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MotoGP, Crutchlow: "Per aiutare Alex Marquez, Honda mi ha 'rubato' tre tecnici"

"Da tre anni sono stato l'unico in grado di salire con Marc sul podio e invece di aiutarmi mi hanno fatto questo. La nuova moto? Doveva essere facile e questa non lo è"

MotoGP: Crutchlow: "Per aiutare Alex Marquez, Honda mi ha 'rubato' tre tecnici"

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Cal Crutchlow ha chiuso una due giorni di test molto positivi, sperimentando le novità portate da Honda a Valencia e dando una mano a Marc Marquez nell'indirizzare lo sviluppo di una moto che resta difficile da interpretare. Con l'arrivo di un Rookie in HRC come Alex Marquez e la mancanza di Nakagami, appare chiaro che le decisioni per lo sviluppo siano state completamente affidate a Cal e Marc, ma il britannico al termine di questa prima sessione del 2020 non è particolarmente sorridente.

Il pilota di Lucio Cecchinello è più che noto per non essere un tipo esattamente tranquillo ed incline al politicamente corretto, ed anche a Valencia ha confermato questa immagine. Nel passaggio di Alex Marquez in HRC, un ruolo che lo stesso Cal non ha mai nascosto di anelare, c'è stato anche un grande cambiamento di figure tecniche. Honda ha infatti fatto letteralmente la spesa di tecnici in LCR, portando tre delle figure chiave con cui ha lavorato Crutchlow in questa stagione, alla corte di Alex. Un passaggio che Crutchlow non ha affatto gradito.

"Sembrerà ironico, ma non so di preciso quanto cambierà ancora la mia squadra per il 2020, ma so per certo che qualcosa cambierà. Come ho detto - ha sottolineato Crutchlow -  Honda mi ha portato via alcuni ragazzi e c’è da dire che dal mio punto di vista, io sono l’unico in grado di salire sul podio assieme a Marc. E’ andata così quest’anno, l’anno scorso e l’altro ancora. Probabilmente sarà così anche l’anno prossimo. Io sono sempre stato quello più vicino a Marc ed ho sempre pensato che Honda mi avrebbe dato una mano per avvicinarmi ancora di più".

Invece cosa è successo?

"Mi ha tolto alcuni ragazzi dal box, e questo mi ha infastidito parecchio. Anche perché non credo che questa cosa possa fare grande differenza per Alex, mentre per me ne fa tanta. Sono ragazzi che hanno tolto dalla mia squadra ed hanno portato in Honda ufficiale. Tre tecnici".

In realtà non è stato proprio un furto, come spiega Lucio Cecchinello.

"Quando arrivò Lorenzo in Honda, alla fine dello scorso anno, la HRC mi chiese preventivamente se avrebbe potuto fare una offerta al mio personale, ed io che non sono proprietario delle persone, anzi sono felice di vederle crescere, non mi sono opposto - precisa Lucio - Ora ovviamente la situazione è diversa: non c'è più un cinque volte campione del mondo, ma un debuttante e abbiamo pensato che non sarebbe male riaverle indietro. Se non tutti, uno o due. Al momento non sono state prese decisioni in proposito. Vedremo".

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Qui a Valencia Alex era comunque il vicino di box di Cal, c'è stata la possibilitò di dare uno sguardo al suo lavoro?

"Non ho guardato cosa ha fatto Alex, non mi interessava farlo - la risposta del pilota britannico - Aveva un programma di lavoro completamente differente dal mio. Sono certo che ha fatto un buon lavoro, guida la moto da due giorni e si è divertito. Non mi sono interessato troppo, onestamente".

Tu invece, sei soddisfatto di quello che hai provato in pista?

"Siamo stati più veloci oggi rispetto a ieri, ma è normale perché avevamo molte informazioni in più e questo ci ha permesso di migliorare. Sono soddisfatti, oggi c’è stata una lunga fase della giornata in cui nessuno spingeva forte, soprattutto stamattina, perché nessuno voleva cadere e rischiare di buttare il resto della giornata. Sono test, è importante girare a lungo. Abbiamo provato alcune novità di elettronica, sia ieri che oggi". 

Raggiunti tutti gli obiettivi fissati?

