche anno e le prestazioni sono altalenanti. Sembrava all’inizio che fosse il predestinato, che fosse destinato a detronizzare Marquez. In realtà ha alternato tutti gli anni gare in cui è fortissimo ad altre in cui va in difficoltà. Credo che sia una sorta di sua caratteristica, ma mi è sembrato prematuro rinnovare un pilota così altalenante con largo anticipo. Certo, col senno di poi è facile giudicare visto quello che è successo con il Covid19, ma io avrei aspettato". 

Suppo: "Jarvi doveva aspettare invece di firmare con Vinales, che è molto discontinuo"

In ogni caso il ritiro di Rossi non è troppo lontano ormai. Secondo te ha più bisogno Rossi della MotoGP o la MotoGP di Rossi?

"Questa è veramente una bella domanda. Forse, per fare il politico, dico che hanno entrambi bisogno l’uno dell’altro. Valentino adora correre e sembra che faccia fatica a dire 'ok, ora sto casa'. Così come la MotoGP è preoccupata di quando prima o poi Valentino si ritirerà, perché nessuno ha mai visto la MotoGP senza Rossi ad alto livello. Di fatto Rossi ha accompagnato e fatto crescere la MotoGP fino al livello a cui è oggi. Difficile dirlo, secondo me se ragioniamo ad esempio su Ferrari e F1, lì sarebbe la F1 a perdere parecchio perché la Ferrari continuerebbe a vendere auto senza problemi per tantissimi anni. Io penso che in MotoGP si continuerà normalmente ma in Italia si avrà un calo di interesse, quindi speriamo che non ci sia una sorta di effetto Tomba. Quando Alberto si ritirò lo sci in pratica sparì dalle scene in Italia. Resta la Ducati, ci sono piloti forti, speriamo che rimanga il legame tra la MotoGP e i tifosi in Italia". 

Nella tua carriera di manager hai gestito tanti piloti. Quali sono stati i più facili e quali i più complicati da gestire nel tuo ruolo?

"Nicky Hayden è stato il pilota più facile, ma anche lavorare con Loris Capirossi è stato bello. Era disponibile, educato. Io sono stato fortunato, ho avuto sempre piloti facili da questo punto rivista. Li ricordo tutti con piacere, sono sempre state persone ragionevoli. Io ricordo che le gare del Mugello erano un incubo. La Phillip Morris avevano il village, la Telecom aveva il Village. C’erano 45 minuti di tour de force per portare i piloti dagli ospiti ma mattina della gara e capisco che non piaceva per niente ai piloti. Il pilota più difficile da gestire forse è stato Casey, perché quando aveva le giornate storte era veramente difficile gestirlo. Nel 2012, dopo aver deciso per il suo ritiro, era demotivato, non sopportava nulla di quello che lo circondava e fu un anno veramente tosto". 

Suppo: "Stoner e Marquez fortissimi, però Marc ha nel carattere la sua arma segreta"

Hai gestito anche due dei piloti più forti della storia del motociclismo, come Stoner e Marquez. Quanto sono diversi tra loro questi due campionissimi?

"In termini di prestazioni pure, sono due talenti grandissimi. Come Valentino Rossi o Mick Doohan, per intenderci. Casey ha avuto dalla sua la sfortuna di correre con in un periodo in cui c'erano tanti piloti fortissimi, i famigerati fantastici quattro come li chiamavamo noi. Valentino, Pedrosa e Lorenzo tutti assieme,  ed è difficile vivere un periodo con tanti piloti così forti tutti assieme. Doohan ha dominato nel suo periodo, poi è arrivato Rossi. Poi si sono alternati per un po', e poi è arrivata l’epoca di Marquez. Sono due mostri, come completezza però credo che il carattere di Marc sia la sua arma segreta. E’ portato a vedere il lato positivo delle cose ed andare al massimo nell’arco delle 18 gare".

Suppo: "Nakamoto aveva un debole per Stoner: prese un macchina e la targò con il numero 27"

Potevano anche finire in squadra assieme nel 2013 se non si fosse ritirato Casey.

