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SBK, Bautista un missile a Portimao: merito suo o della Panigale?

Ernesto Marinelli: "Alvaro esalta le doti della V4R, le armi sono percorrenza e uscita di curva. Ma la Panigale è anche la più moderna delle SBK. A Rea mancano 25 CV? Non vedo questo gap da quando correva il V2"

SBK: Bautista un missile a Portimao: merito suo o della Panigale?

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L'ultimo weekend SBK di Portimao, oltre a riportare sul gradino più alto del podio Alvaro Bautista dopo un lungo digiuno, ha riportato in auge il mai sopito discorso sulla superiorità (vera o presunta) della Ducati Panigale V4R rispetto alle concorrenti. Molto scalpore hanno suscitato le immagini degli "slalom" di Bautista nel superare gli avversari soprattutto sul veloce rettilineo d'arrivo. Su tutti il doppio sorpasso in Superpole Race sulla Kawasaki di Haslam e la BMW di Sykes divorati letteralmente dalla Ducati numero 19. Una superiorità in accelerazione a tratti disarmante per gli avversari che, come dichiarato dallo stesso Jonathan Rea, avrebbero bisogno di 25 CV per reggere l'impatto delle prestazioni della V4 bolognese. Ma quanto c'è del Desmosedici Stradale R e quanto del pilota spagnolo su quei sorpassi? Per capirne di più abbiamo chiesto un parere ad Ernesto Marinelli, 22 in anni nei box delle derivate di serie, ex responsabile del progetto Ducati SBK ed attuale Direttore tecnico e di prodotto in Termignoni,

Ernesto, ma quanto andavano forte la Panigale e Bautista a Portimao?"

“E' già da inizio campionato che sono sempre in testa alle classifiche delle velocità di punta, ma bisogna innanzitutto sottolineare il fatto che la V4 R oggi è lo stato dell’arte già come prodotto di serie a cominciare dal motore di derivazione MotoGP. Per la SBK quindi si parte da un progetto più avanzato rispetto ad altri. Però, per spiegare il plus di prestazioni visto a Portimao, bisogna aggiungere altri elementi.”

Quali?

La conformazione del pilota, in questo caso di Bautista, che sicuramente fa ulteriore differenza. Lui, per caratteristiche fisiche, è piccolo, si inserisce bene in carena, è molto aerodinamico. Non a caso spunta sempre le velocità più elevate. L’aspetto aerodinamico esalta dunque quelle che sono le già notevoli peculiarità della moto.”

Caratteristiche fisiche ma anche di guida: Alvaro è velocissimo in percorrenza di curva e questo su un tracciato come quello dell’Algarve gli dà poi il vantaggio che si notava bene nel rettilineo d’arrivo, preceduto da un veloce curvone. 

Sicuramente è così. Lui, da quel che si nota, lascia molto correre la moto in curva: mettendo insieme questi fattori, oltre a un motore molto valido, il quadro sembra completo.

"A Rea servono 25 CV in più? Quando correva il V2 contro le 4 cilindri lo svantaggio per Ducati era quello..."

Rea, con una provocazione, ha detto che servirebbero 25 CV in più per poter restare in scia alla Ducati. Cosa ne pensi?

"Non saprei se e quanta potenza in più possa avere la Panigale rispetto ad altre moto, ma parlare di 25 cavalli appare esagerato, oltre e ricordare di quando Ducati correva con il bicilindrico contro le 4 cilindri e la differenza allora sì che era quella.
C’è da sottolineare però che uno scarto anche di 10 Km/h ci può stare tra un pilota ed un altro. Può dipendere dalla costituzione fisica, come già detto. Un pilota piccolo e leggero, oltre al vantaggio del peso, ha anche possibilità di utilizzare una moto più bassa di assetto, questo implica una minore sezione frontale a vantaggio dei Km/h. Può essere già questa una differenza tra lo stesso Alvaro Bautista e - rimanendo in casa Ducati - Chaz Davies sulla stessa moto."

Il passaggio dal telaio monoscocca scatolato, più rigido del “Front Frame”, invece più flessibile per migliorare proprio le velocità di percorrenza in curva, se da un lato sembra fare sponda per la guida pulita di Bautista, a Davies, più spigoloso nelle traiettorie, sembra aver creato qualche grattacapo. 

Una delle caratteristiche che ha Chaz è di staccare fortissimo, a differenza di Bautista che frena prima. A livello telaistico la moto è cambiata, certo, ma indipendentemente dalla tipologia costruttiva del telaio, quello che conta sono le quote e le rigidezze in atto; telaio e sospensioni sono collegati ed è difficile dire quindi da cosa possano derivare i problemi di guida ed assetto di un pilota."

"Le parti di una moto sono come gli anelli di una catena: ognuno deve essere raccordato ad un altro"

Si può definire una percentuale sul contributo che arriva dal telaio o dalle sospensioni?

Ernesto Marinelli è attualmente Direttore tecnico e di prodotto in Termignoni

"E’ complicato dare dei numeri in questo senso. Il feeling al pilota in generale arriva dalla parte meno rigida. Ad esempio: un telaio marmoreo ed una forcella, magari, molto morbida ti portano ad avere un avantreno basso e rischi da avere una moto instabile. Stesso discorso si può fare per il retrotreno, con la moto che si muove in accelerazione. La moto necessita di lavorare in modo uniforme, è come una catena con tanti anelli ed ognuno deve essere raccordato ad un altro."

Con il cambio di moto Davies sta facendo più fatica a interpretare la situazione rispetto al compagno che ha una guida completamente diversa. Quest’anno, inoltre, anche le gomme Pirelli sono cambiate molto rispetto al passato ed evidentemente questi fattori gli stanno creando qualche difficoltà di adattamento. Ma è solo questione di tempo per lui, che in generale è uno che non molla. Bautista, arrivando dalla MotoGP, ha probabilmente trovato subito le condizioni ideali su una moto come la V4 R."

Una difficoltà che lamenta Bautista, paradossalmente, è una moto difficile da gestire in percorrenza di curva.

"Difficile questo da dire senza aver un raffronto diretto. A livello ciclistico a me sembra che la Panigale si comporti bene, grossi handicap da questo punto di vista non ne vedo se non legati alla messa a punto. Certamente il discorso che la moto sia solo al primo anno di gara influisce non poco. Con il tempo sicuramente il setup migliorerà.

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