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SBK, Roby Rolfo:"Il motomondiale è sempre più chiuso ed esclusivo"

"Nell'Endurance sto ritrovando la vera passione e i valori che si sono persi anche nel campionato SBK. Il Tourist Trophy? Ho fatto da apripista due volte, ma correrlo è un'altra cosa"

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Seppur le moto siano ferme da un po’, in questi giorni gli spunti per discutere con piloti e manager del mondo dei motori non mancano di certo e le nostre, oramai iconiche, dirette delle 18:00 sui canali YouTube e Facebook di GPOne.com ne sono piena dimostrazione. Nella giornata di ieri, oltre che a Fausto Gresini è intervenuto con noi anche Roberto Rolfo per aprire una parentesi sul campionato Endurance EWC e chiacchierare di moto e di motociclismo da veri appassionati. Roberto è un pilota genuino, che ha corso in tutte le categorie e su molte moto diverse, chi meglio di lui per una panoramica generale sul mondo che tanto ci appassiona? Vi proponiamo qui sotto i punti salienti dell'intervista che trovate completa in video sul nostro canale You Tube oppure qui sopra, in copertina.

Roberto, stai correndo ormai da due anni nel campionato EWC, con anche degli ottimi risultati. Dopo una vita passata nei paddock del motomondiale e della Superbike, abituato alle gare sprint, com’è stato cambiare aria e metodo di lavoro?

“L’Endurance è una categoria particolare, i team vivono la gara in modo davvero passionale, come una volta. Dal punto di vista tecnico la settimana di gara è molto lunga ed impegnativa sia per i piloti che per i meccanici perché il ritmo è davvero alto. Il lavoro ai box è molto diverso rispetto alle gare del motomondiale, è strano dirlo ma il tempo manca anche se la gara dura molto di più”. 

Roberto, tu sei entrato nel motomondiale per la prima volta nel 1996, quanto è cambiato l’ambiente motociclistico in questi anni soprattutto per quanto riguarda gli eventi oggi gestiti da Dorna?

“Io ho l’impressione che il motomondiale sia diventato sempre più chiuso ed esclusivo, quasi come la Formula 1. È comunque un bellissimo campionato ed avrà sempre il suo pubblico. Chi vedo un po’ più in difficoltà è la SBK, probabilmente Dorna non ha interesse a far primeggiare il campionato Superbike perché organizza anche la MotoGP, ma molti appassionati di quella categoria si sono distaccati dal campionato per la perdita di certi valori e questo non è affatto bello. La parte sportiva è ancora al top perché ci sono comunque delle gare entusiasmanti”. 

Ora stai correndo in EWC Superstock con il team MotoAIN, quali sono le principali differenze tra la tua categoria e le Superbike?

“In Superstock utilizziamo una moto, nel nostro caso una Yamaha R1, derivata pienamente dalla serie. Rispetto alla categoria Superbike noi non abbiamo gli “stacchi” rapidi per le gomme, cambiano le sospensioni, l’elettronica e poco altro. Loro possono utilizzare gomme più morbide perché cambiano pneumatici molto più frequentemente, in Stock con l’anteriore facciamo anche quattro ore!”. 

Non hai novità rispetto ad un round dell’EWC in Italia?

“Lo penso da quando ho iniziato a correre in questo campionato, purtroppo non si parla molto dell’EWC nel nostro Paese ma è una categoria che piace molto agli appassionati. Al momento non c’è nessuna voce di corridoio, però si sta parlando molto di Spa per il 2021 e correre lì sarebbe un sogno, è una pista leggendaria anche dal punto di vista storico”. 

Il prossimo appuntamento è la 8 Ore di Suzuka, sempre più in bilico per via dell’emergenza Coronavirus, se si dovesse correre tu ci sarai?

“La 8 Ore di Suzuka è un grande obiettivo, vorrei farla in un modo decente. Al momento sto lavorando per provare a correre quest’anno con Honda per un team cinese. Io spero che la 8 Ore quest’anno si faccia perché sono molto legato al circuito di Suzuka, lì ho fatto la mia prima gara del motomondiale”. 

Un’altra sfida interessante potrebbe essere il Tourist Trophy, sull’Isola di Man, ci hai mai pensato?

“Io sono appassionato di tutte le gare di strada, mio padre ha sempre fatto gare in salita vincendo anche il campionato italiano nel 1980. Sono cresciuto tra le videocassette del TT e ho fatto da apripista per due volte all’Isola di Man. Mi piacerebbe molto correrci ma so che è molto complicato prepararsi per una gara del genere, vedremo in futuro”. 

Oltre all’EWC, tu hai anche un altro progetto importantissimo, la tua scuola guida, parlando con te negli scorsi mesi abbiamo coniato un po’ il “Metodo Rolfo”, ma com’è nato?

“È da tre anni che sto lavorando come istruttore in una mia scuola guida, la RR44 (qui il sito web) che è aperta a tutti, dai principianti a chi già corre in pista e vuole migliorare. Lavoriamo molto con le pit bike che aiutano davvero tanto la posizione di guida e la tecnica, a velocità ridotte si migliora velocemente per poi passare alle moto stradali. Traiettoria e posizione in sella sono i due argomenti principali che fanno capire al pilota di cosa ha bisogno ad ogni livello ed aiutano la messa a punto. La scuola sta funzionando molto bene, in questo 2020 siamo diventati internazionali con anche dei corsi a Dubai con moto stradali. Tutti abbiamo voglia di tornare in pista e per quando si potrà ricominciare stiamo anche preparando degli sconti visto il periodo”. 

Tornando al motomondiale, come ti sembra la situazione per i "giovani rampanti" di MotoGP e Moto2? C'è qualcuno che può mettere fine al dominio Marquez in breve tempo?

"Basandosi sul finale del 2019, Quartararo, se continua in questo modo, può avere un potenziale incredibile. Il quesito è capire se potrà continuare a crescere costantemente o se avrà degli alti e bassi, io lo vedo velocissimo sul giro secco e nei primi giri di gara. Anche Morbidelli sta crescendo bene, lui riesce a mantenere i suoi risultati costanti, senza particolari lampi ma rimanendo sempre in una linea di crescita". 

 

 

 

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