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MotoGP, Per Marquez è già 2020 e plasma la Honda a sua immagine e somiglianza

Marc e HRC hanno mostrato i muscoli nei test di Misano, mentre Lorenzo è praticamente tagliato fuori dallo sviluppo della RC213V

MotoGP: Per Marquez è già 2020 e plasma la Honda a sua immagine e somiglianza

Il 2019 è quasi finito, il 2020 è già iniziato” parola di Marc Marquez nei test di Misano, e chi legge la dichiarazione come una minaccia non ha tutti i torti. L’8° titolo mondiale è ormai una formalità da espletare già in Thailandia o al più tardi a Motegi e la formica atomica ha potuto permettersi il lusso di fare il collaudatore per due giorni, non preoccupandosi troppo di quello che succederà nel prossimo GP di San Marino.

Marc se ne è fregato della gomma extra-soft (uno pneumatico da test che serve a Michelin solo per valutare l’aderenza offerta dalla pista) lasciando l’effimera gloria del più veloce in prova ad altri. Nei box aveva tutto quello che gli serviva: 4 moto diverse tra loro, per capire che strada prendere per il prossimo anno.

Se Marquez mostra i muscoli in pista, Honda lo fa nel reparto corse, portando novità a ripetizione durante l’anno. Mentre gli altri costruttori si scervellavano per capire come fermare il cannibale di Cervera, i giapponesi erano già proiettati al futuro seguendo il loro faro.

“Quali sono gli obiettivi per la nuova moto? Renderla più veloce e facile” e forse nell’uso del secondo aggettivo c’è un’altra frecciata in direzione di Lorenzo. È il maiorchino, supportato da Crutchlow, a volere una RC213V meno a misura di extraterrestre, ma a Tokyo sembrano non sentire.

“Marquez è la nostra priorità per lo sviluppo” aveva detto a chiare lettere il direttore tecnico di HRC Takeo Yokohama a Brno. Non erano solo parole, ma fatti. Del resto è difficile pensarla diversamente quando si ha un pilota che da quando è salito sulla propria moto ha vinto 5 titoli mondiali in 6 anni e sta per mettere in cassaforte il 7°.

La Honda la guida solo lui, si può ribattere, ma non sembra essere un grosso problema per i vertici di HRC. La RC213V, guardando ai risultati degli altri piloti Honda, probabilmente non è la migliore MotoGP in assoluto, ma è la migliore per Marquez. E tanto basta.

Marc non è un pilota dotato solo di un talento fuori dal comune, ma anche un grande lavoratore. Prepara ogni mossa sia in pista che fuori e ora è concentrato sul prossimo anno.

Lorenzo sperava di fare in Honda quello già sperimentato in Ducati: portare la sua esperienza, la sua sua sensibilità, per riuscire a disegnare una moto diversa. Non migliore solo per lui, ma per tutti i piloti. Forse un po’ ingenuamente, non aveva fatto i conti con Marc. Le difficoltà di adattamento e gli infortuni hanno fatto il resto e ora il maiorchino è praticamente tagliato fuori dallo sviluppo della nuova moto.

A Misano Jorge ha potuto portare a termine solo una mezza giornata di test, prima di arrendersi al dolore dovuto all’infortunio alla schiena. Marquez, intanto, inanellava un giro dietro l’altro, saltando da una moto all’altra. Alcune sembravano dei Frankestein a due ruote, con parti diverse assemblate fra loro.

Marc ha macinato chilometri e dato indicazioni agli ingegneri. Davanti ai microfoni è stato reticente, “non posso darvi molti dettagli”. La sensazione è che, con tutto quello che ha provato, avrebbe potuto parlare per una giornata intera.

Sicuramente è tornato in Spagna per godersi qualche giorno di meritato riposto con il sorriso sulle labbra. Yamaha non è ancora riuscita a convincere i propri piloti con l’evoluzione della M1, Ducati non ha ancora mostrato un vero e proprio prototipo della GP20, Honda è già molto avanti con in compiti a casa.

Il 2020 non è ancora iniziato, ma si può molto facilmente giocare a fare gli indovini: Marquez sarà ancora il favorito e avrà una moto fatta a sua immagine e somiglianza.

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