Nella moderna MotoGP, oltre al pilota, c'è una figura che occupa un posto davvero fondamentale nel box ed il cui lavoro può avere un peso determinante durante il fine settimana di gara. Stiamo parlando del telemetrista, ovvero dell'ingegnere che ogni volta ha il compito di 'leggere' i dati del proprio pilota ed interpretare assieme a lui in quali punti della pista si possa migliorare. Si passa dal valutare la tecnica di guida alle eventuali variazioni all'assetto della moto, per cui la competenza richiesta per ricoprire questo ruolo è davvero altissima.
Durante il weekend di Sepang abbiamo intervistato in un perfetto doppio Matteo Flamigni e Davide Marelli, rispettivamente al lavoro al fianco di Valentino Rossi e Maverick Vinales. In questa stagione la Yamaha ha fatto degli evidenti balzi in avanti proprio dal punto di vista della gestione elettronica, ed è stato molto interessante parlare con due professionisti che hanno l'opportunità di lavorare quotidianamente con due piloti così diversi fra loro, facendoci raccontare tutti i segreti di quanto sia diverso il lavoro svolto dal più che esperto Valentino Rossi rispetto al più giovane e forse anche affamato Maverick Vinales.
Che tipo di scambio o collaborazione c’è tra voi due?
"Siamo colleghi e amici: fra noi c'è collaborazione totale. Non abbiamo segreti"
Matteo Flamigni: “C’è una collaborazione totale. Siamo colleghi, da questo punto di vista ci confrontiamo ed abbiamo dei meeting quotidiani che ci permettono di avere appunto uno scambio di idee. Parliamo di mappature, strategie. C’è un bellissimo rapporto con Davide, tanti anni che lavoriamo insieme. Non ci sono segreti tra di noi, e penso che questo approccio sia quello che ci porta a crescere. La chiusura non porta mai a miglioramenti, l’apertura da questo punto di vista si invece".
Davide Marelli: “La cosa bella è che oltre al rapporto professionale, c’è anche un’amicizia. Non ci nascondiamo assolutamente nulla tra di noi, anche perché c’è poco da nascondere! Se compari i dati, la verità salta sempre fuori, quindi perché mentirsi? Non c’è nessun segreto".
Parlando singolarmente della metodologia di lavoro di Valentino Rossi e di Mavericks Vinales, come li descrivereste?
MF - "Valentino ultimamente viste le gare in difficoltà che ha fatto, sta cercando di migliorare anche sullo stile di guida. Non cerchiamo solo di migliorare la moto, sia a livello di telaio che di elettronica, ma lui stesso sta cercando di capire come poter guidare in maniera diversa per aiutare l’elettronica e la moto a stressare meno le gomme. Frenare con due dita anziché tre, mette meno in crisi la ciclistica. Per capire cose di questo tipo possiamo vedere i dati degli altri piloti Yamaha, poi adesso si fanno i video in pista per cui ci è stato possibile guardare non solo Maverick, che è uno staccature molto forte, ma anche altri piloti. Sulla base delle immagini video e della telemetria, abbiamo notato che una frenata più progressiva e meno impetuosa, può aiutare l’inserimento in curva rendendo la moto più stabile".
"Vinales studia i video di Marquez per carpirne i segreti"
DM - "Maverick è un ragazzo che ha tanta voglia di imparare. E’ giovane e gara dopo gara sta migliorando. Sta capendo come guidano gli altri piloti, sta capendo i pregi ed i difetti di ognuno, chiaramente mi riferisco a quelli che possiamo analizzare. Analizza molto quello che fa Marquez anche tramite i video, quello che fanno i piloti davanti. Cerca di apprendere i vari punti forti di questi piloti e cerca di riportarli nel suo stile di guida".
"Maverick e Valentino chiedono cose diverse sulle proprie moto"
Cosa chiede Valentino all’elettronica e cosa chiede Maverick? Quali sono le peculiarità di ognuno di loro?
