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Bimota-Kawasaki: matrimonio per l'italiana

I RETROSCENA- Marco Chiancianesi: "Eravamo in difficoltà, ci serviva un partner forte ma anche appassionato. Con Kawasaki subito l'intesa"

EICMA: Bimota-Kawasaki: matrimonio per l'italiana

EICMA 2019 ha celebrato ufficialmente il ritorno, non solo di uno storico marchio italiano, ma anche di una storica partnership. Quella tra Bimota e Kawasaki è un sodalizio che si rinnova dopo che, già a cavallo tra gli anni '70 ed '80, c'era stata una fornitura di motori Kawasaki per i modelli Bimota KB1, KB2, KB3. 
Le difficoltà degli ultimi anni, con la proprietà Chiancianesi-Longoni, che rilevarono il marchio nel 2013 dal Roberto Comini, grazie all'accordo raggiunto dovrebbero essere acqua passata. E guardando l'entusiasmo dello stesso Marco Chiancianesi, mentre osserva i tanti appassionati che hanno preso d'assalto il box con la Tesi H2 all'interno dello stand Kawasaki, la dice tutta su quello che rappresenta questo matrimonio per il futuro Bimota. Un futuro che vedrà, nell'immediato, anche una nuova KB4 con motore 4 in linea della Z1000 SX.

Da dove si parte per capire come si è arrivati a questo accordo con Kawasaki?

"Direi dal 2015, quando avevano presentato due moto (Tesi 3D e la naked sovralimentata Impeto, nda), ma dopo un po' di tempo ed un giro tra i vari dealer abbiamo visto che di ordini raccolti ne erano stati appena 17. Un po’ pochi. In quel momento abbiamo capito che probabilmente la strada intrapresa non era quella giusta."

Quale era secondo voi il problema?

Bimota, benché facessimo belle moto, non aveva una adeguata rete di vendita oltre ad una ben strutturata organizzazione a livello di marketing. Siamo quindi arrivati alla conclusione che, continuando su quella strada, rischiavamo di fare più danni che cose buone."

Poi la mossa successiva

“Era il momento di decidere sul futuro e siamo andati alla ricerca di un partner. Quindi non necessariamente vendere l’azienda, ma  ci serviva un partner che potesse aiutarci a rilanciare Bimota, con una struttura robusta in fatto di marketing e che fornisse un supporto economico.

Da qui è poi iniziata la ricerca

Tramite i nostri legali a Milano, abbiamo mandato proposte a varie aziende del settore moto ed abbiamo trovato subito un grande interesse, ma in particolare dal Giappone e non solo da Kawasaki…"

Che approccio è stato con Kawasaki?

Devo dire che con loro ci siamo trovati subito in grande sintonia, soprattutto con Hiroshi Itoh (Direttore Generale della divisione moto di Kawasaki, nda) colpiti dalla grande passione che ci ha mostrato. Io sono un appassionato ed anche lo stesso Itoh, e quando ci siamo incontrati parlavamo di moto quasi come dei bambini. Abbiamo poi parlato con Pier Luigi Marconi e da lì è nato poi tutto."

Come è la ripartizione delle quote della società?

Noi restiamo i proprietari con una quota del 50,1% e la produzione a Rimini, mentre a Kawasaki il restante 49,9 % ma con un supporto economico ed a livello di rete vendita, oltre che tecnico, con la fornitura di motori e di vario tipo per altri modelli futuri che però preferirei che -a tale proposito- ne parli Pier Luigi Marconi(vai QUI per il video)

La Bimota KB4 con motore derivato dalla Kawasaki Z1000. La vedremo nel 2020 

Che lavoro è stato riportare Bimota sul mercato?

Il mio lavoro è stato di traghettare Bimota, quando ci siamo resi conto che non avevamo i mezzi per rilanciarla. Ci siamo concentrati nel trovare il partner ideale, ma non uno qualsiasi, che mettesse mano al portafogli, ma che fosse un appassionato di moto e del marchio Bimota. Abbiamo rifiutato una offerta economica più interessante, sicuramente la migliore tra le varie arrivate, ma che prevedeva l’uso del marchio su motorini o scooter. Direi che non era qualcosa che potesse fare al caso nostro..."

Si può fare il nome?

"Non posso, ma dico che è un’azienda con sede vicino al Giappone…"


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