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SBK, Bautista: “Non sono un traditore, è la Ducati che non mi ha voluto”

ESCLUSIVA - “Se ci avessero tenuto a me fino in fondo sarei ancora qua. La MotoGP? Mai pensato a KTM, speravo di essere nel team ufficiale con Dovizioso”

SBK: Bautista: “Non sono un traditore, è la Ducati che non mi ha voluto”

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Ci sono  storie d’amore che durano in eterno, altre che finiscono sul nascere e altre ancora che giungono al capolinea per qualche motivo che ben non si sa. A volte si dice “Ti lascio perché ti amo troppo”. La rottura tra Alvaro Bautista e la Ducati sembra avvicinarsi alla seconda categoria, dal momento che lo spagnolo e la Rossa non si sono trovati sul rinnovo e di conseguenza il numero 19 ha scelto di prendere altre strade.

Alvaro ripartirà infatti dalla Honda, mentre a Borgo Panigale hanno deciso di puntare sulle qualità di Scott Redding in ottica 2020. Sta di fatto che quella di Magny-Cours sarà l’ultima apparizione di Bau Bau in sella alla Rossa nel Vecchio Continente.

“È la prima volta nella mia carriera che corro su questo tracciato – ha esordito lo spagnolo – questa pista mi sembra molto old style come layout, personalmente non voglio crearmi false aspettative. La cosa che più mi preoccupa è il meteo anziché il tracciato, dal momento che non sai cosa potrà accadere da un momento all’altro”.

Ad inizio stagione sembrava che potessi vincere il titolo con facilità, invece è andata diversamente. Pensi che questo Mondiale l’abbia vinto Rea o perso tu?

“A gennaio avrei firmato subito per arrivare secondo a fine Campionato, mentre dopo i risultati delle prime tre gare l’avrei vista in modo diverso. Io penso che ci sia mancata esperienza, così come fortuna, dato che per vincere un Mondiale serve un mix di cose che si incastrino bene. Credo quindi che questo Mondiale l’abbiamo perso noi, dato che ci sono state tante difficoltà e i nostri avversari ne hanno approfittato”.

C’è stato un momento in cui non capivi più cosa stesse accadendo?

Certo, a Laguna Seca. In America non riuscivo a realizzare di non aver ottenuto nemmeno un punto. Mi sembrava una cosa davvero strana. Al sabato sono caduto e ancora oggi non riesco a darmi una motivazione, poi domenica ho avuto il problema a seguito della caduta con Razgatlioglu. È stato davvero incredibile. Alla fine la vita va così, a volte tutto va bene e altre tutto va nel verso opposto”.

Avresti potuto riprovarci nel 2020 con la Ducati, invece non sarà così.

“È vero, ma  ci sarò in Superbike e proverò a vincerlo”.

Alvaro, come ben sai i tifosi Ducati sono passionali. Alcuni ti hanno considerato come un traditore. Cosa ne pensi?

“Ho letto tanti commenti negativi e altri positivi nei miei confronti, però tutto ciò mi influenza fino ad un certo punto. Non sono un traditore, perché sono ancor qua che sto lottando con la Ducati per vincere altre gare”.

Quando ha deciso di lasciare la Ducati?

“Non c’è stato un momento o un giorno ben preciso. È stata una serie di situazioni, un po’ strane, che mi ha portato a questa scelta. Era il mese di luglio, dopo la gara di Laguna Seca”.

Situazioni strane in che senso?

“Nel senso che alla fine Ducati ha deciso di prendere Redding e poi io ho fatto la mia scelta”.

Però la Ducati voleva tenerti?

Se la Ducati avesse voluto tenermi per davvero, pensi che non lo avrebbe fatto? Forse in Ducati volevano che io rimanessi con loro, ma non fino in fondo. Ovviamente sono molto grato a loro per quanto dimostrato nei miei confronti e io darò tutto in queste tre gare”.   

Qualcuno pensa sia dovuto ai soldi il tuo addio.

“No, non è per quello. Alla fine dei conti non è solo una questione economica, dato che quello che conta è il pacchetto”.

Cosa ti ha colpito del progetto della Honda?

“Su questo argomento non posso parlare. Al momento sono concentrato solo sul 2019”.

Hai pensato di tornare in MotoGP dopo la separazione tra KTM e Zarco?

“Uno dei miei obiettivi era quello di tornare in MotoGP, ma in sella a una moto competitiva che mi permettesse di lottare per il podio. La KTM ha del potenziale, ma non per vincere e penso sia evidente”.

Immagino che il tuo obiettivo fosse quello di prendere il posto di Petrucci, giusto?

“Esatto, essere nel team ufficiale sarebbe stata una bella soddisfazione per me. Alla fine ho disputato una sola gara e non credo di aver fatto male”.

Fino a quando ti vedremo correre?

“Fino a quando mi diverto, il momento in cui non mi divertirò più rimarrò a casa. Personalmente non voglio darmi una scadenza”.

Ripartirai dalla Honda. Cosa ti aspetti?

“Sarà una stagione nuova per me, ovviamente meno rispetto a questa. Dovrò imparare tante cose, evitando di crearmi troppe aspettative, anche se l’obiettivo è il Mondiale”.

Cosa pensi della superiorità di Marquez nella MotoGP?

“Marc e la sua squadra sono un passo avanti, non sbagliano mai, mentre i suoi rivali commettono più errori. Penso sia incredibile la sua gestione nel portarlo a vincere questo titolo Mondiale”.

Ti piacerebbe diventare per Honda SBK quello che è Marc in MotoGP?

“Mi piacerebbe essere Bautista, dato che non mi piacciono i paragoni, ognuno di noi è diverso dagli altri piloti”.

Se ti dicessi Rossi e Lorenzo in SBK cosa mi rispondi?

Valentino sta faticando, ma lui è sempre stato un pilota bravo e capace di adattarsi alle situazioni. Se ha la voglia di rimettersi in gioco la SBK è qua, ma questo dipenderà da lui. Per quanto riguarda Jorge è invece una questione legata alla confidenza con la moto”.

Un’ultima battuta: a dicembre diventerai padre. Come vivi l’arrivo di vostra figlia?

“Sono molto sereno per ora, anche perché nostra figlia non è ancora venuta al mondo – sorride – ovvio che poi sarà tutto diverso, magari cambieranno alcune dinamiche, però sono convinto che faremo di tutto per essere pronti”.

    

 

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