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La storia del flat track italiano in un cortometraggio [VIDEO]

Si chiama “Di Traverso - Go Fast, Turn Left!” e raccoglie le testimonianze dei protagonisti dello speedway e dello short track tricolore

Moto - News: La storia del flat track italiano in un cortometraggio [VIDEO]

Una delle tante storie ancora da raccontare: poteva essere definita così la tradizione italiana del “di traverso”, l’arte dell’ovale sterrato importata dagli USA negli anni ’70 e evoluta nel tempo partendo con lo speedway e evolvendosi nello Short Track prima e nel Flat Track poi.

Discipline sempre rimaste ai margini del motorsport del Vecchio Continente, ma che grazie a una nuova ondata di interesse per questo sport e l’occhio attento del mercato che propone sempre più tracker stradali sta trovando nuovi discepoli. Ora il flat track italiano ha la sua testimonianza su pellicola, grazie a “Di Traverso - Go Fast, Turn Left!”.

Il corto

A realizzarlo è stato un regista giovane e appassionato, Francesco Torricella, che ha riunito il gruppo di motociclisti che ruotavano intorno alla “Numero Uno” di Carlo Talamo per riportarli sull’ovale sterrato.

Talamo fu infatti colui che creò e fece esplodere il fenomeno Harley-Davidson in Italia negli anni ’80, prima aprendo la prima officina dedicata ai pochi esemplari in Italia, e poi acquistando dai fratelli Castiglioni la distribuzione del marchio nel Paese.

Tra loro, davanti la camera di Torricella, anche Gianni Andreotti, pioniere dello short track e vero maestro del controsterzo.

Il presente

Tra i protagonisti del cortometraggio c’è anche Marco Belli, attualmente il vero ambasciatore della disciplina in Italia, con la scuola Di Traverso che porta gli appassionati di flat track a cimentarsi con la disciplina, ma anche personaggi del passato, come i fratelli Giorgio e Roberto Ceccarello.

Oggi, il flat track in Italia ha l’occasione di vivere una seconda ondata anche grazie alla MotoGP. Se Valentino Rossi ne ha fatto un vero e proprio culto nel suo ranch con la 100 km dei Campioni sono sempre più i piloti che oltre al motocross si cimentano con il flat track per migliorare la guida tra i cordoli, visto l’alto grado di difficoltà.


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