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SBK, Superbike, dentro la crisi: cosa ne sarà dei team indipendenti?

La proposta del calendario invernale spacca il paddock e per il 2021 il rischio sempre più concreto è quello di una griglia ridimensionata  

SBK: Superbike, dentro la crisi: cosa ne sarà dei team indipendenti?

Abbiamo una sola ed unica immagine di questo Mondiale 2020 della Superbike, ovvero quella di febbraio a Phillip Island. Poi lo stop, dovuto alla diffusione del COVID-19, che ha bloccato tutte le competizioni motoristiche. Al momento nessuno sa quando si tornerà in pista e di conseguenza ci sono grossi interrogativi all’orizzonte.

Un grattacapo non da poco per la Dorna, chiamata a fronteggiare una situazione mai accaduta prima d’ora. Se in Spagna stanno facendo il possibile per inventarsi qualche cosa, in Italia i team indipendenti combattono la loro battaglia personale tra introiti che tardano ad arrivare e addetti ai lavori da pagare. È il caso di Barnabò, così come di Puccetti e Pedercini, giusto per fare dei nomi. Tra questi spicca anche Go Eleven, rappresentata dal team manager Denis Sacchetti.

Il problema è grande – ha esordito Sacchetti – parto innanzitutto dalla salute delle persone, dato che molti di noi hanno perso i propri cari per colpa del virus, ma voglio spendere una parola per tutti coloro che si impegnano ogni giorno per contrastare l’emergenza. Oltre a tutto ciò ci siamo poi noi, ovvero il mondo delle moto, chiamati a fare i conti con una situazione che mai si è verificata prima d’ora e abbiamo diversi ostacoli da fronteggiare”.

Andiamo con ordine. Qual è il primo?

“Senza dubbio quello economico. Noi prima del via della stagione facciamo degli investimenti e questi investimenti rientrano grazie alle sponsorizzazioni delle diversi aziende. Il problema è che al momento le aziende sono bloccate e di conseguenza non abbiamo alcun tipo di rientro. Noi però dobbiamo pagare i tecnici e i meccanici anche se non si corre, senza dimenticarci del materiale che già abbiamo pagato”.

Avete già iniziato a fare una conta di quanto vi ha condizionato questa situazione, che ha portato al rinvio di gara?

“Al momento non abbiamo una cifra chiara di quanto sia la perdita, dato che stiamo valutando come recuperare i soldi dei biglietti aerei e le prenotazioni degli hotel a seguito degli spostamenti di Jerez e Assen. Quando capiamo cosa vorranno fare la varie compagnie avremo un quadro più chiaro”.

In MotoGP sono stati elargiti 750 mila euro ai team indipendenti. Cosa ne pensi?

“Esatto, noi siamo ora in attesa di capire come vuole muoversi la Dorna per venirci incontro. In tutta questa situazione, chi soffre particolarmente sono i team satelliti, dato che gli ufficiali hanno dietro la Casa madre, anche se al momento di moto se ne stanno vendendo ben poche. Noi però non abbiamo le spalle coperte come loro e di conseguenza serve un aiuto. Dovremo parlarne tutti insieme, per capire come salvarci,  magari una sorta di paracadute, perché è un rischio comune”.

In situazione di normalità, già ci sono team che faticano in Superbike. Questa potrebbe essere la goccia per  fare traboccare il vaso?

“Certamente e penso non ci voglia tanto a capirlo. Io sono dell’idea che il prossimo anno la griglia sarà rimaneggiata in termini numerici. Magari in Superbike sarà difficile, ma per quanto riguarda la SuperSport o la Sport300 ne sono convinto. Io credo che per certi piccoli team, che già faticano di loro, opteranno per la chiusura piuttosto che fallire e ritrovarsi a fare debiti”.

Dennis, nel frattempo si è anche parlato del calendario invernale, cosa ne pensi?

“Ho avuto modo di sentire questa idea lanciata da Quadranti e apprezzo il suo sforzo di trovare delle alternative a una situazione paradossale. Io, a mio modo di vedere, non condivido tanto la sua idea, dato che diventa molto complicato fare i conti con alcune dinamiche. Penso a tecnici e meccanici, così come i piloti, i quali sono impegnati in un Campionato e dovrebbero correre in concomitanza con l’altro, qualora decidessero di passare dalla MotoGP alla Superbike. Sono dell’idea che il tutto diventi impossibile. E poi ci sono i circuiti, dato che in Europa fino a fine marzo fa freddo e di conseguenza non è possibile scendere in pista. L’abbiamo visto lo scorso anno ad Assen, dove abbiamo dovuto fare i conti con la neve”.

La scorsa settimana Lavilla ha detto che farà di tutto pur di correre, anche se riducendo le gare.

“La condivido come idea, penso che la priorità di tutti noi sia quella di correre. Piuttosto poche gare, nell’eventualità anche sei o sette, ma ripartire e scendere in pista. Per un team indipendente la ripresa è di vitale importanza”.  

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