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MotoGP, Marquez: "Quello che è successo con Rossi mi ha dato la sveglia"

"Il modo migliore di rispondere ad episodi come quello delle qualifiche era vincere oggi e il miglior modo di parlare è farlo in pista"

MotoGP: Marquez: "Quello che è successo con Rossi mi ha dato la sveglia"

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Marc Marquez ha conquistato oggi una vittoria dal sapore speciale a Misano, perché è inutile nascondersi dietro ad un dito e si deve ammettere che per quanto non sia in lotta per il titolo, questa è la vera gara di casa di Valentino Rossi, che di fatto è il vero nemico di Marc, la sua nemesi in pista. Lo spagnolo, caldo di una splendida affermazione in pista, non ha perso tempo ed intervistato dai colleghi di Sky Sport MotoGP si è immediatamente tolto il sassolino dalle scarpe che nel pomeriggio di ieri l'aveva infastidito. 

Quando infatti è stato chiesto a Marc quale fosse la spinta per cercare una vittoria di forza come quella odierna senza una reale motivazione dettata dalla situazione in classifica, lo spagnolo non ha esitato indicando immediatamente la principale ragione per cui oggi ha deciso di attaccare a testa basta.

"Onestamente quello che è successo ieri in qualifica mi ha dato una spinta extra, mi ha svegliato. So che posso perdere la battaglia ai microfoni, ma la vera battaglia è in pista e lì volevo vincerla. Oggi il miglior modo di rispondere era provare a vincere la gara. A volte pensi più al campionato, magari sei anche troppo tranquillo. Io forse mi ero concentrato troppo sul campionato, quindi episodi di questo tipo servono anche a questo. Alla fine secondo me il modo migliore di parlare è in pista. Potevo anche cadere facendo così, ma oggi non ho pensato mai al campionato ma solo alla vittoria in gara. Io sono umano e la mia squadra cerca sempre di riportarmi alla concentrazione verso il campionato. Oggi però volevo la vittoria".  

Marc non ha poi lesinato complimenti al rivale Quartararo, autore di una prova sontuosa a Misano. 

"Per prima cosa, penso che oggi Fabio abbia davvero fatto la gara, è stato il vincitore morale. E' stato il miglior pilota in pista, senza dubbio. Un po' come lo sono stato io a Silverstone, quando ero tranquillo perché avevo fatto tutta la gara davanti. Ma oggi Fabio ha fatto una gara strepitosa. All'ultimo giro abbiamo fatto una buona strategia, me la sono giocata bene anche perché sono arrivato alla fine che avevo un po' di gomma in più. Poi devo anche ammettere che perdere due gare all'ultima curva brucia un po'!". 

Marquez ha descritto nel dettaglio la situazione in gara e la decisione di accodarsi al francese piuttosto che attaccarlo subito.

"Stando dietro di lui mi sentivo di avere qualcosina in più, ma penso che se l'avessi passato i suoi tempi sarebbero stati uguali ai miei. Io ero forte in alcuni punti, lui altrove. Ad un certo punto Vinales ha iniziato a recuperare, ma ho pensato di non prendermi troppi rischi. Qui la Yamaha andava veramente forte, hanno conquistato dal secondo al quinto posto. Dobbiamo cercare di capire cosa è successo, come sono migliorato tanto. Ma l'importante per me è stato essere lì e lottare. Fabio nel veloce era forte in modo strepitoso". 

Il pilota della Honda ha anche indicato Quartararo come uno dei rivali da tenere d'occhio per la caccia al titolo in futuro. 

"Si, Fabio oggi ha fatto vedere a tutti che è pronto per vincere una gara e secondo me anche a lottare per un campionato. Non dobbiamo dimenticare che è un Rookie e sta facendo una stagione d'esordio incredibile. Nelle ultime gare è sempre andato forte in prova, poi in gara sono successe varie cose e non ha concretizzato. Ma è molto giovane, è forte e lavora tanto. L'anno prossimo sarà un rivale per il campionato. Oggi ci ho provato fino alla fine e l'ho battuto, ma lui è andato fortissimo. Penso che nella prossima stagione uno dei compiti più difficili per la sua squadra sarà di tenerlo tranquillo ogni domenica, perché penso che avrà il potenziale per cercare di vincere sempre". 

In ogni caso Marc oggi ha ragionato un po' meno in ottica campionato, una situazione anche figlia delle gare opache di Dovizioso e Rins, suoi rivali in classifica. 

"Nelle ultime gare la mia strategia era un po' diversa perché il campionato era ancora abbastanza aperto. Oggi il campionato era un discorso diverso, perché Rins è finito fuori, Dovizioso era lontano e questo mi ha fatto stare più tranquillo. Ho deciso di giocarmela alla fine, mentre ad esempio a Silverstone la mia strategia era di spingere tantissimo per creare un gruppo piccolo davanti. Oggi questo lavoro l'ha fatto Quartararo, quindi ho potuto comportarmi in modo diverso. Cambia molto l'approccio anche secondo come sono le cose in campionato. Poi sono felice perché in Austria era una pista Ducati, ma noi c'eravamo. A Silverstone una pista Suzuki, ma anche li ho perso solo ala fine. Qui era una pista Yamaha ed ho anche vinto". 

Alla vittoria in campionato ormai manca pochissimo, un conto che Marc potrebbe regolare già in Thalandia.

"Si, ho visto la classifica e penso che Buriram sia la chance più realistica. Questo non cambierà il mio approccio alla prossima gara di Aragon, perché la cosa importante è sempre essere lì a lottare per il podio. Poi in base alla situazione si devono valutare i rischi e decidere se attaccare più a fondo o meno. Quando è iniziato questo campionato non avrei mai pensato di poter arrivare a Misano con tanto vantaggio sul secondo in classifica, ma questo non cambia il mio approccio". 

Marc ha anche spiegato come faccia ad avere la confidenza extra nella sua Honda che al momento manca ai colleghi di colori in HRC.

"Penso che molto dipenda dal mio stile di guida. Io uso molto i gomiti durante la guida, a volte riesco anche a salvarmi da alcune cadute che invece non risparmierebbero i mei compagni. Il fatto di sentire di avere questo piccolo margine penso che mi spinga a cercare un limite leggermente più alto. Honda sta lavorando duramente per dare a tutti una moto competitiva a tutti e la cosa importante è che sia i miei commenti che quelli di Lorenzo e di Crutchlow sono allineati. I nostri rivali stanno migliorando, ma secondo me fortunatamente in MotoGP il pilota fa ancora la differenza ed è più importante rispetto alla moto". 

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