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MotoGP, Lorenzo: "Tagliato il traguardo mi sono sentito finalmente libero"

"Ho scelto, ma la vita è strana. Per il momento ho preso un biglietto per Bali: di sola andata. Valuterò ogni proposte: mai dire mai. L'affetto dei tifosi mi ha sommerso"

MotoGP: Lorenzo: "Tagliato il traguardo mi sono sentito finalmente libero"

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Il quarto giorno più importante per la carriera di un pilota. Così Jorge Lorenzo aveva definito il giorno del suo ritiro nella conferenza di giovedì ed oggi quel giorno si è concluso, lasciando una scia di emozione nel cuore degli appassionati. Jorge ha chiuso la propria straordinaria carriera in MotoGP con una gara poco esaltante, ma ricca di significato per mille ragioni diverse.

Un giro d'onore accompagnato dalla standing ovation di tutti i tifosi presenti a Valencia, quell'ultima bandiera nella sabbia a marcare una Lorenzo's Land che non è un luogo fisico, ma assieme un luogo dell'anima ed un posto di rilievo assoluto nella storia del motociclismo. Non può che essere definito emozionante il quarto giorno più importante della carriera di Lorenzo ed è lo stesso pilota a confermare che mai si sarebbe aspettato tanto affetto da parte dei tifosi ed anche degli addetti ai lavori.

Jorge ha lasciato un piccolo spiraglio a cui attaccarsi, quando ha detto che quella del ritiro sarebbe stata una decisione definitiva al 99%. Un numero che ha un significato particolare per lo spagnolo, un 99% che mette in ombra ma non cancella del tutto quel 1% a cui tanti si attaccano nella speranza di rivederlo in sella. Perché piaccia o meno, quando un campione del calibro di Jorge si ferma, tutto lo sport perde qualcosa di importante.  

“Una delle cose che ho imparato nella vita è mai dire mai. In questo momento è una decisione definitiva – ha dichiarato Lorenzo - ma non posso sapere cosa penserò e proverò tra qualche mese, sono aperto ad ascoltare tutte le possibilità e vedremo cosa accadrà. Mi sono goduto 17 anni di gare con tante vittorie e diversi titoli, non resta che aspettare per capire cosa mi riserverà il prossimo capitolo della mia vita”.

"Non pensavo di sentirmi così nel giorno del mio ritiro: sono felice"

Senza pensare al domani, racconta le tue sensazioni di oggi.

"Sono totalmente felice, mi sento bene. Provo un senso di libertà e non pensavo di sentirmi così nel giorno del mio ritiro, che come ho detto è il quarto più importante nella carriera di un pilota. Qualcosa di paragonabile a quando lotti per un campionato o per la vittoria, è una sensazione bellissima. Sto lasciando questo sport in salute, ancora giovane e con tante possibilità di godermi la vita in tanti modi".

Una libertà che ti permetterà di fare tante cose che fino ad oggi forse hai dovuto evitare. 

"Quelli che non mi conoscono di persona hanno un’idea parziale di me"

"Quando corri non hai molto modo di divertirti davvero, perché hai tanti limiti, tanti obblighi ed impegni da rispettare. Qui a Valencia, in questi quattro giorni, sono stato letteralmente sommerso dall’affetto di tantissime persone, una cosa che non mi aspettavo. Tutto il Paddock mi ha fatto sentire il proprio affetto, c’è chi mi ha parlato di persona, ho poi ricevuto moltissimi messaggi. Non avrei immaginato di vivere un fine settimana così emozionante  e questo vale più di ogni altra cosa per me. So bene che quelli che non mi conoscono di persona hanno un’idea di me che riguarda solo un 90% del vero Jorge Lorenzo, mentre solo chi mi conosce veramente sa come sono fatto davvero. Sentire tanto affetto mi ha emozionato". 

"Al via avevo molta pressione: non volevo trovarmi coinvolto in qualche guaio"

Oggi è stato difficile concentrarti sulla gara, con tutto quello che ti circondava?

