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SBK, Bautista: "Non sto spingendo al limite, stiamo raccogliendo dati"

"Abbiamo dovuto svolgere qui il programma di lavoro che avremmo dovuto fare a Jerez. Il potenziale c'è, ma al momento non è tutto al posto giusto, abbiamo bisogno di più tempo"

SBK: Bautista: "Non sto spingendo al limite, stiamo raccogliendo dati"

Alvaro Bautista si era immaginato un programma di giornata per questa uscita a Portimao. Voleva probabilmente sfidare il cronometro, voleva dimostrare di poter lottare ad armi pari con i rivali pur dovendo portare avanti lo sviluppo di un progetto completamente nuovo come è la CBR 1000 RR-R che ha a disposizione.
La realtà è però stata molto diversa ed oggi, al termine della prima giornata di test in Portogallo, Bautista ha incassato oltre 2,5 secondi (leggi QUI) dal pilota che l'ha sostituito in sella alla Ducati Panigale, ovvero Scott Redding. 

Non si è trattato ovviamente di una doccia fredda, perché al momento è chiaro a tutti che in Honda il primo obiettivo nei test è raccogliere informazioni per portare avanti al meglio lo sviluppo della rinnovata Fireblade. Ma un pilota, per quanto responsabile e consapevole della situazione, vuole sempre scendere in pista per attaccare il cronometro e oggi Bautista ha dovuto rinunciare ai propositi bellicosi, che probabilmente dovrà rimandare di qualche settimana. 

"Alla fine oggi abbiamo fatto più lavoro all’interno del box che fuori. E’ una situazione normale per noi adesso, ma di certo mi piacerebbe avere tutto pronto e pensare solo a spingere e cercare le giuste sensazioni con la moto. Ma sfortunatamente con il meteo che abbiamo avuto a Jerez, siamo stati costretti a fare qui il lavoro che avremmo dovuto fare lì. Questa è la situazione".

Non si è nascosto dietro a un dito Alvaro, consapevole che in questo momento la cosa realmente importante è imprimere la giusta direzione allo sviluppo della moto. 

"La pista è molto diversa da Jerez e anche il meteo per fortuna è stato molto diverso da quello che abbiamo trovato qualche giorno fa lì. In questo momento stiamo portando avanti i test di tanti componenti, che come avete visto avevamo già anche a Jerez. Solo che lì non è stato possibile provarli e quindi abbiamo iniziato a provarli qui. Di base era importante raccogliere tanti dati su questi particolari anche per stabilire la direzione dello sviluppo. Avrò bisogno di altri test prima di Phillip Island. Quando hai un progetto nuovo come questo, è sempre difficile".

Bautista è ben consapevole di quanto sia ripida la cima da scalare e il fitto programma di test ha subito più di un inciampo a Jerez a causa di un meteo che ha lasciato poco tempo per provare in pista. 

"In un progetto nuovo come questo il tempo non è mai abbastanza. Avremmo bisogno di altro tempo, specialmente dopo i test che abbiamo fatto a Jerez, che sarebbero stati molto importanti anche in vista de lavoro di oggi. Il piano era di fare lì tutto lo sviluppo che invece siamo costretti a fare qui. Siamo in ritardo, vediamo a che punto arriveremo in Australia".

La situazione non è però pesante come si potrebbe pensare e Bautista vuole vedere il bicchiere mezzo pieno. 

"Penso che il potenziale del materiale che abbiamo con la nuova Honda Sia fantastico. Ma è come se ancora non fossimo riusciti a mettere tutto assieme per farlo funzionare. Dobbiamo mettere a punto meglio l’elettronica, dobbiamo anche lavorare sulla ciclistica, sul motore. Sento che ogni singola componente ha un grande potenziale ma è come se al momento non fosse tutto al posto giusto". 

Alvaro è un combattente, e non nasconde di non gradire particolarmente il tipo di lavoro che sta svolgendo, pur essendo consapevole di quanto sia importante. 

"Qualche cambiamento funziona bene, altri meno. Alcune cose che proviamo servono quasi solo per raccogliere dati ed informazioni. Serve per stabilire cosa fare prima della prima gara. Non è facile perché tante volte esci dai box e devi andare in pista non per fare il tempo ma per fare un altro tipo di lavoro, raccogliere informazioni. Non avendo un test team e non avendo molto tempo, siamo stati costretti a farlo qui. Di certo non è facile quando devi lavorare in questo modo, non voglio dire che sia frustrante, ma non puoi spingere al limite. Ma è quello che dobbiamo fare adesso".

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