"Stavamo trattando per il 2013 con Casey, Nakamoto di HRC aveva un debole per lui. Cambiò la macchina e si fece fare la targa con il numero 27 per Casey. Ci abbiamo provato in tutti i modi a convincerlo. Gli fece un’offerta altissima prima ancora di avere l'ok dai vertici in Giappone, lui ci pensò su ma disse di no. Lo sapevamo, era una decisione che aveva maturato nel tempo e secondo me legata al fatto che nel 2012 quando arrivò il 1000 lui era convinto di essere più competitivo. Provò la moto ed era entusiasta, in Qatar fece terzo perché ebbe un problema fisico. Vinse due gare a Estoril e Jerez. Secondo me lui si era convinto di vincere il mondiale facilmente, e quindi credo che il suo piano fosse di vincere un altro mondiale e poi ritirarsi, ma poi non è andata così. Certo forzarlo a continuare sarebbe stato controproducente".

Suppo: "Nakamoto non fece correre Casey per proteggerlo, ma Stoner si arrabbiò"

Ma se Nakamoto aveva un debole per Stoner, perché non gli fece fare le wild card al posto di Pedrosa quando Dani si infortunò? Stoner voleva farle. 

"Il punto è che da uno come Casey ci si aspetta che vincesse e come sarebbe andata se non avesse vinto? sarebbe stata una delusione per tutti. Casey era fermo da due anni, quindi HRC pensò che per lui fosse meglio non correre. Nakamoto, che teneva moltissimo a proteggerlo,  pensava che non fosse al giusto livello di competitività. Casey si arrabbiò molto, voleva correre. Ma nella vita a volte bisogna prendersi delle responsabilità e Nakamoto lo fece. Marc era al terzo anno di mondiale, e l’inizio di mondiale non fu strepitoso. n Anche questo elemento incise secondo me. C’erano una serie di cose per cui far fare la wild card a Stoner non era il caso".

Suppo: "Volevamo Stoner e Marquez nel 2013, questo era il piano di Nakamoto"

Tu come reagisti al suo ritiro?

"Io sono rimasto dispiaciuto del suo ritiro, lo accettai perché non si poteva fare diversamente. Sapevamo che non avrebbe corso tantissimo, ma volevamo fare la squadra con Marc e Stoner. Volevamo tenere entrambi, il campione con il giovane da allevare,  ma poi le cose sono andate diversamente. Col senno di poi, devo anche dire che forse la squadra con Dani e Marc è stata più bilanciata rispetto a quella che si sarebbe formata tra Casey e Marc".

Suppo: "La gestione piloti Ducati? Anche ai miei tempi fummo spesso criticati"

Oltre alla Honda hai vissuto una lunga parentesi in Ducati, dove in generale la gestione dei piloti è sempre apparsa controversa dall'esterno. 

"Io penso che sia difficile gestire i piloti per una Casa italiana. La MotoGP è molto seguita e c’è molta tensione. Ai miei tempi siamo stati spesso criticati, anche ingiustamente. Ricordo che quando prendemmo Carlos Checa al posto Troy Bayliss i ducatisti ce ne dissero di tutti i colori. Quando Troy andò in Honda nel 2005 non fece granché, noi gli avevamo proposto di tornare in SBK, cosa che poi ha fatto dopo. E’ diventato una leggenda in SBK e poi è anche tornato nel 2006 vincendo a Valencia, perché lì era rilassato. Mentre era titolare in MotoGP invece voleva a tutti i costi dimostrare di essere forte, aveva una sorta di ansia da prestazione. In SBK con meno pressione dimostrò di essere un grandissimo campione ed è rimasto nel cuore di tutti. In MotoGP non riusciva ad esprimersi al massimo".

Anche con la gestione di Lorenzo sono piovute tante critiche.

"Di critiche alla Ducati ce ne sono sempre state. Facile criticare Ducati per aver fatto andare via Jorge, ma sfido chiunque sano di mente a non ammettere che prima del Mugello 2018 era veramente difficile di confermare un pilota che costava carissimo e non aveva portato i risultati sperati. Poi sono stati anche sfortunati perché poi quando hanno deciso di mandarlo via lui ha iniziato ad andare forte. Magari Jorge non sarebbe andato così forte se avesse saputo che lo avrebbero confermato, la testa dei piloti fa degli scherzi strani".

Suppo: "Il licenziamento di Capirossi a Laguna Seca è una bufala"

Riguardo la storia del licenziamento di Capirossi a Laguna Seca, tu come la racconti quella storia? 