MF - "Ultimamente le richieste di Valentino sono nell’ultimo periodo più o meno sempre le solite. Ci concentriamo sulle mappe di erogazione del motore, quindi nelle piste con poco grip cerchiamo di salvare la gomma cercando mappature abbastanza morbide, lavorando tanto sul controllo di trazione. Anche la parte di entrata in curva è molto importante, come la gestione del freno motore. Cerchiamo di rendere la moto più stabile possibile in ingresso, le richieste di Valentino sono già o meno sempre legate a queste componenti. L’elettronica adesso fa la differenza, quindi volente o nolente ci si deve appoggiare a questo strumento. Bisogna usarlo e farlo nel miglior modo possibile. E’ una sorta di obbligo, impensabile oggi guidare una di queste moto senza controlli elettronici".
DM - "Per quanto riguarda Maverick ultimamente ci stiamo concentrando molto sulla fase di frenata, perché ha delle difficoltà ad inizio gara con il serbatoio pieno. Non riesce a superare i rivali, quindi ci siamo concentrati molto sul setting per la frenata. Ovviamente lavoriamo anche sull’erogazione per salvaguardare le gomme e poter finire le gare con un po’ di margine. Queste sono le parti già importanti del nostro lavoro, assieme anche alla partenza. Adesso Maverick è migliorato, ma abbiamo ancora del margine".
Il vostro ruolo nel box è diventato probabilmente il più importante. Sembra quasi che possa essere colpa vostra se le cose vanno male, come pure merito vostro se vanno bene!
DM - "Alla fine l’elettronico deve lavorare in parallelo rispetto al lavoro svolto sulla ciclistica. L’obiettivo è far lavorare bene tutto assieme, perché se hai una buona ciclistica ma il motore non va, hai ben poco da fare. Va tutto di pari passo".
Flamigni: "Se confrontiamo Rossi e Vinales? E' proprio quello il nostro lavoro"
Confrontando la telemetria di un singolo giro di Valentino e Maverick, cosa balzerebbe agli occhi subito?
MF - "E’ una cosa che facciamo sempre e l’ideale sarebbe non trovare differenze in realtà! Questo è il tipo di lavoro che facciamo durante il weekend di gara per arrivare ad una performance ottimale. Cerchiamo di essere meno lacunosi dove lo siamo e di mantenere la performance dove siamo veloci. Non possiamo dirti se uno sia più veloce dell’altro in frenata o a centro curva. Non te lo vogliamo dire!"
DM - "Dove ci sono le differenze tra i due piloti ci confrontiamo"
Quartararo? Ha già capito come frenare con la Yamaha M1
E facendo lo stesso lavoro con un giro di Quartararo?
MF - "Non farmi queste domande! Si parla di sfumature. Diciamo che alla pari di Valentino e di Maverick, sa staccare molto forte anche lui. Nonostante sia un Rookie ha già capito perfettamente come frenare molto forte con questa moto ed ha anche già capito che sfruttare le prerogative di questa moto in uscita di curva".
DM - "E’ una questione di centesimi. Quartararo in alcuni punti è molto forte, noi ne abbiamo altri. Lui non ha pressione addosso".
Ma c’è un sogno proibito di un telemetria? Di chi vorresti vedere la telemetria?
MF - "Parlo per me e dico ce il mio sogno proibito era lavorare con Valentino, una cosa che ha cambiato il mio lavoro. Ho vinto con lui, penso di essere il più invidiato del Paddock da questo punto di vista. Tecnicamente penso che per un telemetria sarebbe interessantissimo vedere la telemetria di tutti i piloti. Io sarei curioso di vedere anche quella di Abraham , per dire. Anche lui avrà dei punti dove è forte".
Marelli: "Vorrei vedere la telemetria di Marquez, soprattutto le sue quasi cadute"
DM - "Io vorrei vedere la telemetria di Marquez, per capire se ha veramente questo margine, se è davvero così forte".
