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MotoGP, Pirro: “La Honda? Non credo che sia cresciuta più della Ducati”

“Basta vedere cosa fanno gli altri piloti. L’acquisto di Redding? Avrei voluto esserci io a suo posto. Il problema di Scott non sarà la moto, semmai gli avversari”

MotoGP: Pirro: “La Honda? Non credo che sia cresciuta più della Ducati”

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Michele Pirro e il CIV, un legame che sembra essere a tutti gli effetti indissolubile, tanto da avergli regalato lo scorso fine settimana l’ennesima gioia tricolore con i colori del team Barni. L’impegno nel Campionato Italiano è uno di quegli appuntamenti dove è vietato mancare, dal momento che durante la stagione Michele è chiamato a svolgere migliaia di chilometri sulle Rosse di Borgo Panigale, al fine di curarne lo sviluppo.

Il CIV, così come alcune wildcard Mondiali, rappresentano quindi l’unica possibilità di confronto con gli altri piloti.

“Ovviamente sono contento per la vittoria di questo titolo, dato che rappresentava uno degli obiettivi stagionali – ha esordito il pugliese – come sappiamo il CIV è il Campionato a cui partecipano le derivate dalla serie e il mio successo conferma quelle che sono le prestazioni della Ducati e allo stesso tempo il processo evolutivo della nostra moto. Giusto per fare un esempio, al Mugello, con la V4, sono riuscito a girare sull’1’49”, ovvero un tempo che fino a qualche anno fa rappresentava un riferimento per la MotoGP”.

Da fuori sembra essere tutto facile. È proprio così?

“Direi di no, dato che quest’anno tutte le piste erano un’incognita per la nostra moto, di conseguenza serviva trovare il giusto compromesso su ogni tracciato. Tra l’altro ho dovuto fare i conti con un pilota forte come Savadori, che il prossimo anno tornerà nel Mondiale a confrontarsi con i big”

Qualcuno si chiede se non ti stufi a vincere così tanto?

Potremo allora dire a Marquez di rinunciare a correre e rimanere a casa visti tutti i successi conseguiti nel tempo – scherza – la gente magari mi critica perché pensa che io vada a rubare le caramelle ai bambini nel CIV, ma alla fine questo è il mio lavoro. Purtroppo, non potendo disputare molte gare durante l’anno, l’unico modo per rimanere in allenamento è quello di partecipare al Campionato italiano e ad alcuni impegni del Mondiale come wildcard. Come ben sapete io sono collaudatore Ducati, inoltre onorare i colori della Fiamme Oro nel CIV è un qualcosa che mi rende orgoglioso. Tra l’altro la presenza al Campionato mi consente di tenere un livello alto durante la stagione, offrendo ai giovani uno stimolo in più per confrontarsi nel weekend di gara”.   

Michele, tu sei considerato come uno dei migliori collaudatori nel paddock, se non addirittura il migliore. Domanda secca: è la Ducati che ha fatto un passo in dietro nello svilluppo o ne ha fatti due avanti la Honda?

“Rispetto al passato, in confronto alla Honda di Marquez, dato che è l’unica a fare la differenza abbiamo forse meno vantaggio in termini di motore. Dire che siamo indietro rispetto alla Honda, visti soprattutto i risultati degli altri piloti, non credo sia corretto. Purtroppo, al livello attuale a cui siamo arrivati, non è semplice trovare quel centesimo per essere ancora più veloci e poter fare la differenza. Da pilota non credo quindi che la Honda sia migliorata rispetto alla Ducati, forse loro sono riusciti a guadagnare qualche cavallo”.

Ieri sei stato impegnato in un test assieme a Davies a Valencia. Cosa bolliva in pentola?

“Ovviamente siamo focalizzati sul 2020, tenendo però in considerazione anche il finale di questa stagione. Ci siamo concentrati su qualche novità di ciclista, cercando di migliorare la percorrenza in curva, che come sempre rappresenta l’aspetto principale, dove soffriamo di più, così come l’elettronica. Di più però non posso dire”.

Passiamo alla Superbike. Qualcuno pensava di vederti al posto di Bautista nel 2020 con Aruba.

Dentro di me ci speravo, anche perché con il ritiro di Melandri mi sarebbe piaciuto poter tenere alta la bandiera Ducati e quella italiana nel Mondiale. Ovviamente capisco che ci sono altri impegni e di conseguenza i miei sforzi devono essere concentrati nello sviluppo della moto al fianco di Gigi e di tutto il team. Alla fine il bene dell’azienda viene prima di tutto il resto e anche di quelle che sono le ambizioni personali”.    

Te lo aspettavi l’addio di Bautista?

“Sinceramente sono rimasto sorpreso, non pensavo si arrivasse a una risoluzione contrattuale. Non so il motivo per cui Alvaro abbia scelto la Honda. Si vede che alla fine l’amore “definitivo”, se così possiamo dire, tra Alvaro e la Ducati non è mai sbocciato"

Redding con la V4 nel Mondiale a cosa può ambire?

“Spero che anche lui sia competitivo con la nuova moto come lo è stato Alvaro. Sappiamo che arriva da un Campionato come il BSB, ma per lui la V4 non sarà un salto nel vuoto. Sono convinto che Scott avrà la situazione sotto controllo nel 2020. Di sicuro il livello degli avversari sarà più alto, dato che dovrà fare i conti con rivali del calibro di Bautista e Rea, giusto per fare qualche nome ,e magari questo sarà l’aspetto più complicato. Nel BSB Haslam è stato sempre un riferimento, ma quando è tornato in SBK ha faticato”.

 

 

 

 

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