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Yamaha R1 e R1M 2020: equilibrio perfetto tra uomo e macchina

VIDEOTEST - L'ammiraglia di Iwata si rinnova senza rinnegare il proprio DNA: la nuova R1 è una lama affilata, ma pensata per essere sfruttata al limite da tutti 

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Cos'è il limite? Se parliamo di moto e di pista, oggi possiamo affermare che Yamaha abbia leggermente modificato la nostra percezione di limite. Al termine della giornata in cui abbiamo messo alla prova le nuove R1 e R1M, la sensazione che ci pervade è proprio quella che si prova quando si arriva oltre. Siamo arrivati dunque oltre il limite della moto?

Assolutamente no, perché il buon Alex Lowes ci ha mostrato che con questa moto in configurazione standard è possibile girare a Jerez in 1'43 basso, un tempo di appena tre secondi più lento rispetto al passo gara che aveva tenuto durante le manche SBK corse qui in questa stagione. Non abbiamo assolutamente avvicinato questi riferimenti, ma al termine della giornata siamo consapevoli che questa moto è stata in grado di alzare l'asticella, ci ha letteralmente presi per mano e mostrato quanto fosse facile spingere al massimo una belva da 200 cv tra i cordoli di un tracciato impegnativo come quello andaluso.

WeR1. Noi siamo uno. Questa è la chiave di lettura che ha scelto Yamaha nello sviluppare l'ultima versione di una moto che ha fatto letteralmente la storia del proprio segmento, creando di fatto dal 1998 un nuovo modo di intendere le supersportive a cilindrata piena. L'unione perfetta tra uomo e macchina, una sola cosa. 

L'analisi tecnica della moto puoi trovarla QUI, mentre adesso è il momento di raccontare tutte le emozioni che ha saputo trasmetterci durante la nostra prova su strada.

YAMAHA R1 - PRIMO CONTATTO

La nuova versione della R1 stringe decisamente gli occhi alla M1, con un'estetica all'anteriore che si è avvicinata ancora di più ai canoni stilistici che da anni rendono perfettamente riconoscibili le MotoGP di Iwata portate in gara da Valentino Rossi e Maverick Vinales. Il family feeling con la R6 è ovviamente cresciuto e osservando la moto da vicino, si apprezza una dimensione più generosa del cupolino sui lati, una scelta tesa a migliorare l'efficienza aerodinamica del pacchetto. La galleria del vento ha dato ragione agli ingegneri, con un miglioramento del 5% dell'efficienza aerodinamica per la nuova R1.  

IN PISTA CON LA NUOVA R1 E MICHAEL VAN DER MARK

La posizione in sella è rimasta praticamente identica alla precedente versione, i manubri sono abbastanza aperti ma non sembra di tenere un toro per le corna come su altre colleghe europee. La posizione dei semimanubri è leggermente spiovente, ma la triangolazione indovinata promette molto bene. L'ergonomia è fondamentale quando sei impegnato in pista, serve a non stancarsi eccessivamente e trovare quote che riescano ad accontentare piloti di tutte le taglie è una delle sfide più complesse per gli ingegneri. 

Inserita la chiave, si materializza davanti ai nostri occhi lo spettacolo del display TFT che illumina letteralmente il ponte di comando della R1. Piccole novità per quanto riguarda il display, con un'unità che già poteva essere considerata da riferimento per semplicità di lettura e completezza di informazioni. 

YAMAHA R1 – COME SI COMPORTA IN PISTA?

Ingrani la prima, senti l'inconfondibile rombo del 4 cilindri in linea crossplane e imbocchi la pista. Quando lo fai in sella a questa R1 tutto sembra assolutamente naturale. Le sospensioni riviste nell'idraulica interna garantiscono un livello di confidenza incredibile sin dai primi metri ed è naturale cercare immediatamente angoli di piega, staccate ed uscite di curva con l'anteriore che galleggia. 

E' proprio in questo frangente che si comprende la bontà del lavoro dei tecnici Yamaha. Sei nei tuoi primi giri su una pista che non conosci ancora perfettamente e ti senti assolutamente padrone della situazione. L'elettronica ti coccola, corregge in modo dolce ogni sbavatura permettendoti di tenere a bada 200 cv e ti lascia completamente concentrato sulla guida.