"Ho pensato molto a come mi sarei sentito in sella durante l’ultima gara della mia carriera. Pensavo che mi sarei sentito rilassato, senza pressione. In realtà non è andata così, perché ho sentito molta pressione in partenza, non volevo trovarmi coinvolto nei guai. Nei primi giri sapevo che sarebbe stato difficile perché abbiamo visto anche nelle altre categorie che il grip era poco per il freddo e che fare qualche errore e magari cadere sarebbe stato facile. Non volevo assolutamente cadere, soprattutto nei primi giri di gara. Quando sono passati i primi tre o quattro giri mi sono calmato, ero più tranquillo".

"Volevo finire la gara in piedi per festeggiare questo giorno indimenticabile"

Dopo ti sei goduto un po' la guida?

"Ho pensato solo a finire la gara, la gomma anteriore era un pochino al limite per quanto riguarda il grip. Non potevo perdere la concentrazione, perché sapevo che rallentando l’anteriore avrebbe perso temperatura e sarebbe stato facile cadere. Quando ho visto che Tito mi ha passato, ho pensato solo a tenere il mio ritmo e restare in piedi. Volevo stare nel mio limite, ma non superarlo, perché volevo finire la gara in piedi per festeggiare questo giorno indimenticabile con il mio fan club, con tutti i tifosi. Mi hanno reso orgoglioso oggi e sono grato anche al team e volevo prendere punti per aiutare a vincere il titolo che mancava".

In ogni caso per Honda siete stati un Dream Team. Avete vinto tutto. 

"Questa stagione Honda ha vinto tutto, si può definire la stagione perfetta. Certo Marc ha fatto molto più di me, io ho fatto il massimo che potevo, non ho pentimenti di sorta. Viste le circostanze in cui tutto si è svolto, provo solo felicità adesso. Ho passato 17 anni qui in questo campionato, ho vinto tanto e tutto mi lascia un senso di felicità".

"Un anno perfetto per Honda: abbiamo vinto tutto. Io ho fatto il massimo, Marc di più"

Hai vissuto un weekend molto strano come pilota, giusto?

"Questo è stato un fine settimana ovviamente diverso, ho fatto tante interviste, molte più del solito. Le altre volte volevo restare più concentrato, pensare solo a dare il massimo in sella, invece qui ho fatto tante cose prima di scendere in pista. Ma in realtà una volta chiusa la visiera ho subito trovato la concentrazione che ci vuole per andare al massimo. Oggi non ho fatto molto, ma ho almeno preso qualche punto e soprattutto ho finito la gara in sella alla moto e non in un altro modo".

"Se tornassi indietro vorrei essere sempre Jorge Lorenzo"

Se potessi tornare a quando avevi 12 anni, cosa sceglieresti di fare della tua vita?

"Io sceglierei di essere Jorge Lorenzo. Esattamente la stessa persona che sono stato fino a questo momento, non cambierei una virgola. Ho avuto l’opportunità di guidare moto fantastiche, ho corso tantissime gare e ne ho vinte molte. Sono diventato campione del mondo, per cinque volte. Ho vissuto tantissime soddisfazioni nel mio sport. Cosa avrei potuto volere di più?".

Il futuro è un biglietto di sola andata per Bali

I programmi per la settimana quali sono?

"Ho già preparato i biglietti per andare a Bali in Indonesia! Lì le persone sono gentili e non vedo l’ora di scappare da questo freddo. Vado a rilassarmi, sento che devo un attimo allontanarmi dalla pressione e dallo stress che ho avuto addosso in questi anni. Vado a godermi il sole assieme a qualche amico che verrà con me. Non so quanto resterò, onestamente se mi diverto penso che potrei restare diverse settimane. Dopo, quando tornerò, sarà interessante valutare bene tutto, guardare la situazione in maniera più tranquilla". 

Audio raccolto da Matteo Aglio

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