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Triumph Street Scrambler 2019, pro e contro

La tuttofare entry-level della gamma Modern Classic di Triumph ha tante frecce da scagliare, ma conserva qualche difetto

Moto - Test: Triumph Street Scrambler 2019, pro e contro

Il 2019 è stato l’anno delle classiche per Triumph, che ha dato una prova di forza nel segmento con l’introduzione di modelli come Speed Twin e Scrambler 1200, senza però dimenticare le più piccole della famiglia.

Street Twin e Street Scrambler hanno infatti trovato un upgrade di potenza e tecnologico, e proprio la scramblerina è quella che è riuscita a rinnovarsi meglio, rimanendo competitiva nel prezzo con i suoi 10.900 euro.

Il bicilindrico parallelo raffreddato a liquido 8 valvole con distribuzione monoalbero e manovellismo a 270° trova ben 10 CV in più rispetto al passato, 65, che arrivano a 7.500 giri, ben 500 in più del model year 2017.

Coppia sempre sostanziosa e al punto giusto: 80 Nm a 3.200 giri/min. Le componenti alleggerite utilizzate, come albero motore e coperchi della distribuzione in magnesio, insieme alla frizione ottimizzata completano il quadro di un propulsore che ha trovato la sua dimensione ideale per divertire e rimanere facile e adatto a tutti, vista anche la possibilità di depotenziamento a 35 kw.

Sul ponte di comando svetta il singolo strumento analogico, ma una prerogativa del nuovo corso della Street Scrambler è la tecnologia: se il Ride by Wire era cosa nota ormai dal 2017, la novità sta nella mappa Off-Road dedicata, che affianca Road e Rain presenti anche sulla Street Twin, e che permette di escludere ABS e Traction Control.

Un plus non da poco per una “media” che, complice anche l’aggiornamento ciclistico può dare prova della sua duttilità.

Sì, perché ora la Street Scrambler è ancora più avventurosa, grazie al cerchio da 19” anteriore.

Un cambio di quote che non arriva da solo: Triumph ha infatti scelto di aggiornare la sospensione anteriore, inserendo una forcella KYB da 41 mm dall’escursione di 120 mm (stessa corsa della coppia di ammortizzatori posteriori) e di rinvigorire la frenata con una pinza Brembo a 4 pistoncini che morde un disco da 310 mm.

Il risultato è un feeling di guida migliorato, con tanta sicurezza che deriva proprio dalla comunicatività dell’avantreno, sia su strada che nel fuoristrada più leggero.

Nota dolente, o in questo bollente, della Street Scrambler 2019 rimane la posizione dello scarico: bellissimo e distintivo alla vista, ma che può risultare fastidioso, specialmente durante la bella stagione, per il calore che emana.

Nonostante le protezioni abbondanti infatti la percezione dietro il polpaccio rimane, e per chi siede dietro viene amplificata.

Il passeggero non deve solo preoccuparsi dello scarico, ma anche di trovare una posizione salda in sella: se la seduta per chi guida è infatti comoda sotto tutti i punti di vista, la porzione riservata a chi sta dietro è striminzita.

Un compromesso necessario per salvaguardare lo stile, ma che, complice l’assenza di maniglie in favore di una fibbia, rende difficile al passeggero trovare la sua dimensione.

Ottima invece la posizione delle pedane, che consente una triangolazione naturale anche a chi le curve se le gode in “seconda fila”.

Come abbiamo detto in precedenza il passo avanti rispetto al recente passato è netto e innegabile, ma qualcosa della genetica delle precedenti edizioni delle entry-level della gamma Modern Classic c’è.

Come per la Bonneville T100, il mordente del freno posteriore può lasciare a desiderare se si alza l’asticella. Nulla di trascendentale, perché la sensazione di sicurezza non viene mai meno, ma un neo che stona con la grande guidabilità trovata dalla cura muscolare del bicilindrico.

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