Ducati entrerà in campo nel mondiale Endurance con la sua Panigale V4R, ma non lo farà in forma ufficiale bensì scegliendo un profilo leggermente più basso. Dopo aver ottenuto l'omologazione della propria ammiraglia sportiva per l'EWC, a Borgo Panigale hanno iniziato a ricevere richieste da parte di team privati interessati a schierarla in un campionato che cresce di anno in anno.
Abbiamo parlato dell'argomento con Paolo Ciabatti, responsabile dell'attività sportiva di Ducati, che ci ha confermato il grande interesse di diverse squadre attorno alla nuova Panigale. Pressioni che possono essere definite positive e che hanno trovato terreno fertile in una Ducati interessata ad esplorare un territorio quasi completamente sconosciuto e che grazie alla V4 offre delle prospettive estremamente diverse rispetto al passato.
"Si, nel 2020 parteciperemo al mondiale Endurance con la Panigale V4R, ma non lo faremo in forma ufficiale. Sarà un team privato che attualmente corre con BMW nel mondiale EWC a schierare la nostra moto, ma pur non essendo impegnati in modo diretto, daremo il supporto necessario per ben figurare in un campionato che sta crescendo molto e che ci interessa".
Hai parlato del 2020, ma il campionato inizierà già a settembre con il Bol D'Or.
"Certo, ma noi inizieremo questa collaborazione solo con la prima tappa del 2020, quindi con la 24 Ore di Le Mans di Aprile. La squadra ha un contratto in essere con BMW che scade a fine 2019, e lo rispetterà. Dopo inizierà a lavorare sulla nostra moto".
Che tipo di supporto darete alla squadra?
"Alcuni dettagli che sono presenti sulle nostro moto in configurazione SBK sono compatibili e possono essere utilizzati nell'Endurance, quindi li forniremo. Ma il vero supporto verrà da un altro punto di vista, perché ci sarà anche un nostro ingegnere elettronico a seguire la squadra. La Panigale V4R ha un'elettronica molto sofisticata e come avviene nel BSB con la squadra PBM che fa correre Brookes e Redding, è giusto che sia un uomo 'nostro' a lavorarci".
Parlando di Endurance, naturale pensare a Suzuka ed alla 8 Ore. Una sfida che stuzzica.
"Ovviamente è così, ma io sono dell'idea che Suzuka sia una gara quasi completamente diversa rispetto al resto del mondiale Endurance, un vero evento che pur facendo parte del calendario rappresenta una sfida molto diversa per i Costruttori che intendono partecipare e farlo in modo ufficiale. Mi ricorda in un certo modo la 200 Miglia di Daytona".
Cosa intendi?
"Voglio dire che secondo me se mai in Ducati dovessimo decidere di partecipare alla 8 Ore di Suzuka in modo ufficiale, sarà un progetto tutto nostro, che richiederà un grandissimo impegno. Si devono programmare test sul tracciato quando è disponibile, si devono schierare i migliori piloti disponibili nella famiglia Ducati e poi dobbiamo pensare che per vincere lì, si devono utilizzare le Bridgestone. Una sfida nella sfida. E' affascinante, ma se Ducati dovesse decidere di partecipare, lo farà per lottare per la vittoria".
Appoggiando un team che corre nell'Endurance sarebbe impossibile avere quest'ambizione?
"Basta guardare cosa fanno a Suzuka i team che vincono nel mondiale Endurance. Non me ne vogliano, sono tutte squadre di altissimo livello e molto professionali sotto tutti i punti di vista. Ma Suzuka è Suzuka, ed i giapponesi la vivono in modo particolare con le loro squadre ufficiali. Basta pensare al programma di Kawasaki, Honda, Yamaha e Suzuki per capirlo. Schierano il meglio del meglio, è un impegno che i team regolarmente iscritti al mondiale Endurance non riescono a portare avanti allo stesso modo. Per noi sarebbe come andare a correre nel cortile di casa del nemico, se mi passi il termine".
Quindi non è fantascienza immaginare una Ducati che schiera a Suzuka magari un pilota dal mondiale SBK ed uno dalla MotoGP.
"Ribadisco che al momento non c'è nessun programma, ma di certo se dovessimo decidere di andare a correre a Suzuka lo faremmo mettendo in pista il meglio che abbiamo a disposizione sotto tutti i punti di vista, compresi i piloti".
Intanto quest'anno la Panigale V4R debutterà in gara, potrebbe essere un banco di prova per il futuro.
"In un certo modo si ed avremo senza dubbio degli osservatori a Suzuka. Vogliamo imparare e capire tutto. E' un mondo che non conosciamo fino in fondo ed è giusto procedere in questo modo. Avere una squadra che porta in gara la nostra moto rappresenta un primo passo. Vedremo a cosa porterà in futuro, ma a Ducati piacciono le sfide".