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SBK, Zanetti:“Bautista aveva capito come usare la potenza della Ducati V4”

Il collaudatore Ducati: “La Panigale in difficoltà sul dritto? Davies e Redding sono grandi e per noi l’aerodinamica è importante, però i concorrenti si sono avvicinati molto”

SBK: Zanetti:“Bautista aveva capito come usare la potenza della Ducati V4”

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Tra gli ultimi eventi motociclistici, e più in generale anche sportivi, che abbiamo potuto seguire c’è stato il debutto della stagione SBK a Phillip Island con tre gare dall’alto tasso di spettacolarità che hanno regalato tre vincitori diversi. Oltre allo show in pista le tre corse australiane hanno avuto in comune l’ultimo gradino del podio, sempre occupato da Scott Redding e dalla sua Panigale V4. 

Se nel mondo Dorna si sta iniziando a parlare della ripartenza dei campionati, chi sta lavorando in sordina è sicuramente il CIV, complice un calendario più corto e legato alla legislazione di un solo paese. Se proviamo a sommare le tre parole chiave di questa introduzione: SBK, Ducati e CIV potrebbero venirci in mente sicuramente due nomi: il primo è quello di Michele Pirro, tutto fare Ducati, collaudatore MotoGP, Wild Card MotoGP, Wild Card SBK e campione in carica del Campionato Italiano Velocità. Il secondo è, invece, quello di Lorenzo Zanetti, pilota del CIV e tester Ducati per la Panigale V4R, la creatura che lo scorso anno è arrivata ad un passo dal conquistare il campionato mondiale con Alvaro Bautista. 

“Alvaro ha fatto qualcosa di incredibile nella prima parte della stagione – ci ha detto Lorenzo nel corso di una chiacchierata telefonica – aveva capito come scaricare a terra tutti i cavalli che aveva a disposizione ma poi qualcosa è cambiato. Ci sono stati errori sia suoi che di strategia, poi c’era il discorso del rinnovo che non arrivava alle condizioni di Bautista e alla fine si è sommato tutto”. 

C’è da dire, però, che Rea si è sempre fatto trovare pronto.

“Johnny non ha mai mollato ed è stato bravissimo, è un pilota formidabile che ora ha trovato la sua dimensione. Io lo conosco bene, abbiamo fatto due anni in Honda e abbiamo corso la 8 Ore di Suzuka insieme, ha lavorato tanto nei momenti difficili”. 

A Phillip Island, però, si sono viste tutte le difficoltà della Panigale V4 R con Chaz Davies ancora in crisi di ritmo e risultati e uno Scott Redding, si formidabile per quanto concerne la guida e i tre podi, ma molto poco veloce sul dritto. Come spieghi ciò che è successo in Australia?

“L’aerodinamica influisce molto. Chaz e Scott sono entrambi grandi e perdono qualcosa sul dritto. Al termine del weekend di Phillip Island ho analizzato anche i dati delle altre Case e bisogna dire che Yamaha, Honda e Kawasaki sono riuscite ad avvicinarsi molto alla Panigale durante l’inverno, hanno fatto dei grandi passi in avanti”. 

Tu hai guidato la Panigale V4 per la prima volta a Valencia nel 2016. La moto era alla sua prima uscita e non era ancora stata rivelata al pubblico. Quanto è migliorato il pacchetto da quel momento?

“Quello di Valencia è stato un doppio battesimo: per la V4 e per me. Quella era la prima uscita in pista della moto e, per me, il provino con Ducati per capire se fossi all’altezza del compito e se a me sarebbe interessato il progetto. Mi sento un po’ il papà di quella moto e sinceramente è cambiata molto da quel giorno in cui era una V2 un po’ adattata ai 4 cilindri. Abbiamo sviluppato molto il telaio, le forcelle, abbiamo lavorato sul baricentro e sul serbatoio., non ero mai stato al centro di un progetto del genere e mi sono reso conto di quanto lavoro ci sia dietro”. 

Credi che la moto sia “arrivata” dal punto di vista del motore?

“C’è ancora tanto da scoprire sulla moto, non solo per il motore. In questo momento, però, non serve andare ad esasperare il V4 vista la velocità dei competitor. Comunque abbiamo del margine di miglioramento e stiamo lavorando per questo. Facciamo ancora fatica a sfruttare i cavalli in tutte le situazioni e a scaricare a terra tutta la potenza che abbiamo a disposizione. In uscita di curva la V4 tende ad ondeggiare e per questo il lavoro invernale è stato mirato al pacchetto telaistico”

Parliamo di CIV, quali sono le tue conclusioni sul 2019 e quali le previsioni sul 2020?

“Lo scorso anno direi che è come se avessimo vinto. A livello tecnico la squadra si è ritrovata a tirare su una moto in due settimane e sapevamo di non avere budget e ricambi, per questo motivo non sono mai caduto in tutto il 2019. 
Per l’anno che verrà dipenderà molto da quando e se ripartiremo. Io sono di Brescia e ho una percezione diversa del virus. Mi sto allenando e la squadra è pronta, quando ci daranno il via correremo. Probabilmente proverò a correre anche nel campionato asiatico e tenteremo di organizzare delle Wild Card nel mondiale con i colori del mio team, ma la situazione Coronavirus ha bloccato un po’ tutto”. 

Credi potrete ripartire per “primi”?

“So che Federazione e team si stanno parlando. I manager hanno un gruppo su Whatsapp e stanno discutendo dei problemi con gli sponsor che sono importantissimi nella nostra categoria. Penso che potremmo anche diminuire la stagione a 4 weekend e io a quel punto valuterei un formato simil-mondiale con tre gare a tappa”. 

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