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Ad Astra, verso le stelle: lo spazio profondo è fuori e dentro di noi

James Gray dirige Brad Pitt e Tommy lee Jones nel thriller sci-fi in cui il dramma esistenziale dell'uomo a confronto con se stesso e con l'oscuro spazio che lo circonda viene alla luce in tutta la sua struggente e inafferrabile bellezza. Nel Cast anche Donald Sutherland e Liv Tyler

Trailer Ad Astra
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Spazio "ultima frontiera" citava una nota serie televisiva: l'umanità in un futuro molto prossimo ha ormai cominciato una primitiva esplorazione spaziale, colonizzando la luna dalla quale poter poi lanciare missioni esplorative ai confini del nostro sistema solare.

L'astronauta Roy McBride (Brad Pitt) viene incaricato di indagare e metter fine ad improvvisi e misteriosi picchi di energia che minacciano la vita sulla terra. La probabile origine potrebbe essere ricollegata alla misteriosa sparizione di suo padre Clifford McBride (Tommy Lee Jones) alcuni decenni prima, avvenuta durante una spedizione scientifica ai confini del sistema solare in cerca di intelligenze aliene.

Il film vedrà quindi il protagonista intraprendere un lungo e insidioso viaggio, che lo porterà non solo fisicamente nei recessi più bui dello spazio conosciuto,ma anche nei recessi della sua mente per affrontare drammi e dolori irrisolti della sua vita.

Verso le stelle.

Ad Astra prende infatti il nome dal motto "per aspera ad astra", traducibile come "verso le stelle, attraversando le difficoltà", e le difficoltà durante il viaggio saranno molteplici, dagli svariati rischi impliciti di uno spazio ostile in cui il minimo errore può fare la differenza tra la vita e la morte, alle difficoltà psicologiche e prettamente umane di un uomo che dovrà fare i conti col suo passato.

La bellezza del film di James Gray non a caso non sta tanto nelle bellissime inquadrature, in cui dipinge uno spazio ed un futuro vicini, quasi palpabili e decisamente reali e con una decisa strizzatina d'occhio a quel memorabile 2001 odissea nello spazio di Kubrick.

L'uomo è centrale

Piuttosto è nella centralità della figura dell'uomo a confronto con se stesso e con la vastità dello spazio che lo circonda. Nelle passioni chelo spingono in continuo movimento, nel paradosso dell'ossessione di un uomo/padre che preferisce la solitudine estrema nella ricerca della risposta alla domanda "siamo soli nell'universo?". Nell'ossessione e nel desiderio di un uomo/figlio in bilico tra il suo passato irrisolto ed un futuro incerto.

Il viaggio dell'astronauta/figlio verso l'ignoto diventa così metafora della crescita dell'individuo che attraverso le prove scoprirà la propria identità. Vi sono quindi molteplici chiavi di lettura in questo film, che si discosta di molto dai film di fantascienza chiassosi e caotici. In Ad astra regnano il silenzio dello spazio profondo, i dialoghi interiori di un uomo solo nel suo viaggio, le inquadrature mozzafiato e la fisica dello spazio.

Tutti elementi che ci ricordano ancora una volta quanto siamo infinitamente piccoli rispetto alla vastità di ciò che ci circonda, e di come a volte volgendo lo sguardo verso l'infinito e l'inconoscibile,perdiamo di vista ciò che ci sta vicino.

Ad Astra è un film di cui si sentiva il bisogno,laddove il panorama cinematografico si fa sempre più caotico, invita invece alla riflessione e lo fa riportando sullo schermo una fantascienza "alla vecchia maniera" .

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