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MotoGP, Petrucci: "Marquez è spietato, come tutti i campioni"

"Non si preoccupa di fare gesti belli o brutti, pensa solo al risultato finale e questo è pensare da campione. Io ho raddrizzato il weekend, ma non abbastanza"

MotoGP: Petrucci: "Marquez è spietato, come tutti i campioni"

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Danilo Petrucci è riuscito a risalire leggermente la china che si è trovato a fronteggiare stamattina al termine della FP3. Il pilota della Ducati è infatti stato costretto ad affrontare e fortunatamente superare il difficile ostacolo della Q1 ed ha poi conquistato un'ottava casella in griglia di partenza che tutto sommato può essere valutato come un risultato positivo, soprattutto in relazione alla modesta 14a posizione che Petrucci occupava al termine delle libere. 

Durante la Q2, Petrux si è anche trovato nello scomodo ruolo di spettatore privilegiato della caduta di Marc Marquez, che in quel momento era impegnato a non far scappare Fabio Quartararo nel tentativo di sfruttarne la scia per scalare la classifica. Un gesto che in tanti hanno condannato e che Marc ormai usa ripetere ad ogni qualifica, puntando di volta in volta il pilota che ritiene più pericoloso in pista. Eppure Danilo ha offerto il proprio punto di vista sulla vicenda, scagionando completamente Marquez e spiegandone i motivi.

"Marc è un campione e come tutti i campioni è spietato. A lui non interessa se il gesto è bello o brutto ma solo il risultato finale, e questo è un atteggiamento da campione. Mi sono trovato anche io in quel gruppetto proprio all’uscita dei box. Forse la gomma non era abbastanza calda sul lato sinistro, non lo so. Di certo queste gomme sono ottime ma hanno bisogno e riescono a lavorare solo quando sono nel range giusto di temperatura".

Un episodio che ricorda quanto accaduto a te a Phillip Island. 

"L’incidente di Marc è stato simile per certi punti di vista al mio della scorsa settimana, ma il mio è stato ad una velocità molto più alta. Spero che Marc non si sia fatto niente, ma è stato un brutto incidente. Ha perso il posteriore nel momento peggiore ed ha caricato tantissimo il mono, che l’ha sparato in aria".  

Tu stai ancora soffrendo i postumi di quella caduta?

"Si, fisicamente faccio molta fatica con la schiena, perché dopo la caduta in Australia ho camminato storto per 4 o 5 giorni e sto soffrendo già che altro per dolori alla spalla, poi l’ematoma rimediato lì si sta spostando verso il bacino. Spero domani di non avere troppo dolore in gara, ma devo dire che un po’ di dolore mi sta venendo a galla. E’ chiaro che è molto stressante dal punto di vista fisico questa pista e con la botta che ho dato non è il massimo. La gara domani sarà lunga". 

Almeno sei riuscito a raddrizzare un weekend che sembrava partire molto male.

"Non l’ho raddrizzato del tutto, però è chiaro che sono messo molto meglio di stamattina. Sul passo gara ancora è chiaro che ci sono diversi piloti più veloci, però in FP4 non eravamo così lontani, anche se credo che i primi 5 abbiano qualcosa in più, soprattutto le Yamaha. Poi ci sono Marc e Dovi che sono lì anche loro. C’è da capire domani che gomme usare, perché non è chiaro ancora. Devo dire che passare per le Q1 è sempre difficile, ma non sto mollando".

Temi che le Yamaha possano fare gara solitaria?

"Penso che le Yamaha siano fuori portata. Fabio ha fatto un gran giro, ma anche le altre M1 sono tutte vicine. Noi soffriamo un po’ nelle curve più strette del circuito e questo fa si che dobbiamo un po’ affidarci alla gomma posteriore stressandola tanto in uscita di curva ed accelerazione. Per domani ho visto le quattro Yamaha tutte molto competitive, purtroppo".

Qui a febbraio tu eri la lepre. Come mai adesso insegui?

"Stiamo girando mediamente un secondo più lenti di quanto facevamo qui a febbraio, ma all’epoca il tracciato era in condizioni leggermente differenti. C’era molto più grip sull’asfalto ed era una condizione che riuscivo a sfruttare per essere molto veloce. La pista fa la sua parte, ma noi abbiamo più problemi in ingresso curva".  

Le previsioni dicono che potrebbe anche piovere. Nel caso, tu pensi di essere tra i favoriti?

"Non abbiamo ancora guidato sul bagnato qui e non abbiamo dati da sfruttare, in pratica da inizio anno è così. In generale è una condizione che mi piace molto, ma è sempre difficile fare previsioni da questo punto di vista. Il problema qui con l’acqua è che le gomme riescono a lavorare benissimo, ma fa sempre molto caldo e devi riuscire a gestire le gomme da pioggia anche meglio di quanto si fa quando si corre sull’asciutto con le stick. Tendono a surriscaldarsi, quindi sono difficili da portare sane a fine gara".

Audio raccolto da Matteo Aglio

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