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SBK, Delbianco: "La Superbike deve credere di più nei giovani"

"In MotoGP lo fanno e Quartararo è l'esempio, ho scelto il CIV per mostrare il mio valore. Sono talmente carico per la stagione che non dormo e... ho venduto la macchina"

SBK: Delbianco:

In un momento così difficile per il mondo (in generale) e per il mondo delle due ruote, parlare con un pilota come Alessandro Delbianco può solo aiutare. Questo perché il romagnolo classe ’97 è una di quelle persone con il sorriso stampato in faccia, capace di restare positivo ed allegro anche nei momenti più duri. Alcuni ad esempio potrebbero ripensare con malinconia ad una stagione vissuta nelle parti meno nobili della classifica, anche a causa di un mezzo non all’altezza, ma Ale non è tra questi e lo si capisce immediatamente parlando del suo 2019 in Superbike.

“Sapevo sin dall’inizio che con il passaggio in Superbike avrei fatto il passo più lungo della gamba – apre Alessandro - ma era più facile fare quello piuttosto che un altro campionato, dove avrei dovuto spendere dei soldi che non ho: era un’occasione da sfruttare e che difficilmente si presenta due volte, così sono salito al volo su quel treno. Mi sarebbe piaciuto essere più competitivo a 360 gradi, ma mi sono preso alcune grandi soddisfazioni, e probabilmente non ho ancora capito quanto grande è il bagaglio di esperienza che ho maturato, forse lo capirò solo tornando in pista”.

Certamente hai immagazzinato tanta saggezza direi.

“Più che altro ho avuto tanto tempo per pensarci da ottobre ad oggi, ho riflettuto tanto per scegliere la strada corretta da intraprendere. Mi sono reso conto che ho sempre corso di fretta: quattro anni fa andavo a lavorare, poi ho vinto una gara in Moto3 ed è iniziato il mio viaggio. In questi quattro anni ho corso senza conoscere le piste e le moto, non sono mai riuscito a fare le cose davvero con metodo ed esperienza, mentre ora mi presento al CIV nella giusta condizione”.

E’ maggiore la soddisfazione di aver corso in Superbike ed imparato tanto o la delusione per come è andata la stagione?

“Se avessi fatto ultimo tutto l’anno sarebbe stata un’altra cosa, ma con il bagnato o la pista sporca sono riuscito a chiudere dei turni ai margini della top five, quindi sono riuscito in qualche occasione a mostrare il mio valore, e questo mi ha lasciato la giusta carica”.

In SBK hai conosciuto meglio o per la prima volta alcune piste. Quale ti è rimasta più impressa?

Laguna Seca al 100%. Forse a piedi è più bella che in moto, perché in moto quasi non ti rendi conto. Poi il contesto è particolare, sei in California e tutto ha un sapore particolare, è figo”.

Hai ricevuto offerte per restare nel mondiale?

“Essere il più giovane della categoria mi ha aiutato in questo senso, ho parlato con diverse persone e sicuramente questo potrà aiutarmi in futuro. Mentre decidevo cosa fare quest’anno ho capito che sarebbe stato un rischio fare un’altra stagione “In bilico”, così ho deciso di trovare un team competitivo nel CIV per dimostrare quanto valgo e puntare poi a tornare nel mondiale. La stagione in Superbike mi ha aiutato in termini di visibilità, ma ora voglio fare la giusta gavetta per crescere”.

Dato che l’anno scorso hai guidato una Honda, immagino ci sia del rammarico per non aver potuto guidare la nuova CBR

“Assolutamente si! Tra l’altro uno dei team con cui ero rimasto maggiormente in contatto dopo la fine della stagione era quello di Midori Moriwaki, e mi sarebbe piaciuto correre con loro, ma la situazione era complicata per alcuni fattori così ho deciso di prendere un’altra strada”.

Se potessi guidare una delle moto della stagione attuale, quale sceglieresti?

“E’ davvero un domandone (ride ndr). Non saprei proprio, sicuramente mi piacerebbe provare la Ducati per tante ragioni, del resto andavo da bambino al WDW e sono cose che ti rimangono. Ci devo pensare, te lo dico la prossima volta!”.

Tra passato e presente - "Mi si è stretto il cuore guardando il primo round SBK. Pirro è un valore aggiunto per il CIV, sfidarlo sarà uno stimolo"

Hai guardato il primo round della stagione o hai evitato?

“L’ho guardato con piacere, anche se ovviamente mi stringeva il cuore a non essere presente. Ho notato che con più piloti in pista si sono creati più gruppi, e forse sarebbe stato più facile. Il livello si alza ogni anno di questi tempi, e credo manchi solo una cosa in Superbike”.

Ossia?

“Secondo me la categoria dovrebbe credere più nei giovani, come accade in MotoGP. Quartararo è l’esempio lampante, in Moto2 ha brillato solo a tratti, ma ora in MotoGP sta impressionando: non sto dicendo che in Superbike dovrebbero credere tutti in me, ma in generale credere più nei giovani potrebbe essere molto utile. Credere in un pilota che non ha ancora mostrato del tutto il proprio potenziale può essere una scommessa vinta”.

Passiamo al tuo presente, che si chiama CIV Superbike con il team DMR e la BMW. Quali sono le sensazioni?

“Ho trovato un team molto famigliare ma al tempo stesso competitivo, sono rimasti in pochi che curano più le moto che l’immagine. Ho una carica che forse non ho mai avuto, quasi non ci dormo la notte pensando a come guidare ed a come sarà la stagione. Per esempio ho venduto la macchina per comprare una moto più competitiva per allenarmi: tutto quello che ho voglio investirlo su me stesso”.

La BMW però non parte con i favori del pronostico nella categoria, a differenza di Pirro e della Ducati.

“Trovarsi davanti un pilota come Pirro è uno stimolo, e dargli fastidio sarebbe un grande risultato sotto tutti i punti di vista. Pirro è un valore aggiunto per il CIV, la BMW l’ho guidata in Stock1000 e mi è piaciuta tanto, non vedo l’ora di provare la moto nuova. Sykes in Australia ha fatto la pole, e la cosa mi fa ben sperare”.

Ultima domanda. Negli anni scorsi sei diventato una piccola star grazie al reality “Motorhome – Piloti di famiglia”, cosa ricordi di quell’esperienza?

“Quella stagione è stata un po’ la storia della mia vita. Le moto costano ed io non avevo soldi: l’anno precedente avevo corso con le Pit Bike, e quando mi è arrivata la proposta di MTV di partecipare al reality ho accettato, dato che contribuivano economicamente per farmi correre. Ho cercato il team più economico del CIV Moto3, ma purtroppo era una moto sperimentale (la Rumi ndr) e non ho terminato una gara. Ero molto ingenuo, tanto che non ho sfruttato al meglio il fatto di essere su MTV per gli sponsor, ma dopo il programma ero un po’ l’idolo di molti ragazzi e ho fatto un po’ il fenomeno (ride ndr)”.

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