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Le 5 moto più incomprese (e/o brutte!) di serie mai costruite

Ogni tanto qualche Costruttore realizza delle moto... meno belle. Quali sono però le più orrende? Abbiamo provato a selezionarne alcune

Moto - News: Le 5 moto più incomprese (e/o brutte!) di serie mai costruite

Vi è mai capitato, mentre passeggiate, di vedere una moto, uno scooter, un'auto... e pensare: “Mamma mia se è brutto sto coso, ma che roba è?”. Ora, partendo dal fatto che la bellezza è una cosa soggettiva, ci sono delle cose che mediamente piacciono, e delle altre che mediamente non piacciono. Intanto, diciamo che non vogliamo offendere nessuno, e poi cerchiamo di vedere, tra le più conosciute, quali sono le moto di serie che effettivamente erano poco aggraziate e con un design discutibile.

Design passato, presente e futuro

Parlare con un designer è sempre molto interessante. Spesso alle presentazioni stampa, abbiamo la possibilità di parlare con chi ha realizzato la moto a livello estetico. Ci raccontano da dove è partita l'idea, dove sono arrivati, o magari dove sarebbero voluti arrivare. Siamo però nel 2020, esistono le scuole di design, pensiamo alla MBA Design, Fashion and Luxury Goods. Oggi si studia per diventare un designer, guardando a ciò che è stato fatto nel passato. Se pensiamo agli anni '80 e agli anni '90, beh, era pura sperimentazione. E' in quel periodo che sono usciti modelli meravigliosi, ma anche certi “carciofi” allucinanti. Vediamo quali sono i più brutti!

BMW – K1

A listino dal 1988 al 1993, la BMW K1 è stata prodotta in soli 6.921 esemplari. Derivava dalla mitica K100, ed avere un motore a quattro cilindri da 987 cc. La sua potenza era di 74 kW ad 8.000 giri, il primo ad avere un motore a 16 valvole su una BMW. Era spigolosa, con quella ruota anteriore semicoperta da un gigantesco parafango in resina a dir poco sgraziato, anche se la parte più brutta era quella posteriore, goffa, e che non consentiva di montare le borse laterali, un'eresia per una touring. Nel '93 fu sostituita dalla K1100 RS, mezzo decisamente superiore. Il prezzo? All'epoca 10.285 euro circa 20 milioni delle vecchie lire. Oggi vale tra i 4 ed i 7.000 euro.

Bimota – DB3 Mantra 900

Siamo nel 1994, quando Bimota presenta al Salone di Colonia la DB3 Mantra 900, moto prodotta tra il 1995 ed il 1998. Il motore era il “pompone” della Ducati Monster 900/SS da 904 cc e 87 CV di potenza massima. Se la parte posteriore aveva ancora “il suo perché”, una volta mostrata la parte anteriore, si rimaneva esterrefatti da quanto potesse essere sgraziata. Un ciclope con il viso schiacciato sotto una pressa, ecco come potrebbe essere definita. Costava la bellezza di 27.500.000 lire, che tradotti in euro, sarebbero stati 14.200 euro circa. Fu prodotta in 454 esemplari (di questi, 426 in colorazione gialla e 28 rossa). Chiaramente non se ne trovano, ma usata vale sui 7.000 euro.

Honda – DN-01

Quando Honda mostrò nel 2005 al Salone di Tokyo la DN-01... che dire, rimanemmo tutti un po' basiti. Fu prodotta dal 2008 al 2012 ed Honda, non contenta, riuscì a commettere lo stesso errore con la Vultus (prodotta dal 2014 al 2016). Muso da squalo, bassa, schiacciata, con uno scarico gigantesco, manubrio rubato al CN 250 (altro “mostro”...) ed un motore “lento”. Certo va detto, da guidare non era assolutamente male, ma a livello estetico si salvava solo la strumentazione, digitale e dal look piacevole. Costava anche tanto, 11.550 euro, ed oggi vale tra i 3.500 ed i 5.000 euro.

Buell – RR1000 Battle Twin

L'ex pilota ed ingegnere Erik Buell, voleva dimostrare che il bicilindrico Harley-Davidson poteva dire la sua in velocità. Ecco perché nel 1985 presentò la Buell RR1000 Battle Twin, moto che sarà prodotta tra il 1986 ed il 1988. I suoi 77 CV non erano tanti (era il motore della XR 1000), ma la moto era veloce. Del resto, era “una carena” viaggiante su due ruote! Come la BMW K1 aveva un parafango anteriore che copriva metà della ruota anteriore. Al centro era gigantesca, ma la parte sicuramente più brutta era quella posteriore. Sembrava la moto che trovi alle giostre per i bambini! Costava 12.495 dollari, quasi 11.400 euro odierni. Oggi, a trovarne, vale tra i 25 ed i 50.000 dollari.

Aprilia Motò 6.5

A Noale, hanno sempre prodotto moto bellissime. Con la Aprilia Motò 6.5, i designer provarono a proporre qualcosa di diverso, ma il risultato è quello che vediamo in foto: bruttarella. Nel giugno 1995 iniziarono le prime consegne e nel 2002 si decise di fermare la produzione. Il designer, Philippe Starck presentò delle linee che erano troppo avanti per l'epoca. Era una moto “facile” da guidare, con i suoi 43 CV, ma sembrava “tagliata con il coltello”. Una moto sgraziata, difficile, e con delle colorazioni non certo azzeccate. Costava circa 5.300 euro ed oggi vale dai 2.500 ai 5.000 euro.

I GPOners, e le chiacchiere da bar

Infine, concedeteci qualche nostra considerazione, o meglio, le nostre “più brutte”. Oltre a quelle sopra, abbiamo citato la Bimota Tes 2D, così come la Harley-Davidson Pan America. Si è poi fatto il nome di Pierre Terblanche, ed in fatti tra le brutte, abbiamo citato la prima versione della Ducati Multistrada DS e della Ducati 999/749, non certo delle gran bellezze. La piccola Gilera CX non piaceva a nessuno, e non possiamo non dimenticare un'altra BMW decisamente sgraziata, la F 650 CS Scarver. Citiamo poi la Yamaha GTS 1000, la Morbidelli 850V, ma anche la prima Suzuki Inazuma. Chiudiamo con l'ultima moto brutta secondo noi: la Honda SLR, o Vigor che sia. Non vi offendete, anche perché come si dice, “ogni scarrafone, è bell'a mamma soja” (per quanto brutto, ogni scarafaggio sembra bello alla propria madre)!

(nella foto di apertura il noto giornalista tester Alan Cathcart (foto dal web)

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