"Quando inizi questi test, speri sempre di riuscire ad essere più veloce di quanto tu non sia stato durante il fine settimana di gara e oggi ci sono riuscito. Era importante, perché quest’anno spesso siamo stati veloci in gara molto più di quanto eravamo nelle prove libere o nelle qualifiche. Era uno dei nostri punti deboli, penso che siamo migliorati". 

Come ti è sembrato il potenziale della nuova moto?

"Dobbiamo lavorare per capire come rendere davvero più efficace la nuova moto, perché ci sono delle aree in cui è oggettivamente più veloce, ma ha anche alcuni punti deboli in più. Adesso dovremmo lavorare sulla base delle informazioni raccolte qui, in vista della prossima due giorni di test a Jerez. Secondo me dovremo guardare con attenzione gli aspetti che riguardano l’elettronica. Senza dubbio abbiamo fatto dei passi in avanti in alcune aree, questo mi mette di buon umore. Ho recuperato un po’ di confidenza in sella alla moto, ma come sapete noi volevamo cercare di renderla più facile da guidare questa non lo è. Dobbiamo ancora migliorare sotto questo punto di vista durante l’inverno, penso che loro possono lavorare su questo". 

Crutchlow: "Volevamo una Honda più facile e questa non lo è"

Dal punto di vista cronometrico, pensi che sia uno step in avanti?

"Non ho quasi mai provato la mia moto in questi due giorni, la moto che ho usato in gara. L’ho fatto solo alla fine e sono abbastanza certo che sarei potuto andare anche più forte con quella, ma questi test servono a raccogliere dati con la moto nuova. Ho avuto anche un piccolo incidente, che è stato completamente colpa mia. Per fortuna non ho fatto troppi danni, anche perché ero sul prototipo nuovo. Parlando della nuova, secondo me non è più facile, ma penso che anche che si possa arrivare a migliorare questa base grazie al lavoro sull’assetto. Penso che su questa moto la finestra di utilizzo sia più ampia rispetto alla precedente e questo aiuterà per renderla più facile. Però non penso che sia già adesso quel grosso passo in avanti che ci servirebbe. Vedremo nei prossimi test se riusciremo a farlo questo passo. Dobbiamo ancora sederci ad un tavolo con gli ingegneri e fare un vero piano da questo punto di vista".

In cosa la vedi come un passo in avanti?

"Mi sento un pochino meglio con l’anteriore della nuova moto, non quanto avrei voluto e forse anche quanto mi sarei aspettato. Ma la cosa importante è che questo è stato il primo test, il primo passo nella giusta direzione. Onestamente non ho lavorato molto sull’assetto della moto, dovevo dedicarmi a provare parti nuove. Quando provi dei componenti nuovi non puoi modificare l’assetto della moto, perché altrimenti rischi di confondere i feedback. La moto resta quella, scegli una base. Poi monti i pezzi nuovi e vai in pista, resta tutto uguale. Credo che lavorando sull’assetto sulla moto nuova avremmo potuto fare altri passi in avanti. Penso che abbiamo fatto un buon lavoro, devo ancora capire però quanto è realmente più facile". 

Per quanto riguarda invece la tua di messa a punto? Avevi parlato della possibilità di operati a fine anno per risolvere i problemi alla gamba, che vanno avanti da quell'incidente a Phillip Island di fine 2018. 

"Ci sono state molte discussioni sulla mia necessità di operarmi di nuovo. Non volevo rischiare di perdere i test invernali, anche perché so che un intervento comporterebbe un lungo periodo di riabilitazione. Se dovessi decidere in base al dolore che ho provato oggi, devo dire che non ne ho avuto molto, ma solo due giorni fa invece era terribile. Operarmi potrebbe anche essere rischioso, perché è una zona vicina ai nervi. Per ora mi fermerò, di solito inizio l’allenamento dai primi di dicembre ed ho un programma di circa 100 ore di allenamento per dicembre ed altre 100 per gennaio. Penso che questa volta aspetterò almeno una settimana prima di iniziare. Ma dipende molto da come mi sentirò. Valuterò più avanti cosa fare".

Audio raccolto da Paolo Scalera

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