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MotoGP, Test in Qatar, a Losail l’ora della verità per i ‘nemici’ di Marquez

Stanno per scattare a Losail le ultime tre giornate di test ufficiali. Ducati vuole adattarsi alle Michelin, Yamaha cerca conferme, Suzuki farà debuttare il dispositivo di partenza mentre KTM e Aprilia vogliono un posto fra le ‘grandi’

MotoGP: Test in Qatar, a Losail l’ora della verità per i ‘nemici’ di Marquez

Queste tre giornate di test in Qatar saranno letteralmente gli ultimi giorni tra i banchi di scuola per gli ingegneri delle varie Case, che avranno questa ultima opportunità per tentare di tradurre tutte le indicazioni ricevute dai piloti durante i test svolti a fine 2019, tra Valencia e Jerez, e la prima tornata di Sepang. Noi saremo sul campo per seguirli in diretta, pubblicando il nostro LIVE e cercando di raccontarvi nel dettaglio tutto ciò che accade in pista. I test si svolgeranno a partire da domani dalle 11 alle 18 orario italiano e li racconteremo integralmente da bordo pista. 

Le cartucce ancora da sparare sono parecchie, per cui è possibile che qualche novità di rilievo venga mostrata proprio in queste ultime giornate a Losail, giusto qualche giorno prima della data prefissata per l’omologazione delle moto ed il congelamento dei motori. Nessuno vuole infatti mostrare le proprie carte ai rivali e tutti hanno atteso pazientemente lo scorrere dei test prima di mostrare i propri assi. Maestra in questo è sempre stata la Ducati, che non ha ancora presentato le novità aerodinamiche promesse da Gigi Dall’Igna.

Ducati pronta a sorprendere con l'aerodinamica, ma deve adattarsi alle Michelin 2020

A Borgo Panigale non volevano prestare il fianco, offrendo la chance ai rivali di copiare alcune soluzioni prima dell’inizio della stagione. Per cui si sta attendendo l’ultimissimo momento utile per mandare in pista le soluzioni più ‘spinte’ dal punto di vista aerodinamico, nella speranza che riescano a risolvere almeno in parte i problemi emersi a Sepang soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra la GP20 e le nuove gomme Michelin. Dovizioso non ha nascosto le sue preoccupazioni, ma ha anche specificato che in Malesia non c’è stato il tempo per fare il lavoro di fino sull’assetto in funzione delle gomme, che sarà invece un punto fondamentale dei test a Losail.

La Yamaha è andata invece via da Sepang con un grande sorriso stampato sul volto. Vinales è stato il più veloce sul passo gara, Quartararo sul giro secco e la sensazione generale è che la M1 fosse particolarmente a proprio agio in Malesia. Le nuove Michelin esaltano le doti di scorrevolezza della M1 nascondendo alcune pecche in uscita di curva che negli ultimi anni erano il problema di questa moto.

Losail sarà un grande banco di prova, per comprendere in situazioni di temperatura e grip dell’asfalto diverso, quanto fossero veritieri i dati raccolti a Sepang. La speranza ad Iwata è ovviamente di riuscire a replicare quell’ottimo test.

Da sottolineare che questi saranno gli ultimi test invernali per Valentino Rossi nei panni di pilota Yamaha Factory al 100%. Il tempo del Dottore da questo punto di vista è passato. 

Honda voleva costruire una moto più facile per tutti, ma non sembra esserci riuscita

Una grande incognita accompagna invece la Honda alla vigilia di questi test. Le condizioni fisiche di Marc Marquez non erano assolutamente perfette a Sepang e lo spagnolo è anche stato vittima di una caduta a fine test per l’eccessiva stanchezza.

Suo fratello Alex è un Rookie, quindi le sue indicazioni non sono ancora funzionali allo sviluppo della moto e Crutchlow è come sempre un punto interrogativo, perché alterna prestazioni di rilievo a momenti di quasi buio. Le Michelin, perfette per i 4 in linea, sembrano un problema per le moto equipaggiate dai V4 più potenti, Honda e Ducati in primis. Losail sarà fondamentale per capire sia lo stato di forma reale di Marquez, in vista dell’inizio delle ostilità, che per comprendere quanto possa essere competitivo il pacchetto HRC 2020 indipendentemente dal livello di preparazione fisica del suo campionissimo. Volevano fare una moto più facile per tutti, adesso tocca capire se ci sono riusciti oppure se Honda è ancora ostaggio di lusso di sua velocità Marc, che dopo la firma del contratto fino al 2024 è sempre di più il vero faro di HRC in MotoGP.

Suzuki è stata ancora una volta velocissima nei test a Sepang, esattamente come fece nel 2019 con Alex Rins. Mir è cresciuto e non è più un rookie all’assalto quanto un pilota maturo e veloce e pronto a graffiare soprattutto in gara. La GSX-RR calza a pennello alle gomme su specifica 2020, il motore ha guadagnato cavalli e dovrebbe debuttare in Qatar il sistema holeshot per le partenze. Rins fece una bella gara nel 2019, ma il gap di potenza nei confronti di Ducati e Honda lo relegò fuori dalla lotta per il podio. L’obiettivo è arginare questo gap e sfruttare un potenziale che sembra cresciuto.

KTM e Aprilia si sono avvicinate abbastanza per lottare al top? In Qatar per scoprirlo

KTM e Aprilia sono due mezze incognite. La RC16 ha fatto dei passi in avanti importantissimi e l’impegno di Mattighofen è più che palese. Telaio nuovo, motore vicino al livello di quello della Ducati. Pol Espargarò ha tenuto un passo a Sepang di tutto rispetto, seppure non ancora al livello dei migliori del lotto. Eppure la sensazione generale è che il 2020 possa essere l’anno per lo step definitivo degli uomini in arancione. Dovrebbe arrivare qualche novità in ambito aerodinamico a Losail e appare sempre più chiaro che l'acquisto di Dani Pedrosa nel ruolo di tester possa aver fatto la differenza.

A Noale la curiosità è a livelli incredibili. La RS GP 2020 è nata bene, è stata veloce dai primi metri e ha avuto solo qualche normalissimo problema di gioventù. La moto è stata letteralmente assemblata prima di partire per Sepang, quindi la speranza è che ad una velocità che sembra far già parte del suo DNA sia stata affiancata anche un’affidabilità importante in ottica gara. Aleix Espargarò era più che felice in Malesia, se dovesse iniziare a macinare tanti giri senza avere problemi in Qatar, lo sarà ancora di più.

Peccato che manchi ancora all’appello Andrea Iannone, che resta immobilizzato dalla spada di Damocle pendente sulla sua carriera di pilota. Se anche la faccenda doping dovesse essere risolta prima dell’inizio della stagione in Qatar, eventualità che purtroppo appare oggi remota, perdere i test sia a Sepang che a Losail rappresenterebbe solo un brutto gap da ricucire, unito al fatto di non salire in sella da ormai quasi quattro mesi. 

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