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SBK, Manuela Melandri: "Un pilota durante i GP è come una donna col ciclo"

"Sono suscettibili e bisogna trattarli in un certo modo. Durante la carriera di Marco è stato difficile per me gestire la paura, ma ora è tutto finito"

SBK: Manuela Melandri: "Un pilota durante i GP è come una donna col ciclo"

Durante la chiacchierata in diretta con Marco Melandri è intervenuta anche sua moglie, Manuela Raffaetà che ha risposto ai nostri Riccardo Guglielmetti e Marco Caregnato oltre che alle numerose domande arrivate dai nostri spettatori e lettori, su Facebook e YouTube. 

Manuela, Marco si è ritirato alla fine della scorsa stagione. Tu sei nel mondo dei motori da tanti anni ormai, cosa ti manca di più del paddock?

“Mi mancano le persone, ci ho passato metà della mia vita sia in MotoGP che SBK. Il motociclismo è un mondo incredibile, fatto di persone che lavorano in maniera pazzesca, dal box alle hospitality, lì ho sempre notato una grande passione e dei grandi cuori. Devo dire che la SBK è un ambiente più tranquillo, c’è più una situazione famigliare con più figli e più mogli, una volta Rea è andato a prendere Marco in motorino, nel motomondiale queste cose succedono poco”. 

Sei stata al fianco di Marco per molte stagioni, come cambia un pilota quando entra dentro il circuito durante un weekend di gara?

“I piloti durante il weekend sono come le donne con il ciclo, sono suscettibili, bisogna trattarli in un certo modo, parlarci con dolcezza e il meno possibile. Marco era così, ma anche tutte le altre mogli di piloti che conosco me lo hanno confermato”. 

Qual è stato il tuo rapporto con la paura? Ci sei sempre sembrata molto tranquilla e sorridente in griglia di partenza accanto a Marco, ma quando i semafori si spegnevano mantenevi lo stesso sorriso?

“Ne parlo adesso perché è tutto finito. Se mi avessi fatto questa domanda qualche anno fa probabilmente non ti avrei risposto, forse per scaramanzia. La verità è che non ci si abitua mai a quella paura e per me è stata una cosa molto complicata e durante la carriera di Marco. Ci sono stati dei periodi difficili visto che il primo figlio lo abbiamo perso durante le corse. Noi compagne dei piloti siamo un po’ come delle api operaie nel paddock perché sappiamo quali sono le cose che vuole il pilota e quando le vuole”. 

E il tuo rapporto con la squadra com’era? 

"Fantastico, il mio trucco era coinvolgere sempre il team, quando Marco aveva un problema. Una squadra è come una famiglia e questa è una cosa che mi manca, quando qualcosa andava male io cercavo di portare qualche sorriso”

Marco nella sua carriera ha avuto molti rivali e molti rapporti importanti con altri piloti, tu invece hai avuto qualche amicizia importante con le mogli dei rivali di tuo marito?

“Devo dire che Marco mi ha rovinato un po’ di amicizie, scherzo. La moglie di Laverty una volta mi ha detto che anche se i nostri mariti si fossero scontrati noi saremmo comunque rimaste amiche, eravamo tutte nella stessa barca". 

Marco giuda meglio sulla moto, sulla bici o in auto? 

“Io sarò di parte, ma credo che Marco sia stato uno dei migliori al mondo con la moto. È inutile girarci intorno, quando si trovava bene su una moto non ce n’era per nessuno, era elegante e staccava in un modo che a volte mi commuoveva. Uno che secondo me è come Marco è Rea, quando è arrivato in SBK cadeva spesso e ora che ha trovato la quadra non ce n’è per nessuno, è cresciuto tantissimo”. 

 


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