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SBK, Bautista: "Davies? Con un compagno come lui non servono altri nemici"

"Chaz non si trovava sulla linea corretta. Se non avessi tirato su la moto saremmo finiti entrambi a terra. La V4? E' molto complicato superare in curva"

SBK: Bautista: "Davies? Con un compagno come lui non servono altri nemici"

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Le ambizioni di Alvaro Bautista a Portimao sono andate in fumo dopo una sola curva. A causa del contatto con la Ducati di Chaz Davies, lo spagnolo è andato largo e alla fine si è ritrovato in fondo al gruppo. Da lì la rimonta che lo ha portato al quarto posto, anche se resta il rammarico per l’episodio iniziale.

Con un compagno come Chaz non ho bisogno di avere altri nemici – ha esordito scherzando Bautista – io ero all’interno, lui è arrivato e ci siamo toccati. È stata una fortuna che non siamo entrambi finiti a terra, dato che potevamo cadere. Da lì ho dovuto rimontare, anche se devo dire che quando mi trovavo da solo in pista mi sentivo forte e sono riuscito ad avere un buon passo”.

Questo episodio è l’ennesimo boccone amaro da mandare giù.

“Peccato per quanto accaduto, però allo stesso tempo sono soddisfatto per il ritmo. Alla fine queste sono le gare. Purtroppo all’inizio faticavo a superare con la gomma nuova, quando iniziano poi a consumarsi riesco a essere veloce”.

Alvaro, come giudichi la manovra di Davies?

“Lui partiva da dietro, ma non ha affrontato curva 1 come gli altri piloti. Lui non era infatti sulla linea corretta, a differenza degli altri, bensì si trovava molto vicino al cordolo. Fortunatamente ho avuto modo di tirare su la moto e non centrare Lowes che era all’esterno”.

La Ducati sembra essere un missile sui rettilinei, ma poi in curva diventa complicato superare. È proprio così?

“Con questa moto penso di essere molto veloce, ma bisogna allo stesso tempo essere precisi. Se devi passare in curva un pilota la moto si muove, inoltre devi seguire una determinata linea. Purtroppo è complicato superare con la V4”.

Il contatto con Chaz è l’ennesimo episodio che ha condizionato la stagione. Come spieghi le cadute e gli errori accaduti da Jerez a oggi?

Per quel che mi riguarda, il più grande problema è stato Laguna Seca. A Jerez e Misano ho commesso un errore, mentre a Donington sono finito a terra sotto la pioggia. In America sono invece caduto senza nemmeno spingere in Gara 1, mentre nella Superpole Race sono finito a terra per colpa di un altro pilota. Non è facile commentare questa situazione, tantomeno ritrovare quella competitività di inizio stagione. Oggi ero forte, però alla fine mi sono ritrovato in fondo al gruppo, avendo un buon ritmo. La mia prestazione è stata buona, ma per una questione o per l’altra c’è sempre qualcosa che va storto”.

Un’ultima battuta: qual è la condizione della spalla?

“Adesso che è finita la corsa ho un po’ di dolore, infatti mi recherò in clinica mobile. In gara l’adrenalina ti permette di andare oltre il dolore. Per domani ancora non so, lo capirò domattina”.

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