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MotoGP, Petrucci: “Col mini mondiale vietato sbagliare: c’è chi ha già firmato”

"Non mi piace che ci sia chi ha scelto i piloti prima ancora di correre. Due gare sulla stessa pista? Un'arma a doppio taglio. Marquez è rimasto in Honda per battere ogni record. Rea? Lo vedo bene anche in MotoGP"


Danilo Petrucci sta passando questo periodo di stop a Terni, in famiglia, fra qualche lavoro in giardino e lunghe sessioni di allenamento sulla bicicletta (ferma sui rulli). Il pilota della Ducati, come tutti, è ansiosi di tornare in sella e di scoprire quale sarà il suo futuro. In un lunga intervista in diretta sui canali social di GPOne (potete vedere il video cliccando sull'immagine qui sopra) ha risposto alle tante domande dei tifosi, senza peli sulla lingua.

Il contratto per il 2021, il futuro dopo la MotoGP, i rivali più tosti, sono tanti gli argomenti che Petrux ha toccato. Ecco cosa ci ha detto.

"Simulo delle gare in bicicletta per provare la tensione della gara"

E’ stato molto difficile superare la prima settimana, quella che avrebbe portato al GP del Qatar. Per fortuna mi sono ripreso subito, ho cercato di sfruttare questo periodo per concentrarmi, visto che non ci sono gare, sul tentativo di perdere peso. Sta funzionando, ma adesso bisogna vedere come andrà quando potrò risalire in moto, anche solo su quella da cross. Già in passato ero dimagrito molto ma questo non mi aveva aiutato quanto volevo. Ci sto riprovando.

"Ho continuato ad allenarmi quotidianamente, anzi mi sono allenato probabilmente di più di quanto avrei fatto se il campionato fosse partito regolarmente. Però è un allenamento non specifico, faccio molte gare virtuali con la bicicletta sui rulli. Ne faccio una ogni sabato, mi diverto a simulare la tensione della gara. Qui per fortuna non c’è stata una emergenza sanitaria troppo grave, quindi mi sono anche potuto rilassare. Mi manca abbastanza correre, prendere l’aereo, tornare nel paddock e fare tutte quelle cose che ho fatto per tanti anni".

"Un test il giovedì del primo Gran Premio sarebbe molto utile per ritararsi sulla MotoGP"

"Ho pensato molto su quanto ripartiremo, ma purtroppo sono tutte ipotesi. Non sappiamo quando si comincerà e dove, sicuramente non iniziare in Qatar, dove ci eravamo preparati molto bene, dispiace. Però credo che quest’anno nella migliore delle ipotesi faremo metà campionato e bisognerà farsi trovare subito pronti, indipendentemente dalle piste. Sono preoccupato sul fatto di sapere quando e come si ricomincerà. Spero ci facciano fare delle prove il giovedì prima della gara".

"E’ uno stop lungo, più di quello invernale e la grande differenza è che in questo periodo non abbiamo assolutamente potuto usare mezzi a motore. Niente di niente, quindi non sappiamo bene come staremo dal punto di vista fisico e di riflessi, ovvero quello che serve per guidare una MotoGP. Spero che la quarantena qui in Italia finisca presto e che gli impianti di cross permettano di girare a me e Andrea".

"Senza un test sarebbe come correre senza prima allenarsi. Chiaramente saremmo tutti sulla stessa barca, ma sarebbe utile ritararsi senza lo stress delle prove libere, fare un test sarebbe importante".

"Due gare sulla stessa pista? Un'arma a doppio taglio"

"L’idea di correre due gare sulla stessa pista ti offre una chance di rivincita, ma da un certo punto di vista è anche un’arma a doppio taglio. Se sei competivio una domenica, magari lo sei anche in quella successiva e lo stesso potrebbe succedere se sei in difficoltà. E’ una soluzione particolare, mi sembra chiaro che stiano cercando di trovare una soluzione per farci fare il maggior numero di gare possibili. Mi pare di aver capito che in ogni caso gli eventi saranno a porte chiuse, vada come vada, e questo mi dispiace”.

"Non si potranno fare passi falsi perché influenzeranno le scelte per il futuro"

"Di certo per fare una buona stagione, che sia metà o mini, chiamiamola come volete, non bisognerà fare passi falsi perché i risultati influenzeranno le scelte per il futuro. Non so se avrò meno pressione o più del solito. Non ho pensato molto ai contratti, perché alla fine valgono solo i risultati delle gare e siamo fermi ai box. Avremo meno possibilità per mostrare il nostro valore, ma ci sono anche piloti che hanno firmato per il 2021 prima ancora di iniziare questa stagione. E’ una situazione che non mi piace particolarmente quella di scegliere i piloti prima ancora di correre, ma non faccio io le regole e non sono io a decidere. Devo muovermi secondo quelle che sono le leggi del paddock, che sono leggi non scritte. Bisognerà farsi trovare pronti fin dall’inizio e dispiace non partire da quelle piste che magari potevano essere favorevoli per me. Però non è detto che sia sbagliato pensare solo a stringere i denti e dare il massimo nelle gare che faremo da agosto in poi".

