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SBK, Rolfo: "Povera Superbike, la Dorna deve farla tornare alle origini”

Il 39enne torinese, vincitore di categoria al Bol d’Or di Le Castelet si racconta lanciando una stoccata alla Superbike: “La categoria si sta allontanando troppo dal pubblico, torniamo alle Superstock con poche modifiche” 

SBK: Rolfo: "Povera Superbike, la Dorna deve farla tornare alle origini”

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"Voglio stare il più possibile in moto". Basterebbe questo per spiegare, ancora una volta di più, la grande passione di Roberto Rolfo, pilota da una vita e che a 39 anni non si è ancora stancato delle competizioni. Anzi, ha iniziato una nuova stagione nell’EWC, il massimo campionato Endurance, nella categoria Superstock, vincendo il Bol d’Or. Che emozione è stata?

“Grandissima, davvero una vittoria bellissima e una bella esperienza – ha detto Roberto - Lo scorso anno, purtroppo, al mio debutto al Bol d’Or le cose non erano andate benissimo e un problema al cambio ci aveva costretti al ritiro dopo appena due ore e quaranta ma questa volta è andato tutto alla grande e abbiamo vinto anche con un bel margine"

Sesto equipaggio al traguardo e primi di categoria, com’è andata la gara?

"Abbiamo guidato davvero bene tutti e tre, la gara poi è stata interrotta di notte per via del maltempo e alle 6 del mattino, quando c’è stata la ripartenza, ho fatto uno stint molto lungo, 3 ore di fila, perché avevo più esperienza dei miei compagni in quelle condizioni e ho girato sempre su buoni tempi. È stata una grande soddisfazione”. 

Anche quest’anno corri nel team Moto Ain con una Yamaha R1, che ambiente si respira nel box? Siete affiatati?

“Mi trovo bene con Robin Mulhauser e Hugo Clere, ma a parte quello siamo anche molto equilibrati, andiamo sempre più o meno allo stesso ritmo, con solo qualche decimo di differenza. La nostra grande forza, però, è il box che è davvero pazzesco. In Superstock i pit-stop sono più lunghi del normale perché non abbiamo i cambi gomme rapidi, cerchiamo di diminuirli al massimo usando i pneumatici più duri ma quando passiamo dal box il lavoro che fanno il meccanici è davvero incredibile”. 

Quindi è tutto pronto per un secondo successo a Sepang? (La 8 Ore malese, secondo appuntamento della stagione EVC si correrà a dicembre)

“Penso sia possibile – ha affermato Rolfo - Sepang è una pista che mi piace molto e che evoca anche dei bei ricordi visto che nel 2010 ci ho vinto in Moto2. Sono contento che si corra in dicembre perché è un mese senza moto, in cui ci sono nemmeno i test e quindi può mettere sotto i riflettori un campionato che deve essere valorizzato”

A Sepang ci sarà anche Franco Morbidelli che correrà con Syahrin e Van der Mark con una R1 del team YART con la collaborazione del Sepang Racing Team. La MotoGP sarà terminata e si starà già pensando al 2020, ma rimanendo sul presente, come ti sta sembrando questa stagione?

“Bellissima. Vedo un nuovo interesse ed un nuovo entusiasmo attorno al motomondiale ed è perché ci sono molte gare combattute anche se Marquez sta dominando la classifica. Lui ha una marcia in più, fa la differenza e riesce a valorizzare una moto difficile grazie al suo istinto che è un vero e proprio dono. Io provo a insegnare a controllare e a far tesoro del proprio istinto anche ai ragazzi della mia scuola di guida in pista, è lì che si fa la differenza”.  

Infatti, sappiamo che hai una scuola guida frequentatissima (qui il dettaglio), che programma avete per l’autunno?

“Sarà un autunno impegnativo, così come è stata impegnativa l’estate. Mi piace lavorare con tutti i livelli dagli esordienti agli amatori più esperti sia con le pit bike che con le moto stradali. La scuola è molto itinerante tra Spagna, Svizzera e Italia, con Cremona che è una struttura perfetta per una scuola visto che la pista è un compromesso tra rettilinei e frenate. Mi da molta soddisfazione insegnare”.  

Parliamo di futuro, hai 39 anni ma ancora tanta voglia di correre. Cosa ti aspetta nei prossimi anni?

“Il progetto Endurance con Yamaha mi sta coinvolgendo – ha detto Roberto -  e la vittoria nella prima gara della stagione al Bol d’Or mi ha dato molta carica. Per la mia categoria ci sono solo 4 corse e quindi mi concentrerò molto sulla scuola di guida. Mi sarebbe piaciuto correre in MotoE perché è un campionato in evoluzione, vedremo cosa succederà ma al momento non è facile entrare”. 

Ultima domanda sulla SBK; qualche tempo fa avevi dichiarato proprio a GPOne.com di non amare più quel campionato. Sei ancora della stessa idea?

“Purtroppo si. Intendiamoci, il livello è altissimo, le gare sono belle e le moto competitive ma la SBK si sta allontanando sempre di più dal pubblico. Deve essere un campionato di derivate di serie in cui le modifiche alle moto devono essere poche, come lo era la Superstock, che è stata eliminata. Ora si sta estremizzando troppo lo sviluppo, ne è una dimostrazione la Ducati di quest’anno, praticamente una MotoGP camuffata, non deve essere questo lo spirito”. 

Quindi ti auspichi un ritorno alle origini per le derivate di serie. 

“Dovrà decidere Dorna, quest’anno ho corso a Misano come Wild Card e il paddock era vuoto, quando correvo regolarmente in SBK nel 2006-2007 le gare erano una festa per gli appassionati, ora non più, è stato triste”. 

Un’analisi fredda e ragionata quella di Roberto Rolfo, in un periodo in cui i costi delle derivate sono impennati e alla vigilia di una stagione che vedrà Kawasaki e, con tutta probabilità, Honda accodarsi all’approccio estremo che Ducati aveva avuto quest’anno con la V4. 

“Tutto questo va contro il pubblico – ha concluso Roberto – e annienta i team privati che vedono i costi aumentare sempre di più e fanno fatica a rimanere in piedi”. 

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