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MotoGP, Marquez: Mai tolto un titolo a Rossi. "Le sue parole sono una reazione"

"Ha dato e sta dando molto alla motociclismo. So valutare le cose e quello che sta facendo lui alla sua età è una cosa che pochi sarebbero in grado di fare. I numeri non mi ossessionano. Quartararo lo sfidante nel 2020"  

MotoGP: Marquez: Mai tolto un titolo a Rossi. "Le sue parole sono una reazione"

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Dopo la grande festa in Thailandia per la vittoria del titolo iridato, Marc Marquez è tornato a Madrid per onorare nella sede del Campus Repsol l'impresa, attraverso una conferenza stampa trasmessa in diretta web questa mattina attraverso i canali Social del munifico sponsor spagnolo. Tanti gli argomenti trattati con i giornalisti, in un incontro che ha ripercorso virtualmente le tappe fondamentali di una stagione trionfale che ancora è ben lungi dall'essere conclusa. 

Marquez ha infatti confermato a Buriram di non avere affatto intenzione di mollare una volta conquistato il titolo piloti, ma di essere anzi determinato a portare a casa anche i due titoli riservati a squadre e Costruttori. Un'impresa non facile, considerato che Jorge Lorenzo e gli altri piloti Honda non stanno contribuendo affatto alla causa, eppure possibile visto il dominio che sta mettendo in mostra l'otto volte campione del mondo in questa stagione davvero perfetta. 

Il cammino di Marquez verso la leggenda è già ampiamente in corso ed ovviamente i numeri riflettono questa vera ascesa verso l'Olimpo del motociclismo. Su quel trono siede oggi Giacomo Agostini, dall'alto dei suoi 15 titoli. Marquez la pensa così riguardo l'ipotesi di raggiungerlo. 

"Ho sentito Giacomo parlare alla radio e secondo lui io potrei riuscire a raggiungere i 15 titoli. Per farlo dovrei in pratica raddoppiare tutto quello che ho già vinto fino a questo momento e la vedo un'impresa impossibile. In realtà non mi piace la parola impossibile, ma direi che come minimo è quasi impossibile. Io non penso tanto a queste cose, vado più per la mia strada anche se ovviamente leggere il mio nome associato a quello di leggende di questo sport mi fa venire la pelle d'oca, ma è una cosa che cerco di evitare. Quando deciderò di ritirarmi, so che sarà molto orgoglioso di quanto fatto in carriera".

Se Agostini è ancora lontano, Valentino Rossi è ad un passo. A Buriram il Dottore ha anche ricordato la spinosa questione del titolo 2015. 

"Si, lo sto raggiungendo nelle statistiche, ma a me piace vivere il presente non mi hanno mai ossessionato i numeri o i record. Vivo la mia passione ed il presente, quindi per me l'obiettivo del 2020 sarà sempre lo stesso, vincere. Ogni epoca ha avuto i suoi nomi, i suoi campioni. Per ora sono ancora ad otto titoli, poi si vedrà. Le sue parole? Si è congratulato con me in pubblico dicendo che mi sono meritato il titolo e va bene così. Cambiando indietro cambierei tante cose, come ad esempio tutte le mie cadute del 2015, ma alla fine le sue parole sono la reazione di un pilota che ha fatto tanto per il motociclismo e che ancora lo sta facendo. So valutare le cose e quello che sta facendo lui alla sua età è una cosa che pochi sarebbero in grado di fare". 

Oggi sembra un ricordo sbiadito, ma la stagione 2019 è iniziata per Marc con i postumi di un'operazione a fine 2018 molto difficile e che avrebbe richiesto un tempo molto lungo per tornare al top.

"Quando mi sono operato i medici mi hanno detto che avrei dovuto aspettare 4 mesi prima di tornare in forma, io invece volevo riuscirci in un mese solo. Mi sono impegnato al massimo, ho dato tutto nella preparazione fisica e le persone che sono attorno a me mi hanno aiutato. Volevo assolutamente arrivare in Qatar al meglio delle mie condizioni e penso di esserci quasi riuscito. Nella vita il duro lavoro porta sempre grandi soddisfazioni". 

Una stagione quasi perfetta.

"La stagione è stata quasi perfetta perché ricordo, ad esempio, la caduta di Austin. Da lì ho cercato sempre di migliorare, di andare avanti ed anche se è difficile, penso di averlo fatto. In ogni caso sono davvero molto orgoglioso di quanto fatto da me e dalla squadra in questa stagione. Uno dei miei idoli è Rafa Nadal e lui ogni volta che scende in campo fa qualcosa di nuovo. Anche Leo Messi si pone un obiettivo e dopo che l'ha ottenuto ne insegue subito un altro ancora più difficile. Quindi si, è possibile migliorare ancora. Ogni volta che ho vinto un titolo, nella gara successiva sono caduto, quindi ecco la mia prima sfida da campione!".

Marc è anche consapevole di essere diventato un'icona che va oltre lo sport, un potenziale esempio per i più giovani che guardano alle sue imprese. 

"Mi sento sempre più maturo, gli anni passano. L'essere umano è l'unico animale che inciampa due volte nella stessa pietra ed anche io ho rifatto alcuni errori del passato, ma sto cercando di imparare. Questo è stato l'anno in cui sono stato più concreto nella mia carriera. Sapere che tanti ragazzini ti tengano come riferimento rappresenta per me una responsabilità in più, ma cerco di prenderla in modo naturale".

Lo spagnolo ha vinto dominando con la Honda, una moto che sembra costruita per esaltare il suo talento ma che al contento mette in difficoltà i suoi compagni di colori.

"La Honda costruisce una moto, poi sono i piloti a doversi adattare. La cosa positiva è che tutti e tre i piloti con la moto ufficiale fanno gli stessi commenti ed hanno le stesse idee per dettare la linea da seguire nello sviluppo. Poi i tecnici portano le soluzioni e sono i piloti a doversi adattare. Questo è uno sport in cui il pilota fa ancora la differenza, ma secondo me c'è un buon 30% in cui moto e squadra sono fondamentali. Devi essere pronto e lavorare di squadra".

La stagione 2019 ha anche portato sul palcoscenico della MotoGP un debuttante che sembra avere il potenziale per battere Marc in un mondiale. Ecco il suo pensiero su Fabio Quartararo.

"Stiamo parlando della vera rivelazione della stagione. Ha fatto la pole a Jerez, era molto veloce ma gli mancava l'esperienza per riuscire vincere in gara ripetendo quanto di buono fatto in qualifica. Poi però ha iniziato a rendere la vita difficile anche a chi voleva batterlo in gara. Secondo me riuscirà a vincere una gara prima che finisca questa stagione. Adesso ho vinto, ma sono certo che nel 2020 sarà uno dei rivali per il titolo e penso che Yamaha terrà ben conto di questa cosa". 

Dopo aver dominato in MotoGP, può nascere la voglia di cimentarsi in altre sfide. Una di quelle più plausibili potrebbe essere la Dakar, una gara molto impegnativa ma anche affascinante.

"Mi piace l'off road e ne ho anche parlato diverse volte con i miei amici più stretti, ma so che mi farei male. Lì ci vuole tanta esperienza e si deve anche essere molto veloci, ma non stiamo parlando di una pista. C'è una mappa da seguire, è tutto diverso. In generale mi piace provare cose diverse, ho provato una F1 ed anche l'off road nel deserto, ma una cosa è un test, un'altra è correre una gara. Se dovessi correre una Dakar, non lo farei mai in moto". 

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