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MotoGP, Ducati oltre il muro del suono, Yamaha costretta ancora a inseguire

L'ANALISI DELLE VELOCITÀ MASSIME - Sei Desmosedici davanti  a tutti e Miller oltre i 355 Km/h. M1 e GSX-RR migliorano, ma non basta

MotoGP: Ducati oltre il muro del suono, Yamaha costretta ancora a inseguire

Non si può dire che in Ducati non siano di parola. A Bologna, durante la presentazione del team, Gigi Dall’Igna aveva promesso che la Desmosedici avrebbe recuperato il suo vantaggio in velocità massima e non aveva mentito. Fin dalla sua prima apparizione in MotoGP, il 4 cilindri di Borgo Panigale è sempre stato il riferimento della categoria per prestazione, ma lo scorso anno i rivali si erano avvicinati. Soprattutto Honda, che aveva praticamente pareggiato i conti con la Rossa.

La cosa non è andata giù agli ingegneri italiani, che hanno risposto a loro modo. “Sono riusciti a migliorare ancora nonostante i cavalli fossero già molto, in 5ª e 6ª marcia la differenza di sente” ha detto Dovizioso al temine dei test in Qatar. La sua non è un’impressione, ma una realtà dimostrata dai numeri.

La tabella qui sotto non vuole avere valenza scientifica, ma mostra dati molto interessanti. Semplicemente, abbiamo stilato una classifica considerando per ogni pilota la sua velocità massima nel 3° giorni di test a Losail, poi l’abbiamo confrontato con l’identico dato di un anno fa (logicamente manca la comparazione per i debuttanti e per Zarco, che ha cambiato moto).

Gli italiani lo fanno meglio

Se i numeri non mentono, Ducati vince su tutta la linea, per non dire che straccia gli avversari. Ci sono infatti 6 Desmosedici (di cui due GP19) davanti a tutti in questa speciale classifica Su tutti spicca Jack Miller, che come spesso accade si conferma uno dei più veloci, riuscendo a superare il muro dei 355 Km/h. Poco staccato Petrucci, poi Bagnaia e poi Zarco e Dovizioso. Non solo la velocità massima a stupire ma il guadagno rispetto a un anno fa, superiore ai 12 Km/h per i primi 3 piloti.

Interessante è anche notare la punta velocistica di Johann che guida la moto dello scorso anno e che è superiore a quelle dei piloti ufficiali nel 2019 che guidavano la stessa versione della Desmosedici. Un miglioramento del genere è dovuto al fatto che la GP19 del francese è una moto evoluta per tutto lo scorso anno, ma probabilmente influiscono anche le nuove gomme. Michelin ha realizzato delle coperture più performanti, questo significa avere maggiore accelerazione e, di conseguenza, velocità di punta.

Non è stata però solo la Ducati a stupire, anche l’Aprilia ha fatto un bel passo in avanti e Aleix Espargarò è stato l’unico pilota a inserirsi in mezzo alle Rosse. Non è un risultato scontato, perché a Noale hanno rivoluzionato il proprio V4 portando l’angolo fra i cilindri a 90°. Inoltre, per stessa ammissione dello spagnolo, gli ingegneri Aprilia sono stati conservativi in questo test, tenendosi nel taschino qualche giro motore per evitare problemi di affidabilità.

Aleix ha ipotizzato di potere recuperare circa 5 Km/h quando avrà tutta la potenza a disposizione, allineandosi quindi alle Ducati. I miglioramenti della RS-GP sono testimoniati anche dalle prestazioni Bradley Smith, 16,7 Km/h più veloce rispetto a un anno fa.

Yamaha e Suzuki migliorano ma non abbastanza, Honda non stupisce

La sorpresa dello scorso anno, in tema di velocità massima, era stata la Honda. Nel 2019, nei test in Qatar, il più veloce era stato infatti Cal Crutchlow che invece nelle ultime prove ha preso paga dalle Rosse. Non molto, ma i 7 Km/h da Miller sono comunque un divario importante. Anche gli altri piloti Honda non sono andati benissimo, con i due fratelli Marquez allineati alle prestazioni di Yamaha e Suzuki, non esattamente le moto più veloci in rettilineo.

Il problema della RC213V è che ha migliorato meno di tutti in questo frangente. Cal è stato appena 4,4 Km/h più veloce di un anno fa, Marc 2,2 mentre gli avversari spesso hanno miglioramenti a doppia cifra.

Come Vinales, che è il pilota che ha fatto più progressi dallo scorso anno con 16,9 Km/h in più sul rettilineo. Sicuramente i 346,1 Km/h sono arrivati da un giro particolarmente buono, ma spagnolo ne ha fatti molti in 345, segno che la Yamaha ha fatto un passo in avanti, anche se non è ancora sufficiente.

Maverick, infatti, è praticamente una mosca bianca sulle M1. Valentino Rossi prende più di 10 Km/h dalle migliori Ducati, Quartararo e Morbidelli sono oltre i 15 e condividono l’ultima posizione di questa classifica. Il Dottore ha migliorato meno del compagno di squadra, ma la velocità massima registrata nel 2019 non è completamente veritiera, perché fu un caso unico a fronte di prestazione di circa 5 Km/h più basse.

È indubbio che a Iwata abbiano lavorato sul motore, ma sembra che i 4 cilindri in linea possano poco contro i V4 sul dritto e la controprova c’è da Suzuki, che ha fatto un cammino molto simile per ottenere all’incirca gli stessi risultati. Per chi guida una M1 o una GSX-RR ci sarà da soffrire anche quest’anno.

Come Honda, delude la KTM che lo scorso anno riusciva a tenere la scia dei migliori. Anche per le moto austriache in assoluto il bilancio è positivo, ma contro le moto italiane c’è poco da fare.


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