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MotoGP, Ducati a caccia di piloti: è corsa contro il tempo

Sono tre le blue chip del mercato a cui la Rossa può puntare: il sogno proibito Marquez, l'astro nascente Quartararo e l'eterno incompiuto Vinales

MotoGP: Ducati a caccia di piloti: è corsa contro il tempo

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In inverno la MotoGP va solo apparentemente in ferie. C’è tempo per stappare una bottiglia per un brindisi o concedersi un’abbuffata, ma il lavoro continua. I tecnici sono impegnati a dare gli ultimi ritocchi alle nuove moto, i piloti devono continuare ad allenarsi per non perdere la forma e i manager hanno forse il compito più impegnativo, quello di decifrare il futuro. Come dei cartomanti devono scegliere quali mosse fare quasi al buio, consapevoli che il confine tra colpaccio e fregatura è quanto mai labile.

Colpa anche del mercato della MotoGP, che negli ultimi anni ha accelerato i suoi tempi. Se fino a qualche stagione fa i contratti si facevano in estate, ora siamo abituati a vedere accordi firmati ancora prima dell’inizio del campionato. Piaccia o non piaccia, ci si deve adeguare.

In questo senso, Ducati è la Casa che deve aprire la caccia al più presto, se non lo ha già fatto. È risaputo che i contratti di tutti i piloti scadranno a fine 2020 e bisogna guardare al futuro. La Rossa è una delle squadre che punta al Mondiale e per riuscirci ha bisogno di quello che si definisce, con l’onnipresente inglese, un top rider.

A Borgo Panigale hanno Dovizioso, vero, ma anche una squadra da rafforzare perché Petrucci nel 2019 non ha rispettato tutte le promesse. Le alternative in casa sono Jack Miller e Pecco Bagnaia, ma né l’australiano né l’italiano al momento sono dei pezzi forti sul mercato. Quindi, bisogna guardarsi intorno.

In questo momento le blue chip della MotoGP sono 3: Marc Marquez, Fabio Quartararo e Maverick Vinales. Si può dire che saranno loro a decidere il mercato e gli altri poi si adegueranno.

Marc Marquez, il sogno proibito

Marc Marquez è il sogno di ogni team, ma è difficile dire quanto sia proibito. Honda sembra averlo blindato affiancandogli il fratello, ma il contratto di Alex è solo di un anno e questo particolare ha fatto pensare che i giochi con il campione di Cervera non siano ancora del tutto chiusi. Lo spagnolo ha fatto della HRC la sua seconda casa, imponendo la sua squadra e ripagando i giapponesi con titoli a ripetizione.

La prima regola del mercato, però, è provarci sempre. Con Marquez sulla propria moto le probabilità di vincere si alzano vertiginosamente anche se il prezzo da pagare è molto alto, e non metaforicamente. Le casse delle Ducati avevano ricevuto un duro colpo con l’ingaggio di Lorenzo e per provare a dare l’assalto a Marc ci vorrebbe un aiuto. Da mamma Audi o da Phillip Morris, che però non era intervenuta per Jorge.

Il problema è che a Honda non mancano le risorse per un eventuale rilancio e, alla fine dei giochi, è solamente la voglia di Marc di cambiare a potere fare la differenza.

Fabio Quartararo, l’astro nascente

Ben più abbordabile sarebbe Quartararo. Il francese è un astro nascente e come tale non ancora troppo costoso. Vestirlo di rosso sarebbe un bel colpo, ma bisogna riuscire a contrastare la presa di Yamaha.

Fabio sa di essere su una delle moto più facili (e prendete questo aggettivo con le dovute pinze) del paddock, mentre la Desmosedici è molto particolare. Per lui l’opzione più saggia sarebbe restare sulla M1 per continuare la sua crescita prima di cercare gloria in altri lidi. Da Iwata è arrivato un primo segnale sotto forma di moto ufficiale per il 2020 e il prossimo passo sarebbe il team ufficiale.

La Ducati non è la Ferrari, ma il fascino di vincere in rosso è comunque molto allettante. Quartararo dovrebbe decidere di tuffarsi in acque che possono incresparsi facilemte, con la consapevolezza di dovere mettere in conto anche un periodo di adattamento alla D16. Però, se riuscisse poi a vincere, entrerebbe nella storia.

Maverick Vinales, capitano senza fascia

Oggettivamente, il bersaglio più facile sarebbe Vinales. Lo spagnolo ha talento, ha già vinto delle gare in MotoGP e forse la Yamaha gli sta andando un po’ stretta. Per una ragione o per l’altra, Maverick non è mai stato un vero numero 1 nella squadra giapponese.

Dopo un debutto perfetto nel 2017 (3 vittorie nelle prime 5 gare), la M1 iniziò a entrare in crisi e lo spagnolo a soffrire la presenza di Valentino che dettò le mosse per lo sviluppo. Pur con risultati migliori dell’italiano, Maverick non riuscì a imporsi.

Anche nel 2019, nonostante sia stato l’unico pilota Yamaha a vincere (due volte, in Olanda e in Malesia) è stato offuscato da Quartararo. Così Vinales è sempre sembrato un pilota incompiuto e senza i galloni di capitano. Colpa anche del suo carattere certamente, con alti e bassi che non aiutano, sopratutto quando le cose non vanno bene.

Maverick in Ducati potrebbe sentirsi veramente “voluto” e per questo il suo arrivo potrebbe essere il più semplice, almeno sulla carta. Lo spagnolo volterebbe pagina e potrebbe mettersi alla prova su un nuovo campo, provando a puntare al titolo, cosa mai riuscita finora. Anche il suo ingaggio non sarebbe ai livelli di quelli di Marquez.

Logicamente, sia Honda che Yamaha sanno bene il valore dei propri piloti e a loro volta tenteranno di non lasciarli andare via. Per Ducati sarà quindi una corsa contro il tempo, in cui serviranno velocità, astuzia e, naturalmente, soldi.

Iniziare a riempire una casella è essenziale, poi si penserà alla seconda. Dovizioso è diventato un simbolo della Rossa, e un posto per lui rimarrebbe comunque.

Le moto sono ancora ferme, ma la gara è già iniziata.

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