Sul web, che è il mondo a volte delle stupidaggini, ne dicono di tutti tipi su Marquez, anche che avrebbe qualche dispositivo strano per le cadute sulla sua Honda. E’ una cosa che vi due potete sfatare, da tecnici elettronici.
MF - "Non c’è assolutamente nessun meccanismo, c’è solo la capacità di reagire con il corpo ad un movimento della moto".
DM - "A me piacerebbe vedere la sua telemetria proprio per quello. Per vedere cosa succede in quei momenti".
Domanda - Damon Hill disse che la grande differenza tra guida di auto e moto è che l’auto non la controlli con il corpo, mentre la moto si. Si vedono queste cose, come gli spostamenti influenzano la distribuzione dei pesi e la dinamica della moto?
MF - "In passato si facevano prove di questo tipo montando degli estensimetri sui manubri e sulle pedane. Vedevi la deformazione su pedane e manubri per cui riuscivi a capire la quantità di Kg applicati dal pilota. Nelle moto da gara questo tipo di lavoro non si può fare, perché la complessità dei movimenti e le vibrazioni non renderebbero utile la cosa. Nelle moto test questo lavoro viene fatto".
Flamigni: "L'unica area in cui le moto possono progredire è lo studio dei movimenti del pilota in sella"
Dove ancora la moto può migliorare? In quale area si possono fare passi in avanti?
MF - "Secondo me si potrebbe migliorare il modello matematico della posizione del pilota durante il giro di pista. Mi spiego, sarebbe bello capire davvero come a livello di baricentro il movimento del pilota va a influenzare la posizione del veicolo a centro curva, o in uscita o in entrata. Sarebbe bello poter capire questo aspetto meglio e comprendere quanto influenza il comportamento della moto il movimento del pilota".
DM - "Ovviamente il pilota in frenata ed accelerazione ha una certa posizione ed influisce sulla distribuzione dei pesi. Noi abbiamo una distribuzione dei pesi statica, però poi in movimento è lo stesso pilota a spostare tutto e lì cambia tutto rispetto al ragionamento fatto a moto ferma. Sarebbe interessante capire quanto influisce in certe situazione".
Nell'ultima parte della nostra intervista Matteo Flamigni è stato convocato nei box proprio da Valentino Rossi, per cui alle nostre ultime domande ha risposto il solo Davide Marelli.
Sulle moto di serie di oggi c’è tantissima elettronica, poi però chi va a girare in pista e spinge al limite, finisce sempre per togliere tutto almeno con ABS e sospensioni. Come mai?
DM - "E’ normale e penso dipenda dal fatto che l’ABS ti condiziona moltissimo soprattutto l’ultima parte della frenata".
I piloti non possono più mentire?
DM - "I piloti adesso sono molto precisi, danno informazioni sempre più dettagliate. Il dato è lì ed è reale, ma il pilota secondo me sta diventando sempre più professionale e preciso con il tempo".
Ti piacerebbe invertire una volta il pilota con Matteo per un solo GP?
DM - "Si, per curiosità mi piacerebbe. Però devi pensare che con il pilota si instaura un rapporto a volte che basta davvero poco per capirsi. Non dico uno sguardo, ma ci si intende davvero con poco. Diventa anche complicato instaurare un rapporto in una singola gara. Sono cose che si creano con il tempo, di certo invertendo i piloti per una sola gara non riusciremmo ad avere lo stesso rapporto che abbiamo oggi con i nostri piloti".
Tu hai lavorato con diversi piloti. Chi è che ti è rimasto in mente per un motivo particolare?
DM - "Ognuno ha i suoi pregi e difetti. Pensando ai miei piloti del passato, mi è rimasto impresso il talento di Bayliss, che era tanto istintivo. Come fluidità nella guida penso a Lorenzo e secondo me Maverick come talento puro è forse il migliore che abbia mai avuto".
Audio raccolto da Paolo Scalera e Matteo Aglio