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MotoGP, Rossi contro la storia: il 10° titolo è la sua mission impossible

Negli ultimi anni l'età dei campioni si è costantemente abbassata, Valentino ha la possibilità di cercare un record impossibile sulla carta

MotoGP: Rossi contro la storia: il 10° titolo è la sua mission impossible

Il prossimo 8 marzo Valentino sarà davanti al semaforo illuminato di rosso della pista di Losail in attesa che si spenga. Quando lascerà le dita dalla frizione inizierà ufficialmente la sua 25ª stagione nel motomondiale. Un altro primato di cui si può andare fieri, anche se l'orgoglio forse sarà stemperato da un pizzico di rammarico per l’età che avanza.

Il motociclismo è un paese per giovani, ma le eccezioni esistono e il Dottore, a un mese dal compiere 41 anni, ne è la dimostrazione. Lo aspetta un’altra stagione, con in testa l’obiettivo di ogni pilota, nessuno escluso, quando si inizia: vincere il titolo mondiale.

La domanda è se raggiungerlo possa essere un semplice sogno o invece sia possibile, con tutte le difficoltà annesse e connesse. Qualche pilota over 40 con l’alloro al collo nel passato c’è stato, ma bisogna scartabellare negli archivi, ormai polverosi, per trovarlo.

Il record di anzianità è del tedesco Hermann Paul Müller, che con la NSU vinse il titolo a quasi 46 anni (45 e 331 giorni per la precisione). Era però il 1955, l’epoca pionieristica del motociclismo, in cui i piloti era personaggi ben diversi da quelli che conosciamo ora. Dimenticate i professionisti e atleti a tutto tondo, in quei tempi assomigliavano semmai a degli eroi un po’ pazzi e il coraggio era molto più importante di una telemetria che poteva appartenere solo ai racconti di fantascienza.

Fonte Wikipedia

Lo stesso si può dire di Fergus Anderson o di Nello Pagani, i primi due iridati della storia rispettivamente in 500 e in 125 nel 1949, il primo anno del motomondiale. Non è un caso che molti di questi record appartengano a quell’era, compreso quello di Fergus Anderson, anche lui campione a 45 anni suonati in 350. Stiamo parlando di più di mezzo secolo fa e di acqua sotto i ponti ne è passata fin troppa.

In quegli anni non c’erano baby fenomeni o enfant prodige, quelli con cui deve fare i conti Rossi. Se ci si basa sulla storia recente, la sua impresa sembra destinata a fallire.

Gli ultimi primati di anzianità, se così vogliamo chiamarli, li troviamo negli anni ’80 del secolo scorso. Eugenio Lazzarini (altro italiano) si laureò campione nella classe 50 nel 1980 a 35 anni, Stefan Dörflinger (svizzero) 5 anni più tardi nella classe 80 a 36 anni. Se proprio ci si vuole aggrappare i numeri, nel 1994 Rolf Biland riuscì a essere campione avendo già passato gli ‘anta’, ma nei Sidecar, classe che non aveva esattamente lo stesso livello di competizione della MotoGP odierna.

Si può dire che le cose iniziarono a cambiare negli anni ’90, con Loris Capirossi che inaugurò la categoria dei ‘piloti bambini’. Vinse il titolo in 125 a 17 anni e 165 giorni e il primato rimane imbattuto. Lo stesso Valentino fece parte di quella generazione, con il primo campionato conquistato a 17 anni. Pedrosa, invece, detiene il record di giovinezza in 250, con il titolo a 19 anni a 18 giorni.

Negli ultimi anni, la famiglia Marquez ha accelerato le cose: Alex è il più giovane campione della Moto3 (18 anni e 200 giorni), Marc della Moto2 (19 anni e 254 giorni) e della MotoGP (20 anni e 266 giorni).

Non è quindi un caso che nelle nuove classi (parliamo di Moto3, Moto2 e MotoGP) i primati di anzianità non appartengano a piloti poi così… anziani. In Moto3 (dove l’età massima è di 28 anni per regolamente) il più vecchio campione è stato Cortese a 22 anni, in Moto2 Elias a 27, nel primo anno del campionato. E in MotoGP? II record appartiene già a Valentino, quando non aveva ancora compiuto i 31 anni.

Ora il Dottore si trova a dovere fronteggiare avversari che potrebbero avere l’età dei suoi figli, e assolutamente fuor di metafora. Fabio Quartararo, l’ultima promessa, non ha ancora compiuto 21 anni, ne ha 20 in meno del Dottore.

Eppure, per quanto difficile sia, nessun pilota può non pensare di potere vincere il campionato quando sale sulla propria moto. La storia dice che Valentino si trova di fronte a una sfida (quasi) impossibile, ma d’altra parte i record sono fatti per essere battuti e a tutti serve una motivazione per dare il massimo, soprattutto per chi ha riempito stanze e stanze di trofei.

Rossi nella sua carriera ha cambiato più volte per adeguarsi alle nuove generazioni e anche nel 2020 ha pensato al nuovo upgrade. David Munoz, capotecnico della nuova generazione, è arrivato nel box, mentre le nuove leve della Riders Academy sono fondamentali per allenarsi, anche la Yamaha sembra sulla strada giusta dopo qualche anno non proprio felice.

Il resto lo dirà la pista, perché il Dottore prima deve tornare alla vittoria (che manca da più di due anni) e poi potrà pensare più in grande. Tornare a essere il migliore a più di 40 anni sarebbe l'ultimo traguarda che ancora gli manca. A non provarci si farebbe peccato.

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