Anche la ciclistica fa la sua parte del lavoro 'sporco', restituendo badilate di confidenza ad ogni piega, staccata o apertura del gas a moto inclinata. La nuova R1 resta composta in ogni situazione, non hai mai la sensazione di essere più vicino ad un clamoroso volo nelle vie di fuga piuttosto che ad un'uscita di curva con il posteriore che innesca una derapata controllata perfettamente. In quel momento ti senti una sola cosa con la moto, WeR1. Ce l'hanno fatta davvero.

YAMAHA R1 – ALLA RICERCA DELLA PERFEZIONE

D'altra parte dopo qualche giro iniziano a farsi sempre più presenti i ricordi della versione precedente dell'ammiraglia sportiva di Iwata ed essendo consapevoli di quanto già fosse alto il livello complessivo di quel modello inizi a domandarti quanto possa essere concreto questo passo in avanti per la nuova R1. 

YAMAHA R1 2020 SUL TRACCIATO DI JEREZ

Il punto è che ad Iwata hanno scelto la strada del bisturi, hanno lavorato su ogni singolo dettaglio per migliorare l'esperienza complessiva di guida. Non hanno gettato al vento il vecchio progetto per mettere sul piatto qualcosa di completamente nuovo, hanno piuttosto deciso di migliorare tutto il pacchetto, portando la R1 ad un nuovo livello di maturità. Il motore è un vero gioiello, fa strada ed ha una linearità di erogazione davvero invidiabile. La ciclistica è molto più affilata nella versione standard per diventare davvero da riferimento sulla R1M.

La R1 non aveva bisogno di una rivoluzione, ma certamente questa evoluzione l'ha resa una moto migliore, più completa. Non abbiamo avuto l'opportunità di sperimentarla anche su strada, ma pensiamo che in questa versione la supersportiva giapponese possa essere ancora più godibile anche in un ambiente diverso dalla pista. 

YAMAHA R1M – LA PUNTA DI DIAMANTE

Nella sua versione M, la R1 esprime semplicemente il massimo del proprio potenziale. Ogni singolo frangente dell'azione in pista sembra svolgersi più velocemente. Il sostegno maggiore all'anteriore fornito dalla Ohlins pressurizzata ti permette di spostare i riferimenti per le staccate di diversi metri ed una volta in piega senti spesso di aver anticipato troppo o di non aver dato sufficiente credito ad un'anteriore che possiamo descrivere solo in un modo: sublime.

Il peso è minore e nei cambi di direzione la R1M è una spanna sopra la sorella R1, ma il vero protagonista della scena resta costantemente un avantreno che ti suggerisce di spingere sempre più forte. Abbiamo spesso sentito dire fior di piloti di non riuscire a spingere in gara con la propria moto per mancanza di confidenza con l'anteriore. Ecco, siamo certi che con questa R1M uno scenario del genere sia praticamente impossibile da concretizzarsi. 

YAMAHA YZF R1M - JEREZ DE LA FRONTERA

YAMAHA R1 – IL NUOVO RIFERIMENTO?

Siamo davanti ad un nuovo punto di riferimento per il segmento? Probabilmente no, ma dipende sempre da quale punto di vista ci si pone questa domanda e soprattutto dipende da cosa ci si aspetta dalla regina delle supersportive. Se volete sfidare il cronometro con la moto appena uscita dal concessionario, forse sarebbe meglio indirizzarsi sulle colleghe europee della R1. Se invece volete mettervi nel garage una moto che vi consenta di divertirvi e di sperimentare in sicurezza l'adrenalina di scaricare a terra 200 cv tra i cordoli di una pista, ecco che la R1 diventa una scelta davvero perfetta. Vi prenderà per mano e va farà divertire come matti con la costante sicurezza di poter contare su un pacchetto pensato per farvi superare i vostri stessi limiti. 

C'è poi da sottolineare che l'ammiraglia di Iwata è una delle migliori basi per costruire il perfetto prototipo di arma totale da pista e la dimostrazione risiede tutta nella versione R1M, che esalta al massimo le attitudini pistaiole di un progetto completo sotto tutti i punti di vista. 

PIACE - Estetica MotoGP Style, elettronica raffinata, facilità di guida

NON PIACE - La frenata in pista è buona, ma non allineata con il potenziale della moto

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