Tu sei qui

SBK, Phillip Poker Island: Rea gioca a carte scoperte, qualcuno si nasconde

L’ANALISI DEI TEST: Rea fa la volpe, ma in agguato ci sono tre lupi che preferiscono rimanere nascosti prima di aggredire la preda

SBK: Phillip Poker Island: Rea gioca a carte scoperte, qualcuno si nasconde

Share


Due giorni di relax, l’occasione per staccare momentaneamente la spina prima di tuffarsi nel weekend di gara. Ecco quindi i piloti incontrarsi per le vie di Cowes, località a 15 minuti di distanza dal tracciato di Phillip Island,  scambiare qualche parola, concedersi qualche corsa per mantenersi in forma e ammirare il paesaggio australiano.

C’è un aria spensierata e rilassata in attesa che i motori tornino ad accendersi nella giornata di venerdì, in occasione delle FP1. Al momento non resta quindi che volgere lo sguardo alla due giorni di test di lunedì e martedì per cercare di trarre i primi bilanci. Non è certo cosa facile, anche perché quello di Phillip Island è un tracciato particolare, inoltre siamo di fronte alla prima gara della stagione, dove le gomme giocano come sempre un ruolo fondamentale. C’è chi pensa possa essere una gara di gestione, senza correre troppi rischi e chi magari è intenzionato ad azzardare. Alla fine però nessuno vuole mostrare prima del tempo le proprie carte, come se fosse per certi versi una partita di poker.

Sta di fatto che Johnny Rea e la Kawasaki hanno fatto capire di partire con il favore del pronostico, tanto che nella giornata di martedì ha martellato sull’1’31 basso. Un ritmo invidiabile quello del Cannibale, anche se è ancora troppo presto per arrivare a conclusioni che rischiano di essere affrettate, dal momento che ci sarà da capire quelle che saranno le condizioni del tracciato sabato. In questi due giorni il meteo è stato per certi versi alleato dei piloti, dal momento che la temperatura dell’asfalto non ha mai superato i 30 gradi, rispetto agli oltre 40 di un anno fa. Un’eventuale impennata delle temperature potrebbe diventare un problema non da poco.

Tornando ai test, chi potrebbe mettere in discussione la corsa verso la vittoria di Rea sono le Yamaha. È il caso di Toprak Razgatlioglu e Michael van der Mark, che con le R1 puntano a far cadere dal trono il Cannibale. Sul giro secco il turco ha mostrato il proprio potenziale, mentre sul passo gara resta ancora qualche dubbio in termini di costanza. Ha saputo tenere invece testa al cinque volte iridato l’olandese, tanto che Johnny lo ha indicato come il principale rivale.

Occhio però che spicca un terzo duellante sulla scena, nato per combattere, ovvero Scott Redding. Nel confronto con il Cannibale il portacolori Aruba ha accusato circa un decimo e questo è un particolare da non trascurare, anche se per Scott resta da capire quale sarà il comportamento della gomma in ottica gara, dal momento che sarà la sua prima volta con la Superbike a Phillip Island. Proprio quest’ultimo aspetto lascia qualche punto interrogativo, anche se il numero 45 ha tutte le carte per giocarsi la vittoria. È rimasto invece in ombra il suo compagno Davies, così come la BMW di Tom Sykes, che non ha sfruttato l’ultima giornata per svolgere il long run.

Infine il discorso legato alla Honda. Per quanto visto fino ad ora, il cavallo vincente su cui puntare in casa HRC è senza dubbio Leon Haslam. Costantemente vicino ai primi, Leon ha mostrato di avere tutte le armi necessarie per lottare per il podio in Australia, nonostante un ritardo di quattro decimi nel confronto con Rea. Più preoccupante invece la situazione di Alvaro Bautista, che ha rimediato un secondo sul passo dal rivale del 2019.

Come detto Phillip Island è un tracciato indecifrabile e andare di all in rischia di essere probabilmente una follia. Meglio quindi aspettare che qualcuno faccia la prima mossa, sempre che non si stia bluffando.    

Articoli che potrebbero interessarti