"Io vorrei rimanere con Ducati e migliorare di anno in anno. E’ stata una mia prerogativa quella di partire dal fondo e risalire la classifica. L’anno scorso ho lottato fino all’ultima gara per il terzo posto in campionato, ma non mi è piaciuto il calo che ho avuto nella seconda parte di stagione. Questo mi dà ancora più forza per fare meglio quest’anno, perché ho capito dove ho sbagliato. Voglio ribaltare il risultato del 2019, fare meglio e giocarmi i primi tre posti alla fine del mondiale".

"La SBK? Nel mio futuro vedo la Dakar. Rea potrebbe fare bene anche in MotoGP"

"In passato mi avevano proposto di correre con Ducati in SBK, ma ho dimostrato di poter vincere in MotoGP e di poter fare dei buoni risultati, quindi vorrei fare ancora meglio. Non mi sento compiuto in MotoGP e fino a che avrò l’opportunità cercherò di fare il massimo qui. Io vengo dal mondo della SBK, ma se guardo al mio futuro, mi sentirei più appagato ad andare a fare i motorally. Significherebbe aver toccato tutte le categorie del motociclismo e sogno ancora di partecipare e finire una Dakar".

Credo che Rea sia un pilota che potrebbe fare bene anche in MotoGP. Ho avuto l’opportunità di vederlo guidare nei test di Jerez e potrebbe essere ad alto livello anche da noi. Mi piacerebbe vedere anche Davies e Ratzagatioglu, penso sia due piloti molto forti. Non è un passaggio facile quello dalla SBK alla MotoGP”.

"Marquez, Rossi e Dovizioso danno il 120% all'ultimo giro"

Non è bello lottare con nessun pilota di MotoGP, perché sono tutti abbastanza ostici - scherza - Sicuramente Marquez, Rossi e Dovizioso danno qualcosa in più degli altri nel senso di cattiveria agonistica, mi è capita lottare con tutti e 3 e all’ultimo giro danno il 120%. Andrea è più metodico, non si lancia senza sapere cosa succederà. Valentino ha una staccata fortissima e con Marc sai che ci proverà sempre, potrebbe passarti anche in mezzo alle ruote. In MotoGP ci sono i 22 migliori piloti al mondo, non è una favola, anche chi arriva ultimo è abituato a vincere e andare forte e batterne uno dà una grande soddisfazione”.

Credo che la Honda abbia capito la grande potenzialità di Marc e non se lo è lasciato scappare, credo che Marquez voglia battere qualsiasi record. Sarebbe stato curioso vederlo su un’altra moto ma penso abbia fatto le sue valutazioni e non so quale altra Casa avrebbe potuto avvicinarlo, sarebbe stato il colpo del secolo. Non mi sembra che i rapporti fra Marc e la Honda si siano mai incrinati”.

"Sarei curioso di guidare una Suzuki...  ma solo a centro curva, poi torno alla mia Ducati!"

Abbiamo faticato abbastanza nei test di Sepang, ci sono stati cambiamenti importi sulla moto ma non avevamo previsto il cambiamento della nuova gomma posteriore. Ci siamo dovuti adattare ed è servito tutto il primo test, poi in Qatar ho lavorato soprattutto sul passo gara, facendo una simulazione completa. Ero preparato per il GP, anche se dovevo ancora lavorare sul giro secco, dove i distacchi fra i piloti sono stati minimi. Sulla carta avremmo lottato per il podio, ma sentendo tutti i piloti saremmo stati in 15 o 16 a farlo”.

Logicamente le proverei tutte! Io sono nato e cresciuto con la Ducati in MotoGP, tolti i 3 anni di CRT. Ho debuttato sulla GP14, l’ultima evoluzione della Desmosedici di Preziosi, e poi sono passato alla GP15, la prima di Dall’Igna, e le differenze erano grandi. Ci sono degli aspetti di altre moto che mi incuriosiscono, Suzuki e Yamaha sono molto veloci a centro curva, mi piacerebbe capire come ci riescono. Loro però ci invidiano accelerazione e frenata, bisognerebbe unire in un’unica moto tutte queste qualità, ma se non lo ha fatto nessuno significa che non è possibile. Se volete un titolo scrivete: vorrei guidare la Suzuki, ma solo a centro curva”.

"Fra i giovani punto su Quartararo e Mir. Il mio idolo? Capirossi"

Fra i giovani è una bella lotta, ma se fossi un team manager sceglierei uno fra Quartararo o Mir. Per quanto riguarda i top rider, correndo una Ducati sceglierei Dovizioso, che è quello che la conosce meglio, ma avrei paura ad avere due giovani come Fabio e Joan nel box”.

Fin da piccolissimo il mio idolo è stato Capirossi. Mio padre iniziò a lavorare nel team Pileri quando arrivò Loris e io nascevo e ho sempre voluto essere come lui. Sono cresciuto un po’ più di Loris e mi mancano 3 titoli mondiali e qualche vittoria in MotoGP, ma spero di avere qualche opportunità”.

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