"Ovviamente non è vero, la storia del licenziamento è diversa dalla realtà. Loris nel 2006 si era visto arrivate in squadra Sete Gibernau, che era l’antagonista di Valentino del'epoca. Il suo stipendio era più alto di quello di Loris, e lui era molto arrabbiato, perché si sentiva di aver fatto tanto per la Ducati. Loris quell’anno andò più forte di Sete, anche perché lo spagnolo iniziò con il piede storto. In gara Sete dovette ritirarsi, ha avuto l’incidente di Barcellona, problemi fisici. In quel periodo c’era da rinnovare il contratto di Loris con Ducati e decise giustamente di battere cassa. Aveva ragione, e strappò un ottimo contratto. Poi nel 2007 il mondo cambiò, perché arrivò Stoner e cambiò tutto. Fece il doppio dei punti, era chiaro che era molto più veloce di Loris. Noi offrimmo a Loris una cifra a sei zeri, importante ma più bassa del 2006. Carletto la reputò offensiva, non se ne fece nulla, anche se non so come possa essere ritenuta offensiva una cifra a sei zeri. Ma è una bufala che abbiamo comunicato a Capirossi a Laguna Seca durante le libere che l’avremmo lasciato a casao che non l'avremmo confermato". 

Dobbiamo toccare la nota dolente, ovvero quel finale del 2015 che ha tanto fatto discutere. 

"Inutile parlarne, qualunque cosa si dica non cambia niente. Chi era tifoso di Valentino darà sempre ragione a lui e viceversa chi era tifoso di Marc idem al contraio. Ognuno può dare la sua interpretazione. Per i tifosi di Vale questa resterà un’onta e secondo me resterà per sempre così, rendendo Marc impredonabile. Idem per i tifosi di Marc, loro sono convinti che non abbia fatto nulla di male e ovviamente con il tempo sono diventati e diventeranno sempre di più. Sarà una neverending story e nessuna delle due fazioni cambierà la propria opinione".

Suppo: "Marc a Phillip Island nel 2015 fece solo la sua strategia, e tolse anche 5 punti a Lorenzo"

Tanti però puntano gli occhi su Sepang, quando tutto forse iniziò a Phillip Island. Tu come la pensi?

"In realtà a Phillip Island è un classico che non si riesca ad andare forte per tutta la gara. Marc era caduto l'anno prima mentre era in testa con vantaggio e prima della gara ci eravamo raccomandati di non tirare perché si sarebbero surriscaldate le gomme. Io continuo a pensare che Marc in quella gara abbia fatto la sua strategia, portando anche via 5 punti a Lorenzo che era il rivale di Rossi per il campionato".

Suppo: "tornare? Sarebbe bello un percorso come quello di Brivio in Suzuki...mando un curriculum in Kawasaki?"

Pensi che la tua storia in MotoGP sia finita? Se una Casa come Kawasaki ti proponesse di gestire il ritorno tra le derivate, lo faresti?

"Quando mi sono fermato con la MotoGP, ho detto mai dire mai. Al momento non ho piani di tornare, ma nella vita è giusto lasciare le porte aperte perché non si può mai dire. Sarebbe bello un percorso come quello di Davide Brivio, che sta accompagnando Suzuki dal punto di vista manageriale. E' una buona idea, mando il curriculum a Kawasaki". 

Come sta andando invece la tua nuova vita da imprenditore con la Thok?

"Devo dire che sono contento di questo mio nuovo ruolo. Ventidue anni nel mondiale mi hanno insegnato tanto, ma mi hanno anche portato via molto. E’ un mestiere ed una vita molto impegnativa. Io mia figlia da piccola l’ho vista pochissimo e questa è una cosa che nessuno potrà ridarmi. Fare l’imprenditore a 53 anni non è facile, ma è una scelta ricca di soddisfazioni". 

C'è qualche punto di contatto tra il mondo delle moto e quello delle E-MTBike?

"Sono due mondi che hanno caratteristiche simili. Andare con una E-MTBike ti da sensazioni simili a quelle delle moto da enduro. Le gare stanno nascendo e per noi sarà importante valutare bene come partecipare. E’ un concetto simile alla Moto2, non è facile fare la differenza". 

 

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