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50 anni di Laverda 750 SF, la prima superbike all’italiana

Mezzo secolo della maximoto italiana che riuscì a battere la Honda CB 750Four. Ecco genesi, dettagli e prezzi dell’epoca

Moto - News: 50 anni di Laverda 750 SF, la prima superbike all’italiana

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Un altro mito del motociclismo mondiale spegne le 50 candeline. Un traguardo importante che spesso è l’occasione per grandi festeggiamenti, come successo con la Honda CB 750 Four celebrata a dovere dalla Casa dell’Ala di Tokyo, ma che purtroppo non avranno luogo, almeno in maniera ufficiale, per la Laverda 750 SF, la prima maximoto di successo del nostro Paese.

Le origini

La 750 SF nasce da un viaggio e da un colpo di genio di Massimo Laverda, che torna dall’America in un momento di crisi dell’azienda con un’idea: quella di produrre una bicilindrica di grande cilindrata, per il puro piacere di guidare.

L’ispirazione venne dalle grandi strade statunitensi, in cui i V-Twin di Harley-Davidson la facevano da padrona, ma anche le bicilindriche inglese avevano il loro fascino e il loro mercato, mentre Laverda aveva ottenuto successo nel mercato americano con la sola Gemini, una 200 cc.

Per convincere la famiglia a iniziare una produzione di maggiore cilindrata riporta dagli States una Honda Hawk 305 bicilindrica, il non plus ultra della produzione motociclistica per gli standard di allora. Dopo parecchie reticenze il progetto che portò al successo di Laverda partì.

Il nome

La Laverda 750 SF è l’evoluzione di un percorso partito dalla 650 GT, che nel 1968 venne portata a 750 cc, e affiancata l’anno dopo dalla 750 S. Quest’ultima ebbe particolare successo negli Stati Uniti, con il nome di American Eagle, ma fu il 1970 l’anno della svolta.

Arrivò la 750 SF, dove le lettere finali indicavano un dettaglio non da poco. Super Freni è l’aconimo che indicava l’entrata dei freni a tamburo dotati di ventola interna per migliorare il raffreddamento durante le fasi più concitate di guida, un sistema brevettato proprio da Laverda per l’occasione.

La moto

La Laverda 750 SF portava in dote un bicilindrico da 743,9 cc capace di scaricare una potenza di 60 CV a 6.600 giri e un picco di coppia di 67 Nm a quota 5.500.

La moto rimase in produzione fino al 1976, e entrò anche nel motorsport, sulla griglia del campionato dedicato alle “derivate di serie”, il nonno dell’odierna Superbike.

Una moto che in molti ricordano come estremamente difficile da domare, ma altrettanto piacevole, e che è sicuramente il testamento ideologico di Laverda.

Il prezzo

L’arrivo della Laverda 750 SF segnò il boom in azienda, che aprì un nuovo stabilimento con 300 dipendenti.

Il prezzo d’attacco di 710.000 lire la rendeva concorrenziale alle tedesche dell’epoca e più vantaggiosa della Honda CB750 Four, tanto che nel 1972 la 750 SF riuscì nell’impresa di battere la maxi di Tokyo sul terreno più importante, il mercato.

3.082 esemplari consegnati per la veneta contro i 3.033 della nipponica. Un trionfo al fotofinish che è giusto ricordare per celebrare questa splendida cinquantenne come merita.

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