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MotoGP, Lorenzo: "Nessuno rimane sempre al top. Io e Rossi possiamo risalire"

Un messaggio, poi cancellato, su una chat di servizio degli addetti stampa ha anticipato il ritiro di Lorenzo, che ha smentito:  "Assolutamente no - ha detto Jorge - questa è una gara come le altre"

MotoGP: Lorenzo: "Nessuno rimane sempre al top. Io e Rossi possiamo risalire"

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Quella del giovedì di vigilia al weekend di Phillips Island è stata sicuramente una giornata particolare per Jorge Lorenzo. Lo spagnolo, infatti, entrato nell'hospitality che utilizza usualmente per gli incontri con la stampa ha notato una certa calca. Un numero di persone anormale per essere una semplice conferenza del giovedì. Il motivo è presto detto: su una chat di servizio degli addetti ai lavori, in particolare degli uffici stampa, era stato inviato un messaggio riguardante il ritiro di Jorge Lorenzo che, sempre secondo il messaggio, si sarebbe concretizzato proprio nell'incontro odierno. 

"Assolutamente no - ha detto Lorenzo dopo aver chiesto le motivazioni del tutto esaurito in hospitality - Direi che è un'indiscrezione falsa, questa è una gara normalissima e io non devo fare alcun tipo di annuncio”.

Nulla di fatto, quindi, ma con la notizia del ritiro di Lorenzo che, dalla caduta di Assen, continua a seguire il pilota maiorchino. Lorenzo sembra sempre più in difficoltà con la Honda. 

“E’ da qualche anno ormai che vivo nelle difficoltà - ha detto - Il primo anno in Ducati era stato molto complicato, come lo è questo. Le difficoltà nel motociclismo si superano con la costanza, continuando a lavorare anche se non riesci a fare quello che ti piacerebbe”.

In una situazione simile alla tua c'è Valentino Rossi che con te ha scritto la storia di questo sport negli anni passati. Riuscirete a venirne a capo?

“E’ la vita, è lo sport. Nessuno è mai riuscito ad essere al vertice per sempre, nemmeno i più grandi. La vita è come una montagna russa e quando sei nella parte bassa devi essere consapevole che bisogna lottare per superare quel momento perchè essere lì non significa che ci rimarrai per sempre”. 

Come sta andando l'adattamento alla Honda? Ci sono delle novità?

“Ho fatto un piccolo progresso in Giappone - ha detto Jorge - mi sono trovato meglio negli ultimi giri della gara, quindi voglio continuare a migliorare le mie sensazioni in moto anche qui a Phillip Island. Il tracciato è speciale e il meteo potrebbe cambiare le carte in tavola". 

A Motegi, però, hai chiuso la gara in 17° posizione...

"Si, ma ero più più vicino ai migliori rispetto alle ultime gare, anche se non ho preso punti. L’obiettivo di questo weekend potrebbe essere quello di andare in Malesia con qualche punto in più in classifica ed entrare entro i 30 secondi di distacco”

Le tue difficoltà in questi mesi sono state lampanti, come si esce da una situazione del genere?

“Io sono un pilota e come pilota corro dei rischi e li conosco. Alcune volte cado perchè supero i miei limiti ma provo a stare al 99,9% per buona parte delle prove e della gara. Ma le cose cambiano in fretta. Per esempio nel 2017, qui a Phillip Island ho chiuso la gara 15° a più di 40 secondi di distacco dal primo classificato e ho lottato per i punti conAbraham e Rabat e dopo 5 mesi ho vinto al Mugello dando 5 secondi a Dovizioso". 

Quindi è il passato che ti da speranza per il futuro in Honda?

"Questo ci dimostra che cosa è il motociclismo, in sei mesi con la stessa moto avevo sensazioni diverse e ho avuto risultati diversi. Se non ti trovi bene con la moto, se non sei al massimo fisicamente e se gareggi contro i migliori piloti del mondo passi dal vincere la gara a lottare per prendere punti". 

Audio raccolto da Paolo Scalera

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